Luganese

Tresa 'aspetterà' Astano?

Diversi scenari temporali per la possibile aggiunta nel costituendo Comune malcantonese

(Ti-Press)
24 ottobre 2019
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Le opzioni verranno sottoposte dagli Enti locali ai cinque sindaci coinvolti. Tra le possibilità, una legislatura ‘corta’ e un differimento dell’aggregazione. Ne avevamo parlato sabato scorso: ad Astano, piccolo Comune malcantonese dalle finanze disastrate (il moltiplicatore d’imposta è stato fissato al 130% dal Cantone), l’aggregazione con il nascente Comune di Tresa è tornata prepotentemente d’attualità, riproposta anche da una petizione lanciata in paese.

È la possibile via d’uscita, forse l’unica, da una crisi profonda e di difficile soluzione, se si pensa che per coprire completamente i costi del Comune, le imposte a carico dei domiciliati dovrebbero essere alzate addirittura al 160%, applicando cioè il cosiddetto ‘moltiplicatore aritmetico’. In questo quadro entra il nuovo Comune di Tresa, frutto dell’unione fra Ponte Tresa, Croglio, Monteggio e Sessa, località quest’ultima dove in un primo tempo la cittadinanza aveva rifiutato di misura l’aggregazione, salvo poi sottoscrivere in massa una petizione a favore. L’unione dei quattro Comuni è stata infine approvata dal Gran Consiglio lo scorso 15 ottobre.

La possibilità di ‘aggiungere’ Astano in extremis al gruppo di quattro Comuni che hanno portato avanti con successo il processo aggregativo verrà sviscerata nelle prossime settimane, dopo le festività, con il supporto della sezione Enti locali. Molto dipenderà dalla volontà degli attuali Comuni. «Intendiamo svolgere prima di tutto un ruolo di supporto nei confronti dei Comuni» ci spiega Marzio Della Santa, capo della Sezione Enti locali.

Complicazioni

Sono già in programma incontri, ci dice, con i sindaci delle cinque località: «Presenteremo una serie di scenari, riguardanti soprattutto una possibile aggregazione di Astano nel nuovo Comune di Tresa». Scenari di tipo temporale, nel senso di quando, con che tempi. Il tempo stringe se si considera la data prevista per le prossime elezioni comunali, quando dovrebbe nascere il Comune di Tresa, ovvero il 5 aprile 2020: una sorta di ‘mission impossibile’ «considerando gli attuali strumenti di legge, e la possibilità di ricorsi» osserva Della Santa. Il discorso appare a prima vista più percorribile, ma con degli inconvenienti, immaginando una soluzione nell’ambito del seguente quadriennio. «È una possibilità che andremo ad esaminare insieme ai Comuni» conferma Marzio Della Santa. Si tratterebbe di una legislatura ‘corta’, cioè un paio d’anni indicativamente, per dare il tempo alla successiva aggregazione Tresa-Astano di maturare. Oppure, soluzione già percorsa tempo fa per consentire a Carona di entrare nella ‘grande Lugano’, un rinvio delle elezioni (in quel caso bastò un anno).

Un elemento da considerare potrebbe essere il ricorso contro il moltiplicatore presentato da un cittadino di Astano. Ricorso che se accolto rischia paradossalmente di portare a un ancora peggiore ‘bagno di sangue’. In generale, i debiti possono essere un elemento problematico. Piero Marchesi, sindaco di Monteggio e già presidente del Gruppo di lavoro per l’aggregazione di Tresa, ci dice che «servirà un sostegno importante da parte del Cantone» per colmare le lacune strutturali ed economiche che si sono venute a creare dalle parti del laghetto. A proposito, il capo degli Enti locali osserva che «le decisioni passate di Astano sono comunque state approvate dall’Assemblea comunale, quindi non mi pare giusto che i cittadini scarichino tutte le colpe sul Municipio».

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