La Ferrovie Luganesi Sa ha ordinati nove mezzi per la tratta Lugano-Ponte Tresa, che dal 2027 serviranno anche la tanto discussa asta fino a Bioggio e Manno
Il Tram-Treno del Luganese ha un ‘volto’ e una mamma. Sarà infatti l’elvetica Stadler Altenrhein Ag a costruire i convogli che rivoluzioneranno la mobilità dell’area più urbanizzata del cantone. I primi nove sono stati ordinati proprio in questi giorni dalla Ferrovie Luganesi Sa (Flp) in vista del pensionamento del trenino che dal 1978 serve la tratta fino a Ponte Tresa. «Il materiale che comperiamo è appositamente compatibile sui due tracciati – specifica però il direttore della Flp Roberto Ferroni –, viaggeranno quindi sia su quello vecchio (Ponte Tresa-Bioggio, ndr), che su quello nuovo (Lugano-Bioggio-Manno, ndr), senza alcuna modifica». Per l’acquisto si è tenuto conto di entrambi i profili d’ingombro, come pure delle lunghezze delle fermate delle linee. In altre parole: quello in foto è l’aspetto che avrà la rete tramviaria che sta facendo discutere tutta la regione.
Indipendentemente dal progetto del Tram-Treno, la Flp avrebbe cambiato i propri vagoni: quelli attuali spengono quest’anno quaranta candeline e presentano una serie di problemi che grazie all’importante investimento saranno risolti. Fra questi, l’assenza di aria condizionata che, durante le ondate di calore – come quella potente del giugno scorso, ad esempio –, rende il viaggio disagevole. «I nuovi mezzi saranno dotati di tutti i comfort e di importanti misure di sicurezza per i passeggeri – spiega Ferroni –, in particolare i sistemi legati agli accessi, la videosorveglianza, gli ingressi ribassati per persone con difficoltà motorie. Saranno inoltre convogli silenziosi, a beneficio di chi abita nelle immediate vicinanze della strada ferrata». Il concorso per il nuovo materiale rotabile si è tenuto l’anno scorso e la ditta svizzera ha gareggiato fino all’ultimo con la spagnola Caf per ottenere l’appalto. L’investimento globale è stimato in circa 40 milioni di franchi e garantito da una fideiussione della Confederazione.
Motivo dell’acquisto, non è solo la vetustà degli impianti attuali, ma anche il costante aumento di passeggeri sulla linea. Negli ultimi dieci anni sulla Lugano-Ponte Tresa si è registrato infatti un aumento dell’utenza del 60%. E anche il 2017 si è chiuso con un incremento del 7,5%, superando la soglia dei 2,5 milioni di passeggeri trasportati. «Numeri che ci indicano che, soprattutto nelle ore di punta, bisogna potenziare le corse o la capacità per soddisfare la clientela. E questo con il binario attuale non è più possibile». I nuovi convogli potranno trasportare 250 passeggeri l’uno e negli orari di punta circoleranno in doppia composizione. E se l’arrivo dei nuovi tram è previsto nel 2020, bisognerà aspettare il 2027 per l’apertura della nuova rete. Toccando la zona industriale di Manno e Bioggio – dove confluiscono 10’000 lavoratori al giorno –, il centro di Lugano sarà raggiungibile in rispettivamente 13 e 7 minuti.
«Sono consapevole che alcune piccole modifiche per soddisfare qua e là esigenze dei privati che hanno interposto ricorso potranno far slittare la messa in esercizio. Tuttavia – valuta Ferroni –, sono convinto che tutti gli attori coinvolti comprendano la necessità di realizzare questo importante progetto, ben finanziato dalla Confederazione, e che il buon senso prevalga. Sarebbe un enorme autogol lasciarci scappare quest’opportunità unica».