Sommossa all'Usi del 2012: il giudice procede in contumacia nonostante la protesta della difesa, l'accusa conferma i decreti di condanna
Ancora assenti e lontani dall'aula della Pretura penale i sette No-Tav, tutti ticinesi e sulla trentina, accusati di sommossa in relazione alla conferenza avvenuta all'Università della Svizzera italiana il 31 gennaio 2012 per protestare contro l'ex magistrato italiano, Gian Carlo Caselli. Il giudice Gabriele Fossati, dopo il rinvio dello scorso lunedì, ha risolto di svolgere il dibattimento comunque, nella forma contumaciale. Questo nonostante l'avvocato di difesa, Costantino Castelli, si sia opposto, evidenziando come il Tribunale federale non prevede possibile la contumacia nei casi di decreti d'accusa davanti alla Pretura penale. Inoltre secondo il legale la Corte non ha rispettato la tempistica (10 giorni prima del dibattimento) nel recapitare le citazioni al processo.
Il giudice ha stabilito invece che, ancorché in tempi brevi, le citazioni sono regolari e per tanto ha sentenziato che si procede in contumacia. L'avvocato Castelli ha osservato di ritenere 'nullo il processo perché non rispetta le norme'. Tant'è, il dibattimento ha preso il via, pur sotto protesto della difesa. Lo scorso 22 gennaio per la stessa accusa di sommossa all'Usi, una trentenne No tav è stata condannata alle correzionali a una pena pecuniaria sospesa. La parola è passata al pp Zaccaria Akbas che ha confermato la gravità della sommossa compiuta dai 7 No-Tav all'Usi nel 2012.
Per il magistrato le testimonianze degli agenti di polizia riferiscono univocamente delle violenze messe in atto dagli accusati, parlando di sommossa pianificata, con viso dissimulato dalle sciarpe nere e cappucci. Poi gli insulti e 'una violenza esplosa all'esterno dell'ateneo'. Il pp ha chiesto la conferma delle condanne con decreti d'accusa a pene pecuniarie. 'Tutti gli imputati, ha evidenziato il pp, sono stati riconosciuti e identificati dagli agenti, dalle foto e dai filmati video della video sorveglianza'.
Nella sua arringa difensiva, l'avvocato Castelli ha ribadito la nullità del dibattimento e ha contestato il reato di sommossa, che «non c'è stata. Il reato di sommossa deve contemplare l'assembramento di persone», ciò che a mente della difesa, che ha citato alcune testimoni sentiti nell'inchiesta, non è è avvenuta. Il legale ha contestato anche l'identificazione degli imputati, con fotografie tratte da Internet e da profili Facebook. 'Cos'è questa? Una schedatura?' - ha ammonito Castelli, riferendosi ai ritratti presenti in un documento A4. «Gli imputati vanno identificati soltanto in aula. E questo non è avvenuto» - ha proseguito il patrocinatore dei 7 No-Tav, per i quali ha chiesto il proscioglimento. La sentenza sarà resa nota oggi alle 17.