Biciclette elettriche, sistema di noleggio tramite smartphone, un’app gratuita che indica in tempo reale disponibilità di bici e stazione più vicina. E ancora: un telaio in alluminio leggero e stabile su bici più piccole e maneggevoli pensate appositamente per il servizio. «È un modello che non è in commercio – conferma il direttore di PubliBike Sa, Bruno Rohner – ed è ideale per le caratteristiche morfologiche della città. Dopo quindici mesi di sviluppo, siamo orgogliosi di poter avviare questo sistema di bike sharing a Lugano, che è – con Losanna – la prima città in Svizzera ad avere una rete così moderna e tecnologica».
Da Tesserete a Morcote – passando per la città, Paradiso e Melide –, la rete di condivisione delle due ruote nel Luganese si rinnova, addottando una veste tecnologica di prim’ordine. Nove stazioni urbane e tre nei comuni esterni, per un totale di 84 bici, la metà delle quali elettriche, fruibili sia dagli adulti che dai bambini. «Il successo registrato dal servizio a partire dalla sua introduzione (nel 2010, ndr) ci ha motivati a implementare un sistema completamente rinnovato» spiega Paulo Solari, direttore per il Ticino di AutoPostale (proprietaria di PubliBike). L’innovativa rete è stata introdotta settimana scorsa anche nella capitale vodese e a giorni toccherà a Sion, mentre le due più estese – Berna e Zurigo – dovranno attendere la prossima primavera.
E malgrado l’inaugurazione odierna, di attesa per la bella stagione si parla anche a Lugano. «Questo è un primo passo nella giusta direzione – valuta il sindaco Marco Borradori –, siamo purtroppo bloccati da un ricorso che ci impedisce di fare il cambio di paradigma che vorremmo fare». L’opposizione in questione è stata inoltrata nel 2016 da un concorrente e l’auspicio dei promotori è che entro la primavera, al più tardi l’estate, questa sia evasa dalle autorità giudiziarie.
Ipotizzabile un coinvolgimento di Massagno, Bissone e Savosa L’obiettivo finale è infatti la creazione di una rete molto più estesa dell’attuale. «Ad oggi il servizio è ancora troppo poco sviluppato per una città come Lugano – constata il municipale Roberto Badaracco –, in tempi brevi si desidera ampliarla notevolmente: 34 nuove stazioni (per un totale di 46, ndr) e 560 biciclette». Il progetto ha anche dei fini turistici: «Il ciclismo è un importante attrattore – aggiunge il capodicastero –, portare a termine la rete è anche un modo per migliorare l’offerta».
Al progetto, oltre a quelli che già coinvolti, sono interessati anche altri Comini: all’inaugurazione si sono presentati rappresentanti di Massagno e Bissone, è in programma un incontro con Savosa, mentre per Magliaso, Caslano e Canobbio c’è l’interesse da parte della Città a instaurare una collaborazione.
Nell’attesa che il ricorso si sblocchi, l’inaugurazione è stata anche l’occasione per fare il punto sulle piste ciclabili in città e in generale nella regione. «La Città ha approvato il piano di spostamenti ciclabili, che pone le basi per la pianificazione sul territorio – il chiarimento di Borradori –, l’intenzione è di creare 24 nuovi km prioritari già nell’arco di 1/2 anni». I percorsi progettati sono naturalmente integrati con quelli cantonali e dei comuni attigui, con lo scopo di avere una valida alternativa al trasporto motorizzato nella regione. «Già oggi nel Luganese ci sono circa 50 km di piste ciclabili – quantifica Badaracco –, che dovrebbero raddoppiare in 4, forse 5 anni».