I cinque milioni sono a disposizione e verranno versati nelle prossime settimane.
Progetto Mizar: c’è unità d’intenti fra Fondazione Cardiocentro e Municipio di Lugano e soprattutto c’è la conferma: i cinque milioni sono a disposizione e verranno versati nelle prossime settimane. È questo, in estrema sintesi, il succo dell’incontro tenutosi stamane a Palazzo Civico. Stiamo parlando del progetto di trasformazione dello stabile Mizar di Molino Nuovo in un centro di ricerca in biomedicina. Restano l’incertezza e diverse incognite legate a cosa succederà all’iniziativa popolare lanciata dal Cardiocentro, al possibile voto e al risultato che ne scaturirà. Tutti elementi che probabilmente contribuiranno a far cambiare la forma giuridica della Fondazione Cardiocentro, partner dell’operazione Mizar.
«Il progetto Mizar viene considerato importante, prezioso, degno di continuità da parte del Cardiocentro – ha dichiarato soddisfatto il sindaco di Lugano Marco Borradori –. In questo senso, i rappresentanti della Fondazione Cardiocentro hanno confermato quanto già affermato una decina di giorni fa». Una conferma sull’operazione che soddisfa e rincuora l’esecutivo cittadino che ridà vita, corpo e forma a un edificio in centro città e che oggi è in uno stato inappropriato alle circostanze (non utilizzato da 8 anni). A fare da eco alle parole del sindaco, quella del membro della Fondazione Giovanni Jelmini: «L’incontro è stato molto interessante. Anche noi crediamo a questo progetto che abbiamo ideato assieme alla Città di Lugano e vogliamo realizzare insieme. E, come d’accordo, verseremo i cinque milioni di franchi per l’acquisto dello stabile. Nelle prossime settimane ci troveremo, metteremo a punto gli ultimi dettagli, e verseremo i soldi».
Dal canto suo, il municipale Michele Foletti, presidente della Fondazione Lugano Medtech ha sottolineato che «abbiamo ottenuto nero su bianco anche la volontà degli altri partner (Ente ospedaliero cantonale e l’università) che hanno confermato l’interesse al progetto per gli interessanti sviluppi possibili legati alla facoltà di biomedicina e al Master di medicina. Quindi la necessità di spazi per la ricerca c’è.Ora bisogna capire come proseguire nella prospettiva della data di scadenza della Fondazione Cardiocentro e nell’incertezza giuridica legata al dopo e a chi sarà il suo successore in diritto». Un compito ancora difficile da svolgere che occuperà i partner dell’operazione nelle prossime settimane. Anche Boris Bignasca, membro della Fondazione Cardiocentro, ha confermato l’unità d’intenti e si è detto felice di poter «contribuire a concretizzare un progetto non facile nel ‘suo’ quartiere di Molino Nuovo che, grazie all’operazione, approfitterà della riqualifica dell’edificio. La ricerca è un elemento fondamentale della medicina e in tutti i settori.