Trovato l'accordo sui trasferimenti decisi dal gigante della moda. Buone notizie per i domiciliati in Ticino, ma diverse agevolazioni anche per gli altri
Oltre venti incontri in due mesi. Bastano due cifre per dare l’idea dell’intensità dei colloqui avuti fra dirigenza ticinese di Kering, dipendenti e sindacato Ocst. Contrattazioni frequenti ed efficaci, con risultati significativi: le parti hanno siglato un piano d’accompagnamento per i circa quattrocento trasferimenti annunciati a fine maggio. E con un’ottima notizia per i residenti in Ticino: i loro posti di lavoro saranno salvati. Hanno cioè avuto la garanzia che resteranno a lavorare nel cantone, senza dover accettare il ricollocamento a Trecate (provincia di Novara).
«Siamo stati molto rigidi sin dall’inizio nel richiedere la garanzia di reimpiego in Ticino, nel gruppo Kering, per i domiciliati», conferma alla ‘Regione’ il segretario regionale per il Luganese dell’Ocst Giovanni Scolari. In proporzione, non si tratta di un gran numero di persone – siamo sulla quarantina –, né si sa ancora dove saranno impiegate di preciso, ma è già un grande risultato.
Per la maggior parte dei trasferimenti, che riguardano personale frontaliero, il sindacato ticinese ha potuto fare meno. Ma anche per questa categoria di lavoratori sono in realtà state strappate interessanti concessioni. «A tutti verrà offerta la possibilità di un’assunzione privilegiata alla XPO Logistics (la multinazionale alla quale il Gruppo affiderà in subappalto la logistica in Piemonte, ndr)» spiega Scolari. Nello specifico, nella nuova azienda sarà loro già riconosciuta l’anzianità professionale maturata alla Luxury Goods Logistics, «fatto non scontato, trattandosi di un’altra azienda». A differenza che in Ticino, ci sarà una mensa con prezzi dei pasti decisamente simbolici e ci saranno anche degli incentivi per il trasferimento.
Sebbene a Trecate i salari saranno in linea con quelli italiani – circa la metà quindi rispetto a quanto prendono i dipendenti del Gruppo in Ticino –, per diciotto mesi chi deciderà di andare nella nuova sede avrà un contributo mensile che permetterà di mitigare gli effetti negativi del cambiamento.
Il marchio francese del lusso – che vanta brand come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta e Balenciaga, tra le proprie fila – ha inoltre accettato di concedere una sorta di bonus per le autocandidature. Se a tutti i dipendenti alla fine del normale termine di disdetta verrà concesso un bonus equivalente a tre stipendi, chi si proporrà per l’uscita dall’azienda – per andare in Piemonte o da un altro datore di lavoro, è indifferente – riceverà ancora di più: il corrispondente di ulteriori sei mensilità, che andranno a scalare verso il basso col passare del tempo. Inoltre, sempre nel bonus delle autocandidature rientrano i 1’000 franchi per ogni figlio a carico concessi a tutti i dipendenti.
Un'ulteriore conquista riguarda infine dei corsi di outplacement che saranno organizzati nei prossimi mesi in Ticino. Il personale che lo vorrà potrà infatti o migliorare le proprie competenze linguistiche oppure essere seguito per un affinamento della preparazione sia dei curriculum vitae che dei colloqui di assunzione. A prima vista potrebbe sembrare di secondaria importanza, ma non è così: si tratta di una formazione molto utile, considerato che si sta parlando di personale qualificato e per il quale ci sarebbero già dei brand – che operano in Ticino – che hanno dimostrato interesse.
«Siamo soddisfatti del risultato raggiunto, si tratta sicuramente di uno dei piani sociali migliori degli ultimi anni». A conti fatti, come sottolinea il segretario regionale Giovanni Scolari, il sindacato Ocst può tirare delle somme positive dalle brevi ma intense contrattazioni. «La discussione è stata piuttosto costruttiva – ammette –. La direzione è stata abbastanza elegante nel comprendere le problematiche esposte. Si sono dimostrati aperti al dialogo, tant’è che abbiamo terminato i negoziati in anticipo rispetto alla tempistica preventivata (l’autunno, ndr)». Ci sono però dei ma: «Resta il fatto che il cantone perderà molti posti di lavoro, personale sicuramente qualificato nell’ambito della logistica e della sicurezza, come anche alcune centinaia di interinali».
Proprio quest’ultimi rappresentano forse il tasto dolente dell’intero tavolo contrattuale. «Si tratta di personale che lavora su mandati di prestazione: non sono dipendenti del gruppo Kering – spiega il sindacalista –, pertanto per loro non si è riusciti a elaborare un piano sociale». Qualche piccola concessione c’è stata comunque anche per questa categoria di lavoratori, che variano dai circa duecento in bassa stagione ai quasi cinquecento quando di lavoro ce n’è tanto.
«Chi ha lavorato per più di due anni per la Luxury Goods Logistics, potrà avere un contratto a tempo indeterminato con la XPO Logistics, che diventa a tempo determinato per quelli che invece hanno lavorato per più di un anno. Tutti gli altri (la maggioranza, ndr), dovranno invece purtroppo, se lo vorranno, rivolgersi alle agenzie interinali italiane».
La ristrutturazione è stata annunciata a fine maggio: degli ottocento dipendenti circa in Ticino, è coinvolta la metà. Di questi, i primi a partire saranno a inizio 2020 verosimilmente quelli legati all’outlet di Stabio: meno di quaranta persone. Seguiranno a scaglioni gli altri, con il grosso previsto nel 2021 e si finirà l’anno successivo. Già nell’ottobre 2018 la Luxury Goods International (sempre Gruppo Kering) aveva annunciato centocinquanta trasferimenti.