È successo sabato a Casa Annita, struttura che ospita una ventina di richiedenti l’asilo. Tutto si è risolto senza conseguenze, oggi incontro tra le parti
Momenti di tensione sabato a Muralto, tali da richiedere l’intervento della Polizia. Come confermatoci dalle stesse forze dell’ordine, gli agenti (una pattuglia della Cantonale e una della Comunale di Locarno) sono intervenuti poco dopo le 12 presso Casa Annita, hotel garni che oggi accoglie richiedenti l’asilo, in seguito alla chiamata degli stessi responsabili della struttura, “per degli ospiti, almeno cinque – specifica la Polcantonale –, che creavano disturbo”.
Nello specifico, si lamentavano delle condizioni di alloggio e soprattutto del cibo. Dato che “non sono stati riscontrati reati e dopo alcune decine di minuti di mediazione la situazione si è tranquillizzata”, l’intervento delle autorità si è concluso nel giro di un’oretta.
«Un gruppetto di persone ha iniziato a protestare per il cibo, i toni si sono alzati oltre i limiti e la nostra collaboratrice che serviva i pasti si è spaventata – ci spiega Ketrin Kanalga, responsabile della struttura che ospita ventidue persone (comprese tre famiglie, ma solo una con figli), di cui la metà circa proveniente dalla Turchia, le altre da Camerun, Marocco e Afghanistan –. Visto che non era più possibile comunicare con loro e nemmeno contattare la Croce Rossa, abbiamo chiamato la Polizia e la situazione è rientrata».
In effetti in Ticino a occuparsi della prima fase dell’accoglienza dei richiedenti asilo è ormai da decenni Croce Rossa Svizzera Sezione Sottoceneri (Crss)... «Per quanto attiene la protesta dei migranti dello scorso sabato a Muralto, come Croce Rossa in quel centro ci occupiamo della presa a carico sociale, sanitaria e di integrazione delle persone ospiti – ci spiega la direttrice Debora Banchini-Fersini –. La gestione del vitto e dell’alloggio presso Casa Annita, come in tutte le pensioni, è di competenza della gerente della pensione, che ha un accordo con il Cantone. In questo caso specifico, si è trattato di una criticità relativa al cibo, che è spesso un tema caldo; il cibo come sappiamo è “casa” e quindi diventa fondamentale per la buona riuscita dell’accoglienza. Se da una parte è vero che è difficile combinare i gusti di culture diverse, dall’altra è un’attenzione che Crss cerca sempre di offrire al meglio delle sue possibilità. Per questa ragione, monitoriamo costantemente la situazione anche attraverso riunioni pianificate, proprio con l’obiettivo di mediare fra le parti e individuare correttivi per superare le eventuali criticità. In quest’ottica, nei prossimi giorni è previsto un incontro per un punto della situazione e per il consueto monitoraggio».
Riunione che più precisamente «si terrà oggi», ci conferma Kanalga, la quale si dice «pronta ad andare incontro, nel limite del possibile, alle rivendicazioni degli asilanti. Posso capirli, si trovano in una situazione non facile, ma allo stesso tempo anche loro devono collaborare. Si tratta anche per noi di una novità, ospitiamo da 4-5 mesi queste persone, che provengono da culture diverse e hanno abitudini, anche culinarie, molto differenti dalle nostre, per cui non è sempre evidente (e possibile) assecondarle (i pasti per Casa Annita vengono preparati dalla cucina dell’hotel ristorante America, gestito sempre da Kanalga, che tra l’altro è presidente dell’associazione Gastro e Commercio Locarno, ndr). Ci proveremo, ma come detto anche loro devono adattarsi, non possono un giorno protestare per la pasta, un altro per la polenta, la carne e via dicendo».
«Chi ha protestato lo ha fatto non tanto per la qualità di ciò che arriva nel piatto, ma perché ci sono cose che non tutti mangiano, ad esempio la carne, e vorrebbero delle alternative» ci spiega Ali, scappato dall’Afghanistan e da due anni in Svizzera, che incontriamo proprio nel locale “caffetteria” di Casa Annita, struttura nella quale è ospitato ormai da diversi mesi… «Non è sempre facile, in spazi piuttosto limitati devono convivere persone di culture e mentalità differenti, ma io mi trovo bene e recentemente nella gestione della struttura ci sono stati dei cambiamenti che hanno migliorato le cose. È vero, il cibo non è sempre buono, ma a me va bene così».
Riguardo al suo futuro, Ali ci confida che «al momento sono in possesso di un permesso F, vado a scuola tre giorni alla settimana per imparare l’italiano e due giorni lavoro. Mi piacerebbe rimanere qui».