Il re dello slot machine, Francesco Corallo che negli anni scorsi grazie a personaggi noti nel mondo politico aveva cercato di mettere le mani sul Casinò di Campione d'Italia, arrestato il 14 dicembre 2016, nell'ambito dell'operazione ''Rouge et Noir'' è stato estradato in Italia. È ritenuto il promotore di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale specializzata nel riciclaggio di grosse somme di denaro ricavate dal mancato versamento delle imposte sugli introiti delle slot machine. A Corallo saranno contestualmente notificati numerosi decreti di sequestro di denaro, conti correnti, quote societarie, beni mobili e immobili, anche siti all’estero, per un importo pressoché equivalente agli illeciti guadagni ottenuti.
E fra i ''siti all'estero'' ci sono anche conti correnti presso banche di Lugano dai quali, stando a quanto trapelato, transitavano i capitali destinati a Saint Martin, nelle Antille Olandesi, dove Francesco Corallo, è titiolare di diversi Casinò e da dove controllava il suo impero radicato nel gioco d'azzardo. Le operazioni fraudolente del sodalizio criminale hanno coinvolto personaggi noti del mondo politico ed economico italiano e hanno fruttato all’organizzazione guadagni per oltre 200 milioni di euro, si legge in un comunicato stampa del Comando generale della Guardia di Finanza di Roma. Un pallino per i Corallo le case da gioco. Prima di lui anche il padre Gaetano, uomo del clan Santapaola, super boss di Cosa Nostra. Gaetano Corallo arrestato in occasione della ''notte di San Martino'' del 1983, in quanto organico alla mafià dei casino, che aveva puntato su Campione e Sanremo. Fatti per i quali era stato condannato a 7 anni e mezzo.