Si tratta del primo colloquio del nuovo corso, post 12 marzo al Lac. Intanto un bilancio di inizio stagione: bene i pernottamenti, trend immutato per i negozi.
Quattro mesi. Dopo un inverno costellato da assemblee rionali e carico di tensione – sfociato nella serata del 12 marzo al Lac, in cui la Città ha invitato tutti i commercianti –, una primavera di contrattazioni e attese, ci siamo. Con l’estate partiranno finalmente gli incontri fra autorità pubblica ed esercenti. Quel nuovo corso inaugurato, in un clima di tensione ma anche di voglia di fare, proprio al centro culturale. Dopo quattro mesi, le parti si incontreranno infatti una prima volta nella seconda metà di luglio.
«Sì – conferma Paolo Poretti, presidente della Società dei Commercianti di Lugano (Scl) –, abbiamo chiesto un incontro, come negli accordi, e proprio pochi giorni fa ci hanno risposto proponendoci due date a luglio». All’attenzione del Municipio sarà quindi sottoposta una serie di problematiche ritenute prioritarie per il settore. Il presidente preferisce non sbilanciarsi, come concordato con gli altri membri del gruppo di lavoro, sui temi e le richieste che si andranno a discutere con l’esecutivo, in quanto quest’ultimo non è stato ancora informato. «Riteniamo sia meglio così, per ora – spiega –. Stiamo cercando di lavorare assieme per migliorare le cose, non andremo con spirito di contraddittorio ma collaborativo, per valutare se vi siano delle soluzioni a cui il Municipio può contribuire. Questo primo incontro sarà prevalentemente interlocutorio, per valutare cosa si potrà fare e cosa no».
Bocche cucite quindi, ma è facile immaginare che i temi siano grosso modo quelli usciti in questi ultimi mesi, di cui abbiamo già riferito. La sempreverde questione dei parcheggi ad esempio, ritenuti troppo cari dai commercianti e per i quali molti vorrebbero delle riduzioni in giornate speciali. O ancora, abbellimenti e attrazioni che non siano confinati a lungolago, via Nassa o piazza Manzoni.
«Nel nuovo gruppo di lavoro siamo una decina – aggiunge Poretti –: oltre a riunire tutte le associazioni presenti sul territorio, si aggiungono un rappresentante degli albergatori e uno degli esercenti». Un ampliamento di prospettiva voluto per «tenere conto delle esigenze di tutti, che si intrecciano le une con le altre».
Sebbene, come sottolineato dal presidente della Scl, le problematiche siano «ad ampio respiro e non si ha la presunzione di trovare una soluzione dalla mattina alla sera», questa stagione estiva sembrerebbe quindi avviarsi a ricalcare le precedenti, senza novità significative. «Il trend non è cambiato, la situazione rimane difficile» conferma Poretti. Problemi congiunturali e strutturali che non hanno trovato, a differenza di alberghi e ristoranti, sollievo da nessuna delle recenti manifestazioni svoltesi in città, come il ritiro della Nazionale svizzera di calcio e soprattutto il Pride. Per quest’ultimo ad esempio – che ha visto circa 7’000 persone sfilare a Lugano –, una cinquantina di commercianti ha dato il proprio supporto allestendo delle vetrine a tema arcobaleno. «Non sono questi eventi, anche se di successo, a cambiare le sorti di una stagione, almeno per quanto ci riguarda. Non escludo che qualcuno ne abbia approfittato, ma è sbagliato fare il parallelismo ‘tanta gente, tanti affari’. Purtroppo a volte succede proprio il contrario».
Tutto sommato, a livello di pernottamenti, non ci si può lamentare. Anche se, spiega il presidente di Hotellerie Suisse Lorenzo Pianezzi, «non è cambiata la tendenza in atto, ossia quella di essere leggermente al di sotto degli ottimi risultati conseguiti lo scorso anno. Risultati che hanno consentito di recuperare il tanto terreno perso nelle stagioni precedenti. Non è stato possibile reggere il confronto con il livello raggiunto nel 2017». Complice, aggiungiamo noi, le bizze del mutevole meteo primaverile di quest’anno.
Ma gli ultimi eventi in Città, come il Pride, hanno contribuito a richiamare turisti a Lugano? «Certo, hanno portato comunque un buon numero di pernottamenti. Gli alberghi del centro città hanno fatto registrare una buona occupazione sia per il Pride sia nel fine settimana appena trascorso – osserva Pianezzi –. Quando ci sono eventi capaci di richiamo, la gente arriva. Ben venga qualsiasi tipo di evento in grado di portare pernottamenti di qualità». C’è chi, come il presidente di GastroTicino Massimo Suter, ha evidenziato in un post che la gara di Formula E ha richiamato a Zurigo fra le 100 e le 150mila persone mentre a Lugano per il Pride ‘solo’ ottomila... «È un grandissimo peccato non essere riusciti a portare la formula E a Lugano. Sicuramente avrebbe generato un bel numero di pernottamenti e un indotto importante in tutto ciò che ruota attorno al turismo. Zurigo ha saputo cogliere l’opportunità. Probabilmente, ci sta anche chiedersi se davvero la Formula E non fosse possibile a Lugano». In realtà, il Municipio ha fatto il possibile ma alla fine ha dovuto lasciar perdere. In Ticino siamo davvero capaci di cogliere le opportunità? «Non sempre, perché magari ci lasciamo andare in polemiche, per noi insormontabili – risponde Pianezzi –. Di conseguenza, rischiamo di non riuscire a portare a casa eventi che avrebbero avvantaggiato la città e la destinazione Ticino. Per gli eventi, dobbiamo iniziare a pensare in termini di città-Ticino perché fra un paio d’anni, con AlpTransit, il cantone lo potremo girare in venti minuti e ciò che è importante per Lugano lo è per tutto il Ticino».