Luganese

Poligono di tiro al Ceneri, bersaglio centrato

Via libera senza discussioni dal Gran Consiglio ai 31 milioni di franchi per costruire la struttura coperta alla Piazza d'armi

24 gennaio 2018
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Nessuna obiezione. Vuoi l’ora tarda, vuoi l’ampio sostegno, con la commissione favorevole all’unanimità, il parlamento cantonale, ieri sera, senza discussioni, ha dato luce verde al credito di 31 milioni di franchi per la realizzazione del poligono di tiro del Monte Ceneri e alla relativa domanda di dissodamento. Un’opera tanto attesa (cfr. articolo accanto) quanto ritenuta indispensabile per tutto il Ticino. E soprattutto, forse memori di quanto successo dieci anni fa, la struttura sarà completamente coperta e verrà costruita su un sedime della piazza d’armi. Vi confluiranno dieci società di tiro su un totale di 44 attive a livello ticinese.

A sottolineare la svolta storica è intervenuto Giancarlo Seitz (Lega), uno dei relatori del messaggio, assieme a polo Pamini (La Destra). Il progetto votato ieri sera porterebbe a sanare la situazione in ben tre poligoni: quello di Porza-Canobbio in zona Ressiga, di Bellinzona-Giubiasco in zona Saleggi e di Origlio-Cureglia. Nel suo breve intervento, Seitz ne ha messo in evidenza i pregi parlando della sua importanza anche per le potenzialità dal profilo turistico. Non solo. La struttura risponde a una necessità chiaramente indicata dalla legge e alle esigenze della pratica del tiro molto diffusa alle nostre latitudini. Sono davvero parecchi in Ticino i poligoni al servizio di sportivi, corpi di sicurezza, per l’assolvimento degli obblighi militari (tra i quali rientrano tutte le attività fuori servizio come il tiro obbligatorio) e per il tiro di caccia. Alcuni di questi impianti, oltre ad essere vetusti e non più in linea con gli odierni standard tecnici, viene rilevato nell’introduzione al messaggio governativo, non sono nemmeno conformi alla legislazione in materia di protezione dell’ambiente, in particolare per quanto riguarda l’impatto fonico.

Uno stand all’avanguardia

Sì, perché, con lo sviluppo negli ultimi decenni degli insediamenti abitativi, soprattutto nelle periferie urbane, diversi stand di tiro si sono ritrovati a contatto con zone fortemente edificate. Questa situazione ha causato, e continua a provocare, non solo dei problemi ambientali legati all’inquinamento fonico, ma in alcuni casi anche delle importanti limitazioni allo sviluppo di pregiate aree urbane. Senza dimenticare le rimostranze della popolazione residente nei pressi di strutture ritenute obsolete e addirittura potenzialmente pericolose. Come lo stand di Bidogno, il cui progetto di ampliamento è contestato dalla cittadinanza.

Dieci anni or sono un altro progetto venne bocciato dal referendum

Un impianto al Monte Ceneri era inizialmente previsto a ovest della strada cantonale, soluzione sulla quale il Gran Consiglio si era espresso favorevolmente nel gennaio 2008. La proposta è stata abbandonata dopo la bocciatura in votazione popolare del sussidio cantonale il 1° giugno del 2008. Dopo l’esito del referendum, il Cantone si è attivato per trovare un’alternativa. Come? Tramite diversi approfondimenti, studi e coinvolgendo i vari portatori d’interesse (fra cui i promotori del referendum contro il credito cantonale), si è giunti alla conclusione di realizzare un impianto coperto sul sito dell’attuale poligono militare del Monte Ceneri, risanando tra l’altro una situazione fonica critica. La realizzazione del nuovo centro d’addestramento e poligono di tiro richiede certo la sottrazione di più di 3’000 metri di bosco, ma nel contempo il progetto risponde a un interesse pubblico avvertito dalla collettività e non comporta particolari ripercussioni sul comparto della piazza d’armi del Monte Ceneri e consente lo smantellamento di alcune infrastrutture sparse sul territorio cantonale non più conformi ai requisiti di legge.