Parzialmente accolto l'atto d'accusa. A favore dell'imputato hanno giocato diverse situazioni dubbie. Droga totale riconosciuta dalla Corte: 750 grammi circa
«La prognosi non solo è negativa, ma visti i precedenti è nefasta». Pur prosciogliendolo da alcuni capi d'accusa, la Corte presieduta da Marco Villa ha condannato a una pena interamente espiativa il 26enne a processo oggi per reati legati soprattutto alla droga: tre anni e otto mesi. «È preoccupante il breve periodo trascorso fra l'ultima carcerazione (aprile 2017, ndr) e l'inizio di una nuova attività delittuosa (luglio dello stesso anno, ndr) – ha sottolineato il giudice –. Un'altra aggravante rispetto ai processi precedenti (l'imputato è stato condannato già cinque volte, ndr) è che non è più consumatore di droga ma ben ne conosce gli effetti e si è dato a quest'attività unicamente per lucro. Inoltre la Corte non ha riscontrato una presa di coscienza: l'imputato non ha capito la gravità dei suoi comportamenti passati: delle leggi se ne fa un baffo».
La Corte delle Assise criminali di Lugano ha come detto parzialmente accolto l'atto d'accusa stilato dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti, che ha chiesto quattro anni e sei mesi. Quattro principalmente i punti contestati dall'imputato e dall'avvocatessa Chiara Buzzi. In primo luogo i quantitativi di cocaina sia posseduta – 1,2 chili per la pp, molto inferiori per la difesa –, che venduta – 534 grammi per Pedretti, anche qui meno secondo Buzzi –: richiamandosi al principio dell'in dubio pro reo, la Corte ha accolto le tesi difensive. Sempre per lo stesso principio, il giovane è stato prosciolto dal reato di incitazione al soggiorno illegale di uno dei complici, come pure dall'ipotesi di aver fatto preparativi per l'acquisto di tre chili di cocaina dalla Francia e dalla Repubblica Dominicana, destinati al mercato locale.
Confermati invece gli altri capi d'accusi: infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti (per complessivi 750 grammi, invece dei 4,7 chili – atti preparatori compresi – ipotizzati), riciclaggio di denaro, tre reati legati alla circolazione e, infrazione alla Legge federale sulla promozione dello sport e dell'attività fisica e contravvenzione a quella sui medicamenti e dispositivi medici. Nell'abitazione del condannato erano infatti anche state rinvenute circa 160 compresse di prodotti dopanti utilizzati per incrementare le prestazioni sportive e il giovane ha inoltre venduto una serie di medicamenti non omologati senza autorizzazione.