Si può rispolverare un proverbio latino per motivare la decisione del Comune di Campione d'Italia di rinnovare l'asta per l'alienazione di Villa Mimosa, uno dei gioielli comunali di famiglia: ''mater artium necessitas''. Il significato letterale è ''La necessità è la madre delle abilità'', che abitualmente trasformiamo in ''bisogna fare di necessità virtù''. E le necessità dell'enclave sono enormi. Messa all'asta una prima volta nel 2014, con base di 10 milioni e 100mila franchi, Villa Mimosa – costruita all'inizio dello scorso secolo come pertinenza del vecchio casinò, in riva al Ceresio – era rimasta invenduta. Identico destino , un anno dopo, in occasione della seconda asta al prezzo di 8 milioni e mezzo di franchi. Si era perciò ipotizzata l'utilizzazione della dimora come struttura alberghiera. C'erano stati interessamenti, provenienti da società sia di Lugano che di Milano, ma l'operazione non andò in porto. Il Comune guidato da Roberto Salmoiraghi, alle prese con una situazione pesantemente deficitaria continuamente sul filo del rasoio, ha deciso per una terza asta, fissando il prezzo attorno ai 7 milioni di franchi. Non è da escludere che gli acquirenti possano essere rimasti alla finestra, per spuntare un costo sempre più conveniente. Le domande di partecipazione all'asta debbono essere presentate entro le 13 del 28 agosto. L'assegnazione è fissata per il giorno dopo (se ci saranno offerte).