La stazione della Val Rovana si appresta ad affrontare un inverno ‘incognita’; c'è un piano B se la neve dovesse scarseggiare. (Ri)nasce la Lovana Sa
Le stazioni sciistiche alpine sono sempre più con le spalle al muro davanti alla crisi climatica. Forse non tutte. Perché lo spettro di inverni senza neve aleggia soprattutto su quelle località turistiche poste al di sotto dei 1600 metri. Se la neve artificiale non può sovente essere la soluzione a causa del forte fabbisogno d’acqua e delle temperature che, complici le bizze meteo, solo ad alte quote scendono di parecchio sotto lo zero, quella naturale sufficiente per stazioni sciistiche piccole ma redditizie si troverà solamente al di sopra dei 2000 metri. Bosco Gurin, in Rovana, ha questa fortuna, perché la maggiore offerta di piste si situa tra i 2000 metri del Rossboda e i 2400 del Sonnenberg.
Quest’anno, per la martoriata alta Vallemaggia, meglio non pensare alle conseguenze di un’eventuale mancata apertura degli impianti di Bosco Gurin. Perché se è vero che in alternativa non mancano attività tranquille come l’esperienza lenta delle camminate in mezzo alla natura, o la slitta su monorotaia, è vero altresì che lassù lo sci la fa da padrone a livello di introiti finanziari. Soprattutto tra Natale e Capodanno. Oggi più che mai però è necessario pensare al futuro in modo prospettico (la stagione dello sci dura fino a fine marzo/aprile, ma le abbondanti nevicate tardo invernali non stuzzicano più la voglia degli sciatori) e cogliere quest’occasione anche per ripensare la montagna invernale in chiave diversificata, non limitandosi cioè a puntare solo sulla popolarità dello sci alpino, valorizzando tutte quelle attività che per loro natura non necessitano di particolari impianti (ciaspole, sci di fondo, sci alpinismo, escursioni sulla neve…) e permettono di apprezzare, muovendosi senza frenesia, la natura dei favolosi panorami invernali. Senza dimenticare l’offerta culturale locale, con il Museo Walser in prima fila.
Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di risalita della stazione della Rovana, si appresta a ripartire rinfrancato dalla recente presentazione/adozione del ‘Ticinopass’, il passaporto che garantisce accesso illimitato a tutte le stazioni sciistiche del Ticino, «che dimostra – e sono parole sue – come nel nostro cantone se c’è la volontà si riesce a collaborare nell’interesse di tutti, attori esterni compresi. Questo primo passo dovrà essere seguito da un ulteriore step, vale a dire il coinvolgimento nel discorso Ticinopass di quegli impianti di risalita via fune che beneficiano di una concessione federale o cantonale e la cui vocazione è prettamente estiva (penso a Cardada, al Ritom, a Robiei, ecc.). Solo così si avrà una visione globale precisa di quelli che sono i progetti sostenibili e quelli no. Questa è la chiave di volta per rilanciare le economie periferiche evitando di iniettare fondi pubblici ed energie in impianti destinati, purtroppo, alla chiusura per le magre altitudini».
Convinto che i Masterplan abbiano fatto il loro corso («buone le intenzioni ma al lato pratico non hanno portato i risultati auspicati») l’ingegnere bellinzonese focalizza l’attenzione su Bosco Gurin. Da tradizione nel paese dei Walser la stagione sciistica dovrebbe aprirsi a fine novembre, il 30 se non vi saranno intoppi; con diverse novità che non riguarderanno unicamente il circo bianco. È infatti iniziata la fase preparatoria del cantiere per la tanto attesa zipline, la tirolese più lunga del Ticino il cui tracciato viaggerà parallelo a quello della seggiovia che dal Rossboda sale al Rifugio Sonnenberg. Un’altra offerta contemplata nel piano di destagionalizzazione della stazione. Dovrebbe essere agibile da metà estate 2025 e regalerà discese adrenaliniche ai più temerari tutto l’anno. Prenderanno il via pure i lavori di ristrutturazione dell’Ostello, che verrà dotato di una Spa e di camere di livello superiore. Non da ultimo, con l’appoggio dell’Otr si sta investendo per la creazione di un tracciato per le mountain bike; «tutte opere complementari indispensabili per non finire fuori dal mercato».
Per coloro che sono più orientati a sci e scarponi ai piedi, da segnalare che sono in corso i lavori per l’automatizzazione del sistema di innevamento artificiale esistente, posato una quindicina di anni fa. La nuova tecnologia alla base del funzionamento dei cannoni permetterà di avere una pista sempre agibile (salvo inversioni termiche) tra il Sonnenberg e il Rossboda. Si tratta di un investimento finanziario notevole, grazie al quale un tracciato per lo sci alpino sarà disponibile anche quando lo strato di coltre bianca farà difetto: «Se vogliamo tenere in vita lo sci, questa garanzia, per limitata che possa apparire, può aiutarci a sopperire alle difficoltà, facendo lavorare anche il settore ricettivo e le case di vacanza». Legato al tema dell’innevamento programmato vi è anche quello, già anticipato, del futuro laghetto in quota che assicurerà la materia prima ai cannoni. Un piccolo bacino di accumulo pensato anche per fronteggiare eventuali incendi boschivi sulla falsariga di quanto creato a Cardada, che si spera di poter realizzare d’intesa con la Sezione forestale del Cantone. Due piccioni con una fava per un progetto che non rovinerà la naturalità dei luoghi ma che, al contrario, arricchirà il paesaggio alpino di un apprezzato biotopo destinato anche a chi frequenta, per semplice svago, la destinazione. Come dice un vecchio proverbio: nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato.
Un’altra novità, che diventerà effettiva a decorrere dal 1° luglio 2025, riguarda stavolta la gestione degli impianti di risalita e delle strutture turistiche annesse, che da Frapolli, attuale proprietario, passerà nelle mani della Lovana SA. Un passo che consentirà un maggior coinvolgimento dei Comuni (valmaggesi in prima fila) e di privati, riprendendo il concetto della ex Grossalp SA («condannata e costretta a chiudere i battenti dalla politica che, allora, non l’ha affatto sostenuta» – osserva Giovanni Frapolli). Anche a livello di promozione della destinazione della Rovana, questo riorientamento societario agevolerà, grazie a un dinamico CdA, la creazione e promozione di nuove offerte per il turismo nelle quattro stagioni, unendo gli sforzi di un intero distretto (e della regione Locarnese) dietro un unico obiettivo: ridare vitalità alle zone periferiche.