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Produrre energia pulita e uva buona, ci proveranno a Losone

Il locale Patriziato si fa promotore di un innovativo progetto agrivoltaico concedendo un proprio terreno edificabile. Lavori in corso anche al Meriggio

In sintesi:
  • La struttura semitrasparente e manovrabile protegge le colture e permette la regolazione di luce, ombra e aria
  • Il Patriziato pianterà e si occuperà del vigneto, la ditta vodese Insolight di montare e gestire l'impianto (energia prodotta compresa)
18 novembre 2024
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Produrre energia pulita e dell’ottima uva in un colpo solo. Un vero e proprio “colpaccio” che proverà a mettere a segno il Patriziato di Losone, il quale ha deciso di farsi promotore di un innovativo progetto agrivoltaico, termine che significa appunto l’uso di un terreno sia per produrre energia fotovoltaica grazie all’installazione di pannelli solari, sia per realizzare attività agricole o di allevamento.

«È una tecnologia che a livello svizzero ed europeo si sta sperimentando già da qualche anno, ma in Ticino siamo sicuramente tra i primi, se non i primi – ci spiega il presidente del Patriziato losonese, Carlo Ambrosini –. In particolare per quel che riguarda l’abbinamento fotovoltaico e vigneto, perché finora è stata implementa soprattutto per piante a basso fusto, come ad esempio le fragole, ma non per la vigna».

Una scelta per certi versi non scontata quella dei patrizi losonesi, anche perché il terreno selezionato per questo “esperimento” si trova nel bel mezzo del quartiere residenziale Campagne e fa parte di una parcella edificabile di circa 3mila metri quadrati… «Va detto che era già occupato da un vigneto, che però siamo stati costretti a estirpare in quanto malato. Il nostro Patriziato non ha mai investito troppo in abitazioni, piuttosto in infrastrutture pubbliche, turistiche e di svago (su tutte il Golf Gerre, ndr), o ancora industriali e artigianali. Non essendoci l’esigenza di utilizzare lo spazio ricavato per costruire altro, abbiamo deciso di metterci nuovamente un vigneto, ma puntando su una soluzione innovativa, seppur sperimentale. In fondo, l’agrivoltaico potrebbe rivelarsi una delle soluzioni migliori per adattarsi ai cambiamenti climatici e siamo contenti di poter partecipare a un progetto pioniere e che mostra una particolare attenzione a un’economia sostenibile».

Per farlo, l’ente autonomo di Losone si è accordato con la Insolight, azienda fondata nel 2015 a Losanna e specializzata proprio nell’agrivoltaico, alla quale concederà un diritto di superficie di 30 anni sul terreno in questione. La ditta vodese costruirà l’impianto e lo gestirà (tutto a sue spese), compresa l’energia elettrica prodotta. Al Patriziato il compito di ripiantare e in seguito coltivare il vigneto (di uva americana). «Se poi tra 30 anni, finita la sperimentazione, il tutto si sarà rivelato un successo, avremo modo di ridiscutere i termini dell’accordo».

La struttura manovrabile protegge e permette di regolare luce, ombra e aria

“Insolagrin” – questo il nome della tecnologia sperimentale sviluppata dalla ditta vodese e che verrà implementata a Losone – si basa su tre elementi chiave creando un’integrazione tra componenti hardware e software: una copertura composta da moduli fotovoltaici semitrasparenti con celle solari bifacciali e uno schermo ottico manovrabile, a cui si aggiunge un sistema di pilotaggio centralizzato. In pratica, la trasmissione della luce può essere regolata (manualmente o in maniera automatizzata, grazie all’utilizzo di appositi sensori e algoritmi) in modo continuo e istantaneo dal 15 al 75 per cento. In questo modo, è possibile garantire condizioni ottimali di crescita delle colture e massimizzare la produzione di elettricità (anche) per l’auto-consumo, riducendo l’impatto ambientale all’interno del ciclo produttivo. Inoltre, le colture sono protette da pioggia, neve o grandine, l’acqua piovana può essere raccolta dalle grondaie per l’irrigazione e la ventilazione regolata (attraverso le aperture sulla struttura) per ottenere condizioni ottimali di temperatura e umidità, riducendo anche il rischio di malattie. Allo stesso modo, nelle giornate più calde lo schermo ottico ombreggia le colture per mantenerle più fresche e ridurre il consumo di acqua, mentre nelle notti più fredde si dispiega automaticamente per proteggerle dal gelo.

«Abbiamo incontrato recentemente i confinanti, che si sono detti entusiasti, ma il progetto ha attirato anche la curiosità di diversi altri abitanti della zona – rivela Ambrosini –. In particolare sono in molti a chiedere informazioni riguardo alla possibilità di utilizzare l’energia prodotta, ma come detto la gestione di quest’ultima sarà in mano alla Insolight. In ogni caso ora stiamo aspettando il via libera alla domanda di costruzione che abbiamo inoltrato (una pre-domanda era già stata approvata, ndr), speriamo di averlo per la prossima primavera, in modo da piantare al momento giusto le barbatelle (piantine di vite, ndr). Poi ci vorranno circa tre anni prima di avere una resa a livello agronomico, mentre i pannelli solari – la cui struttura non dovrebbe richiedere troppo tempo per venir installata – entrerebbero subito in funzione».

Meriggio

Con la nuova stradina più accessibile e inclusivo

Se il vigneto agrivoltaico è musica del – seppur prossimo – futuro, sono per contro già a buon punto i lavori per la creazione di un accesso facilitato (in particolare per le persone disabili) al Meriggio, pregiata e gettonatissima area di svago affacciata sui fiumi Maggia e Melezza che negli ultimi anni lo stesso Patriziato ha arricchito con la realizzazione del nuovo snack bar “River Merisg” e il rinnovamento del parco giochi. «Tutto è partito dalla segnalazione di un giovane utente disabile che con la sua carrozzina frequenta regolarmente il Meriggio e che ci ha fatto notare le difficoltà che incontra ogni volta, anche solo per arrivare nella zona della buvette – spiega ancora Ambrosini –. Abbiamo preso molto sul serio le sue indicazioni e abbiamo sviluppato il progetto per creare un accesso facilitato alla zona».

Collegamento con ciclopista e (futuri) servizi

In pratica, dalla via Pisone (che termina in un posteggio sterrato), parte una nuova stradina asfaltata che passa davanti allo snack bar, supera il parco giochi e si collega alla pista ciclabile regionale numero 31 (Bellinzona - Locarno - Vallemaggia). I lavori che riguardano questo tratto (in parte già percorribile) dovrebbero concludersi nel giro di un paio di settimane, mentre in un secondo momento (idealmente entro l’estate) verrà aggiunta una piccola deviazione per raggiungere i nuovi servizi igienici pubblici che sempre il Patriziato, in collaborazione con il Comune, intende ricavare (unitamente a un magazzino) dalla vecchia buvette ancora presente in zona. Una volta ultimati questi lavori, l’attenzione si dovrebbe spostare verso l’altro accesso dalla zona residenziale, la discesa di via Reslina, che «ci piacerebbe sistemare».