Luganese

Lugano, un Pvp che resta senza vie d'uscita

Alla serata pubblica promossa dal gruppo No al Pvp, l'ingegnere del traffico Gianni Brugnoli ha ricordato che 'la rete dev’essere dinamica e modificabile’.

Ti-Press
16 marzo 2019
|

Tema caldo, quello del Piano viario cittadino, come in genere si scaldano i conducenti che devono stare in colonna per le strade di Lugano, in particolare nelle ore di punta. Argomento scottante ma è stata poco frequentata, mercoledì sera, la serata pubblica, moderata dal consigliere comunale Plr Mario Antonini (Plr), organizzata al Palazzo dei congressi dal Gruppo No al Pvp (composto da diversi consiglieri comunali di Plr, Lega e Udc, commercianti, ristoratori, impresari e professionisti).

Ha aperto la serata il consigliere comunale Peter Rossi (Plr) che ha ricordato la petizione consegnata con poco meno di 7’700 firme e gli innumerevoli atti parlamentari sul tema in questi ultimi sette anni, auspicando che le modifiche annunciate dal Municipio a fine febbraio non siano solo un fuoco di paglia. E ha ribadito che il gruppo è contrario a questo Pvp non ai trasporti pubblici che però non funzionano abbastanza bene per convincere gli automobilisti a lasciare a casa l’auto. Ha poi preso la parola uno dei relatori: l’ingegnere del traffico Gianni Brugnoli che ha partecipato alla pianificazione della viabilità cittadina che «preoccupa da 40 anni».

Tanto che nel 1984 era stato immaginato il tram fino in centro con collegamento fino a Cassarate (e a Manno). Uno dei problemi del piano viario, ha proseguito Brugnoli, è che la strada di cabotaggio pensata per aggirare la città è rimasta sulla carta, così come è scarso l’uso di via Ciani pensata quale spina dorsale verso il centro (ma manca ancora il collegamento con via Sonvico il famoso peduncolo). Il lungolago avrebbe dovuto diventare una strada secondaria. Invece è ancora troppo utilizzato per raggiungere l’entrata dell’autostrada a Lugano sud visto che la strada verso la galleria Vedeggio-Cassarate è trafficata e la A2 è ormai satura. E su questo fatto il Pvp non può nulla.

Semafori da migliorare

Fra gli altri problemi, la carenza di posteggi nei Park&Ride, l’affinamento della programmazione dei semafori e un sogno utopico evocato dall’altro relatore, il professor Alessio Petralli (che a Capodanno ha lanciato l'idea della spiaggia sul lungolago): una galleria sotto il lago come peraltro proposto dal Plr. Un altro fatto è che a Lugano circolano ogni giorno 300mila veicoli, più della metà dei quali entrano ed escono. L’idea iniziale del Pvp, ha detto Brugnoli, «era quella di fare una rete dinamica e modificabile affinché Lugano fosse raggiungibile ma non attraversabile».

Animato il dibattito. Dal pubblico, c’è chi ha criticato la carenza e l’uso non corretto dei posteggi. Uso però aumentato, ha ribattuto Brugnoli che si è invece detto contrario all’equazione “meno posteggi, meno traffico”. Molte aspettative sono riposte nelle tre modifiche in prova tra metà agosto e fine ottobre, annunciate a fine febbraio dal Municipio, modifiche che verranno valutate in base ai flussi accertati per determinare eventuali aggiornamenti. La più ‘critica’ riguarda la riapertura nei due sensi di corso Pestalozzi dalla Pensilina fino all’incrocio con corso Elvezia. 

Critica perché potrebbe avere un impatto negativo sulla mobilità dei bus della Tpl già oggi confrontati con la necessità di provvedere a mezzi sostitutivi in caso di blocco del traffico. Le altre due daranno la possibilità di girare a sinistra verso il lungolago venendo da viale Cattaneo e di immettersi (a sinistra) in Corso Pestalozzi circolando dal lungolago. Tre modifiche peraltro chieste dal gruppo promotore della serata.