La positività emersa dall'incontro odierno tra il Ministero dell'Interno, il commissario straordinario del Comune e i sindacati non ha tuttavia sciolto il grande interrogativo
I tempi per la riapertura del Casinò non sono certi. Neppure dopo l’incontro di oggi pomeriggio al Viminale dove i sottosegretari leghisti al Ministero dell’Interno Nicola Molteni e Stefano Candiani, presente il commissario straordinario del Comune Giorgio Zanzi, hanno incontrato i rappresentanti sindacali non solo della casa da gioco ma anche dei dipendenti comunali e della scuola dell’infanzia.
Un incontro che, giudicato positivamente dalle organizzazioni sindacali, non ha sciolto l’interrogativo che tutti si pongono: quando riaprirà la casa da gioco, unica azienda dell’enclave senza la quale non ci può essere futuro per la comunità campionese, alle prese con una intricata crisi senza precedenti. I due rappresentanti del governo non hanno potuto fare altro che manifestare la volontà di riaprire (“il più velocemente possibile”) la casa da gioco e di sostenere l’enclave. La strada per la riapertura del Casinò è in sostanza quella che ‘laRegione’ ha anticipato: la nomina di un Commissario straordinario, con il compito di redigere un piano industriale, sostenibile nei costi. Occorre superare la legge Madia che vieta al Comune la gestione del Casinò di cui è proprietario unico. Insomma, resta il problema di aver un quadro normativo entro il quale operare. Il fatto che si continui a parlare di temi noti da luglio ha sollecitato nei sindacalisti la domanda: “Perché siamo in presenza di una materia molto complessa” si sono sentiti rispondere. Nel ginepraio di leggi, la riapertura del Casinò - è stato detto a Roma - passa dalla legge di Stabilità che dal Parlamento deve essere approvata entro fine anno. È parso di capire che, solo una volta approvata la legge, si potrà concretizzare la riapertura della casa da gioco. «Da parte nostra, abbiamo chiesto garanzie in merito ai livelli occupazionali – sottolinea Giovanni Fagone, segretario del sindacato di categoria Cgil, a nome di tutti gli altri sindacati –. Così come abbiamo fatto presente l’urgenza di prevedere ammortizzatori sociali per i dipendenti del Casinò che, a differenza degli Aire che percepiscono la disoccupazione svizzera, non hanno alcun tipo di reddito. Abbiamo fatto presente che potrebbero rientrare nelle misure previste dal reddito di dignità». Sollecitato anche uno scambio di informazione per poter avere un quadro dei possibili sviluppi.
A Roma, si è parlato anche degli esuberi previsti in Comune e dell’asilo. In entrambi i casi, i due sottosegretari non sono stati in grado di fornire risposte né una tempistica certa: molto dipende dalla riapertura del Casinò. Vincenzo Falanga, segretario provinciale dell’Uil Funzione pubblica: «In questa fare il nemico è il tempo: l’11 novembre diventerà esecutiva la delibera di giunta che prevede 86 esuberi». Insomma, il tempo stringe.