Le hanno consegnate al Municipio i commercianti del nucleo storico per dire no alla chiusura parziale del quartiere prevista dalla sperimentazione viaria
«Ci ritroviamo nuovamente qui, ormai ci siamo abituati, è un tema che ciclicamente ritorna, ma chissà che non sia la volta buona per mettere un punto. Non per forza finale, magari di partenza, il primo passo verso delle soluzioni condivise».
La speranza nelle parole di Francesco Bevilacqua non basta a nascondere la preoccupazione sul suo volto. Il titolare della Farmacia Città Vecchia sa bene che questa volta la sfida si annuncia più complessa rispetto a quasi sei anni fa, quando si era già ritrovato in quella stessa situazione, ossia davanti a Palazzo Marcacci assieme ad altri commercianti e residenti del nucleo storico di Locarno per consegnare delle firme contro quella che ai loro occhi appariva, e appare ancora, come una minaccia. Il tema è sempre quello, la chiusura (totale o parziale) al traffico veicolare del centro antico della Città, ma se allora (nel 2019) i negozianti si erano mossi in risposta a una petizione di verdi e socialisti locarnesi – raccogliendo in pochi giorni 1’872 firme che chiedevano di mantenere, anzi ampliare e abbellire la Zona Incontro instaurata qualche anno prima – oggi l’“attacco” arriva dallo stesso Esecutivo locarnese, che intende sperimentare una nuova gestione della viabilità con l’obiettivo primario di eliminare il traffico parassitario dalla Città Vecchia.
«Il fatto che la proposta arrivi proprio dal Municipio effettivamente cambia un po’ le carte in tavola, qualche timore in più c’è, ma non per questo siamo meno agguerriti, vogliamo venir ascoltati e continueremo a batterci, anche raccogliendo altre firme», prosegue Bevilacqua facendo riferimento alle 1’019 sottoscrizioni consegnate alla Cancelleria comunale (non era presente nessun municipale) dal “comitato spontaneo di difesa del futuro del quartiere Città Vecchia di Locarno”. Oggi, come nel 2019, al suo fianco ci sono alcuni titolari di storiche realtà del nucleo quali Piero Suini (dell’omonimo negozio di alimentari) e Tamara Reggiani (della Merceria Rosetta, accompagnata dalla figlia Lia), nonché il presidente della Società commercianti, industriali e artigiani del Locarnese (Scia) Giovanni Caroni, ma la lista di chi li sostiene è decisamente lunga e comprende ad esempio anche la Farmacia Lafranchi, Belotti Sport, Pasticceria Marnin e molti altri.
L’intenzione del Municipio è, lo ricordiamo, avviare una sperimentazione di circa tre mesi funzionale ai futuri effetti sia della variante pianificatoria per Parco Balli e autosilo (recentemente approvata dal Cantone e che porterà all’eliminazione di una cinquantina di parcheggi in superficie nel nucleo) sia della sistemazione di Largo Zorzi nell’ambito della riqualifica degli spazi pubblici del centro urbano (“La Nouvelle Belle Époque”). In estrema sintesi, l’idea è di chiudere al traffico di transito via Borghese (che sarà percorribile solamente per chi vive, lavora o intende fermarsi in Città Vecchia), chiudere parzialmente – a fasce orarie e nei fine settimana – via Cittadella, nonché impedire l’accesso a via delle Monache ai non confinanti. Una proposta che deve in ogni caso ancora superare lo scoglio del Consiglio comunale, al quale l’Esecutivo chiede un credito di 140mila franchi necessario per la fase di test.
Dalla pubblicazione, lo scorso 17 gennaio, del messaggio municipale, critiche e scetticismo sono stati espressi da chi nel nucleo vive e lavora (anche attraverso Pro Città Vecchia e Scia), ma pure dai Comuni limitrofi come Orselina e Muralto, preoccupati in particolare per la chiusura di via delle Monache. C’è però anche chi sostiene il progetto del Municipio e lo ha sottolineato attraverso una lettera aperta, accompagnata da 121 firme, con la quale invita i consiglieri comunali “che dovranno esprimersi sul messaggio a sostenerlo con convinzione ed entusiasmo”. Tra loro, anche commercianti e residenti della Città Vecchia.
«Ma sono in netta minoranza, ve lo garantisco – precisa ancora Bevilacqua –. In ogni caso, idealmente e a livello teorico, la proposta del Municipio ci potrebbe anche stare, ma all’atto pratico presenta diverse criticità che ci preoccupano molto. Ad esempio la sperimentazione non esclude la chiusura durante il giorno di via Cittadella, opzione che sarebbe però incompatibile con la sopravvivenza del quartiere e delle attività commerciali. I numerosi divieti previsti già da Muralto poi potrebbero indurre molti automobilisti – in particolare turisti o persone di passaggio – a non entrare del tutto in Città Vecchia, anche avendone la possibilità (l’accesso sarà consentito a chi vorrà fermarsi nel nucleo, ndr)». Una conseguenza di questo, così come delle altre misure, sarebbe quella di congestionare le altre zone della Città e della regione, collina compresa, che vedrebbero «crescere il traffico, le code e l’inquinamento: sono forse cittadini meno degni di attenzione rispetto a quelli del fortunato quartiere della Città Vecchia?».
Perplessità vengono espresse anche a proposito della valutazione che verrà fatta della sperimentazione… «Si valuterà, oltre alla diminuzione del traffico di transito, anche quella del giro d’affari per noi commercianti? Chi si prenderebbe la responsabilità dei danni economici subiti?». Un punto questo centrale anche nella petizione che ha accompagnato la raccolta firme e che suona come una sorta di appello: «Noi commercianti siamo già sotto pressione: il calo delle vendite, la concorrenza del commercio online e i costi in aumento rendono ogni cliente prezioso. Limitare l’accesso alla Città Vecchia significa ostacolare chi vuole raggiungerci, sia esso un cliente occasionale, un turista di passaggio o una persona con difficoltà di movimento, come anziani e malati. Non possiamo permetterci di essere cavie di un esperimento che potrebbe danneggiare il nostro lavoro con conseguenze potenzialmente irreparabili su di noi, le nostre famiglie, le nostre collaboratrici, collaboratori e apprendisti».
Considerazioni espresse anche nella petizione che ha accompagnato la raccolta firme e nella quale i promotori auspicano “che il Comune ascolti chi vive e anima ogni giorno la Città Vecchia”, agevolando invece che ostacolare il commercio e la vita del quartiere, “portando prima a compimento i progetti annunciati come il nuovo autosilo sul terreno ex Balli”.
Lo stesso Municipio (una cui delegazione dovrebbe incontrare la Pro Città Vecchia nei prossimi giorni, mentre nessun membro dell’Esecutivo era presente alla consegna delle firme di oggi) ha fatto sapere in una nota di aver “preso atto delle firme contrarie alla sperimentazione, che seguono quelle a favore della stessa da parte di residenti del quartiere. L’Esecutivo ribadisce non solo la sua apertura al dialogo, voluta con il coinvolgimento del Consiglio comunale nella decisione sulla sperimentazione stessa e confermata dalla definizione di un ulteriore incontro con la Pro Città Vecchia, ma anche il fatto che la proposta di test sul campo, fissata indicativamente in tre mesi, permetterà di raccogliere dati oggettivi; solo in seguito si tireranno le somme e, sempre cercando il massimo consenso possibile, si decideranno le misure ritenute opportune”.