Luganese

Chiesti per il fiduciario a processo 3 anni e 10 mesi da espiare

Il Pp Zaccaria Akbas sul milione di franchi spariti dalla circolazione: 'Ipotizzo che i soldi sono stati trasportati e nascosti in Italia'. La difesa: 'Ha agito guidato dalla paura'

Il Pp Zaccaria Akbas
(Ti-Press)
29 luglio 2019
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«L’ipotesi più ragionevole è che abbia trasportato i soldi in Italia e li abbia nascolti lì». Chiedendo una pena di tre anni e dieci mesi interamente da espiare, il procuratore pubblico Zaccaria Akbas ha più volte sottolineato come la versione dei fatti del 63enne - accusato di aver sottratto quasi un milione di franchi dal caveau della società fiduciaria che gestiva - sia fumosa e poco credibile. «Sono rimasti parecchi interrogativi non chiariti - ha detto il pp durante la requisitoria -, ad esempio: perché ha rubato?».

Ma il mistero più grande nella vicenda rimane la destinazione della refurtiva: un milione di franchi circa dei quali si è completamente persa la traccia. «C’è una parte della medaglia che probabilmente non vedremo mai» ha sottolineato dal canto suo il legale Felice Dafond, alludendo alle minacce di morte che l’imputato avrebbe ricevuto dall’intermediario del creditore al quale doveva 1,3 milioni di euro. «Ha agito guidato dalla paura», la tesi della difesa.

Sebbene il 63enne abbia ammesso i fatti principali, in aula si è dibattuto in merito all’ipotizzata truffa a danno di uno dei clienti dell’uomo. «Facendo leva sulla sua posizione - per il pp- ha millantato conoscenze che non ha, inducendo il cliente ad affidargli 200mila franchi» investiti poi in operazioni relative al mercato dei preziosi e solo in minor parte restituiti. «Non vi è stato alcun astuto inganno, gli estremi per il reato di truffa non vi sono», ha detto invece Dafond chiedendo che il proscioglimento per questo capo d’accusa e una pena «equa».

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