Una parte consistente della pena inflitta al 41enne è il residuo di una condanna precedente non integralmente espiata. Pronunciata anche l'espulsione.
È stato condannato a due anni e mezzo interamente da espiare il 41enne riconosciuto colpevole di ripetuto furto aggravato e diversi reati correlati, dalla violazione di domicilio al danneggiamento. Di questi trenta mesi, venti sono dovuti ai reati più recenti commessi tra luglio e dicembre dell'anno scorso, mentre dodici sono dovuti a reati analoghi dei quali si è macchiato in precedenza. Nel 2015 fu già condannato a Lugano a tre anni e otto mesi, dei quali una parte sospesi condizionalmente. Tuttavia, essendo ricaduto nella delinquenza, l'uomo ha infranto il periodo di prova che gli era stato allora accordato, aggravando la sua posizione odierna.
La Corte presieduta da Marco Villa – con Renata Loss Campana e Manuel Borla giudici a latere – ha stabilito una pena mediana fra la richiesta di pena del procuratore pubblico Zaccaria Akbas (che ha chiesto tre anni e due mesi) e il suo difensore Riccardo Rondi (diciotto mesi). Ripulendo una mezza dozzina di case dal Luganese al Locarnese, passando da Cadenazzo, l'imputato è riuscito a rubare oggetti preziosi dal valore di circa 20'000 franchi e a causare danni, introducendosi nelle abitazioni, da oltre 5'000. Per portare a segno i suoi colpi si è servito inoltre di svariati documenti falsi, al punto da accumulare una dozzina di identità differenti.
«Lo conosciamo già molto bene, è un professionista del furto veloce ed efficace» ha sostenuto il pp durante la breve requisitoria. Con sette furti (tentati e compiuti) commessi in dieci giorni ha dimostrato «un'inclinazione al crimine per mestiere ed è lecito pensare che i furti fossero la sua fonte di reddito regolare». Ed effettivamente i precedenti sono impressionanti: dal 1995 a oggi è stato condannato talmente tante volte, quasi sempre per lo stesso tipo di reato, in diversi Paesi (una ventina di volte solo in Italia), a tal punto da accumulare tredici anni di carcere.
In Svizzera i precedenti sono due: 2013 e il già citato 2015. L'anno scorso è stato arrestato per la terza volta in piena estate, ma dopo aver ammesso i propri crimini il pp che aveva in mano l'incarto ha deciso di rilasciarlo. «Un errore – secondo il giudice Villa –, il divieto d'entrata in Svizzera non è servito a tenerlo lontano e ha continuato anzi a frequentare gente dedita ad attività delittuose». Dopo un breve rientro nel proprio Paese d'origine, l'Albania, a dicembre le Guardie di Confine lo fermano a Chiasso. Verrà accusato non solo di ingresso illegale, ma anche di ricettazione, in quanto l'auto sulla quale si trovava – guidata da un amico nel frattempo condannato – era colma da quella che l'inchiesta indicherà come refurtiva di ulteriori furti, commessi probabilmente da terzi.
Il condannato, una volta scontata la pena, farà ritorno in Albania. A suo carico è stata, nuovamente, pronunciata l'espulsione, per dieci anni.