Luganese

Campione, la chiusura del Casinò costerà 20 milioni all'erario

Quattrocento dei 500 dipendenti risiedono infatti in Ticino. Intanto sulle rive del Ceresio, qualcosa si muove per la riapertura della casa da gioco.

8 agosto 2018
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Il fallimento del Casinò di Campione d'Italia potrebbe costare almeno 20 milioni all'anno alle casse pubbliche. Questo perché dei 500 dipendenti che rimarrebbero senza un lavoro, ben 400 risiedono in Ticino. in qualità di cittadini Aire. E stando ad una convenzione Italia-Svizzera sarà la Confederazione a dover pagare i sussidi di disoccupazione. "Noi non chiediamo sussidi, ma lavoro" la comprensibilissima parola d'ordine dei lavoratori campionesi, rimasti senza stipendio e con la prospettiva di ricevere a breve la lettera di licenziamento collettivo, passaggio ineludibile, dopo che la Casinò di Campione Spa è stata dichiarata fallita.

Intanto si apprende che la riapertiura della casa da gioco, chiusa da una dozzina di giorni, potrebbe non passare solo dalla politica. Nell'enclave ci si starebbe infatti rimboccando le maniche tramite un'iniziativa per ora non meglio precisata.

Silenzio di Roma

L'intervento dei politici, auspicato da più parti, finora non sembra aver scalfito il clima di disinteresse dei vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, chiamati ripetutamente in causa dei lavoratori campionesi. Il silenzio della politica non esclude la possibilità che il ''caso Campione'' sia sotto esame, considerata la molteplicità degli aspetti da affrontare.

A fianco dell'enclave si è schierata nelle scose ore anche l'Associazione degli italiani all'estero Comites di Lugano che ha chiamato in causa la Lega dei Ticinesi perché faccia pressione sulla Lega di Salvini che, come ministro dell'Interno, unitamente a Di Maio, ha in mano la chiave per arrivare, attraverso il Decreto Legge, alla riapertura del casinò.

'Fiducia al sindaco'

Intanto, continuano a essere agitate le acque all'interno del Consiglio comunale. Alla richiesta di dimissioni di Roberto Salmoiraghi da parte dei quattro consiglieri usciti dalla maggioranza c'è la presa di posizione di Gianluca Ferrari, capogruppo dei consiglieri rimasti fedeli al sindaco: «Se i quattro consiglieri di minoranza, che chiedono le dimissioni di Roberto Salmoiraghi, ritengono esaurita la loro esperienza, hanno facoltà di rassegnarle loro le dimissioni. Sindaco, vice sindaco e giunta, sebbene in un mare di difficoltà, non ascrivibili alla loro azione di governo, oggi sono ancora in grado di reggere le sorti del comune». Per cui la «maggioranza rinnova stima e fiducia al sindaco Roberto Salmoiraghi e alla sua giunta Comunale. Per noi rappresentano una solida garanzia che, forti delle loro esperienze e relazioni politiche, saranno in grado di avviare a soluzione l’attuale drammatica situazione di Campione d’Italia».