È la scuola media luganese a ‘sfornare’ per la seconda volta in tre anni i vincitori del concorso. Nostra intervista ai ragazzi, alle docenti e al direttore.
Segni particolari: entusiasmo adolescenziale, sguardo vispo e... parlantina sciolta. Sono Francesca Vitali (IVA), Gregorio Silvestri, Gaia De Gioannini e Sofia Tedesco (tutti IVB). Quattro allievi che stanno terminando la quarta media a Lugano-Besso e che – grazie al proprio talento dialettico – hanno portato alta la bandiera della propria sede fino a Berna. I ragazzi, accompagnati dalle proprie docenti Aurora Purita e Lisa Foglia, hanno infatti partecipato alle finali nazionali del concorso la “Gioventù dibatte”, dopo l’ottimo risultato alle semifinali cantonali a Bellinzona. Non solo: la coppia formata da Francesca e Gregorio ha vinto la competizione, mentre Gaia e Sofia hanno sfiorato il podio. Li abbiamo incontrati al loro rientro, per capire che tipo di esperienza è stata. «Abbiamo preso il concorso in maniera estremamente seria, ci siamo molto appassionate. A Berna siamo andate a dormire molto tardi per studiare» ricorda Sofia, non nascondendo un po’ di delusione per non essere arrivate in finale. «Alcuni ci prendevano scherzosamente in giro per il troppo studio – aggiunge Francesca –. Ma io penso che se qualcosa ti piace tanto e ti dà delle soddisfazioni, indipendentemente dal risultato della gara, perché non investirci del tempo?».
E di tempo, i ragazzi ne hanno speso tanto per prepararsi. Non solo in classe, con i compagni che «ci hanno molto aiutati, sostenendoci e dandoci molte informazioni utili», come sottolineato da Francesca. Ma anche fuori dalle lezioni, nel proprio tempo libero.
Una dedizione che è stata ripagata. Non soltanto con gli ottimi risultati ottenuti nel concorso, ma anche nella maturazione dei giovani. «È stata una bella esperienza e l’occasione per approfondire dei temi ai quali altrimenti difficilmente mi sarei avvicinato da solo – per Gregorio –. Sento che sono migliorati il lessico, le capacità di dialogo e quelle di parlare in pubblico». Il ragazzo è modesto e riservato, ma ci pensano le compagne a evidenziarlo: Silvestri ha vinto il premio nazionale per le migliori capacità di dialogo.
«Il loro modo di esprimersi, di stare in classe, è cambiato tanto – interviene la docente Foglia –. È emersa una grande determinazione, forse inaspettata». Anche grazie alle difficoltà presentatesi, fra cui la scelta dei temi. «Non spettava a noi scegliere se saremmo stati pro o contro un determinato tema – spiega Francesca –, quindi è capitato di difendere posizioni lontane dalle proprie. Ma è stato stimolante». Ad esempio? «Quando si è parlato di pesticidi, ho approfondito l’argomento scoprendo che sono utili» valuta Sofia. La “Gioventù dibatte” quindi anche quale strumento di arricchimento culturale. «È proposto in un’età in cui i ragazzi hanno la tendenza a prendere delle decisioni di pancia – ancora Foglia –. Non sempre hanno la spontaneità nel ricercare argomentazioni valide. In questo devono essere guidati».
Una maturazione a tutto tondo per questi giovani in gamba. «All’inizio avevo confusione, paura di esprimermi, era difficile anche lavorare in coppia, ero più abituata all’individualità. Un’esperienza che mi ha fatto crescere un sacco» sostiene Gaia. «Io ero molto più aggressiva e competitiva – il bilancio invece di Francesca –. Sono cambiata, ho imparato a limare alcune parti della mia personalità». Nel caso di Sofia ha toccato molto anche le corde emotive. «Gaia e io abbiamo avuto ansia da prestazione (ride, ndr). A livello emotivo è stato un grande sforzo: bisogna trasformare la paura in grinta. Sono cresciuta molto da questo punto di vista. Reggo male la tensione, ma quest’esperienza mi ha aiutato a gestirla meglio, affinché io possa affrontarla in futuro e dare il massimo».
Certamente docenti, ma in fondo anche un po’ coach. L’esperienza della “Gioventù dibatte” per Aurora Purita e Lisa Foglia – insegnanti di italiano rispettivamente in IVA e IVB – va oltre al côté didattico. Un aspetto che è comunque centrale. «Il dibattito è la forma orale del testo argomentativo, che è un tema di quarta media, fa parte del programma scolastico» sottolinea infatti Purita, che è una veterana dell’iniziativa. Già nel 2017, quando altri due allievi di Besso (Arianna Girella e Marco Tonc) vinsero il concorso, la loro docente era lei. E per la sede luganese si trattò per altro della prima partecipazione.
«Partecipo da diversi anni – conferma –. È un progetto nel quale ho sempre creduto, che ritengo formativo e arricchente per gli allievi, e quindi l’ho proposto alla collega. L’ho accolto non tanto per partecipare al concorso, ma perché m’interessava l’attività in classe coi ragazzi, perché li mette di fronte all’oralità e all’esposizione delle proprie opinioni, delle proprie riflessioni. Il progetto valorizza infatti l’oralità, un aspetto fondamentale che manca nell’insegnamento della nostra disciplina». «Avevo voglia di provare – ribatte Foglia –, l’entusiasmo di Aurora è abbastanza contagioso (sorride, ndr). Abbiamo iniziato un po’ dopo rispetto all’altra classe, introducendo lo scopo di un dibattito. Poi, gli allievi hanno proposto delle tematiche di loro interesse e successivamente ci siamo avvicinati ai temi che la “Gioventù dibatte” proponeva».
La preparazione è stata intensa e inclusiva. «Ci siamo consultate per organizzare il lavoro. C’è una fase di studio teorico, necessario per approfondire e conoscere il tema – spiega Purita –. Abbiamo utilizzato alcune ore di laboratorio. In gruppo i ragazzi hanno fatto le ricerche sui singoli argomenti: è stata anche una forma di aiuto per chi avrebbe partecipato al concorso. Poi ci sono state fasi di scrittura e anche una verifica». «Poi è seguita la delicata fase di scelta dei papabili per il concorso – aggiunge Foglia –. Tutti si erano appassionati e avevano voglia di mettersi in gioco». Ma al concorso si partecipa unicamente in coppia. I ragazzi sono stati scelti fondamentalmente in base a tre criteri: dovevano naturalmente essere d’accordo, dimostrare di avere buone capacità dialettiche e lo spirito emotivo per affrontare il pubblico. Un’esperienza definita come un «valore aggiunto», che verrà riproposta dalle due docenti alle proprie classi. E il concorso? «Quello dipende dai ragazzi. È la ciliegina, non indispensabile, sulla torta».
Un’esperienza positiva a 360 gradi. Per il direttore delle scuole medie di Besso, Patrick Gobbi, la “Gioventù dibatte” è un valore aggiunto all’attività scolastica. «Il sistema scolastico ticinese è inclusivo: si tende una mano ai ragazzi più in difficoltà – ricorda –. Questo progetto rispetta questo principio, partendo e sviluppandosi in classe (cfr. sopra, ndr). È però anche l’occasione per dare spazio a dei talenti: se la prima parte è per tutti, il concorso è riservato alle eccellenze. E non è una questione di bravura scolastica. C’è chi non va bene a scuola ma è un talento sportivo e quindi partecipa a quelle competizioni. Allo stesso modo, chi più di altri sviluppa un talento dialettico non è necessariamente il più bravo della classe, e qui ha l’opportunità di gareggiare e dimostrare il proprio talento». La sede ha accolto con tale entusiasmo l’iniziativa, al punto che l’anno scorso i docenti hanno partecipato alla formazione ad hoc. «Imparare a dibattere è molto importante anche per l’educazione civica – valuta Gobbi –, a maggior ragione ora che l’iniziativa popolare “Educhiamo i giovani alla cittadinanza” è stata accolta. Si tratta di una competenza importante da promuovere, trasversale». Un progetto che ha ricevuto il pieno sostegno anche da parte dei genitori.