laR+ Locarnese

Museo di storia naturale nella fase del ‘progetto di massima’

Avanza l'iter per ‘Il canto delle pietre’ al comparto Santa Caterina di Locarno dopo che il Tram ha respinto il ricorso che bloccava la procedura

Il rendering del progetto
15 ottobre 2024
|

È iniziata la fase della progettazione di massima per il futuro Museo cantonale di storia naturale, che sorgerà nel comparto di Santa Caterina in Città Vecchia a Locarno. Il ricorso che era stato presentato nel febbraio del 2023 da uno dei partecipanti al concorso d’architettura è infatti stato respinto, come anticipato dalla Rsi.

Un iter iniziato nel 2017 con la decisione sul trasferimento

Alla fine del 2017 il Consiglio di Stato aveva deciso di trasferire la struttura museale dalla sua attuale ubicazione nel Palazzetto delle scienze di Lugano alla città sulle rive del Verbano. Nel 2019 era quindi stata avviata la procedura dei mandati di studio in parallelo per garantire l’inserimento armonioso della nuova struttura nel contesto pregiato e protetto dell’ex convento nel nucleo storico di Locarno.

Il 2 dicembre 2020, in base alle risultanze di tale procedura, il governo aveva approvato il Messaggio con la richiesta di un credito di 9,55 milioni di franchi per l’avvio della progettazione della nuova sede del Museo cantonale di storia naturale. È stato quindi indetto, l’11 aprile 2022, un concorso di progetto a due fasi per gruppo mandatario interdisciplinare per la realizzazione della nuova sede, organizzato e diretto dalla Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe).

Il 18 e 19 gennaio 2023 si è svolta la riunione di giuria per la seconda fase del concorso di progettazione, che ha designato all’unanimità quale vincitore del concorso “Il canto delle pietre”, presentato dal gruppo interdisciplinare guidato dalla comunità di lavoro composta da Buzzi studio d’architettura di Locarno e Genossenschaft:mlzd Architekten di Bienne, affiancata da professionisti di diversi settori (concetto paesaggistico, concetto museografico, ingegneria civile, impiantistica varia, fisica della costruzione e sicurezza antincendio).

L’ostacolo era sopraggiunto poco dopo, con il ricorso sull’aggiudicazione inoltrato da un concorrente: una mossa inattesa che allora aveva portato all’annullamento della conferenza stampa prevista per la presentazione del progetto vincente. Il ricorso però è stato respinto sei mesi dopo dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram), con una decisione che è ormai cresciuta in giudicato.

È quindi scattata la fase della progettazione di massima, che è tuttora in corso. Da segnalare che nell’autunno di un anno fa il Consiglio di Stato aveva approvato la variante del Piano regolatore di Locarno che, in pratica, getta le basi per l’insediamento del Museo di storia naturale, con i suoi spazi espositivi e il suo istituto di ricerca nel comparto dell’ex convento di Santa Caterina.

Ecco, invece, l’elenco delle prossime fasi, confermatoci dalla Sezione della logistica del Dfe: non appena il progetto di massima sarà pronto, si passerà all’elaborazione del progetto definitivo. Solo in seguito si arriverà alla richiesta della licenza edilizia. Successivamente si potranno avviare le tappe che porteranno alla costruzione vera e propria del museo. Difficile, per il momento, definire la tempistica.

Nella parte antica l’istituto, annessa la nuova ala espositiva

Il progetto vincente era stato presentato a inizio 2023 – assieme agli altri che avevano partecipato al concorso – in una mostra allestita al terzo piano del Palacinema di Locarno. In quell’occasione i rendering erano accompagnati dalle relazioni e dalle spiegazioni degli autori delle opere.

Così veniva descritto il concetto architettonico del primo classificato: “Il silenzio, la semplicità monastica, il ‘canto delle pietre’ ispirano il carattere del nuovo edificio nel suo accostamento volumetrico e materico al convento. La sua espressione sobria, discreta mette in risalto il passato e il presente: se da un lato, infatti, fa esplicito riferimento ‘al mondo antico’, dall’altro afferma il proprio tempo. La leggibilità dell’intervento viene dichiarata senza urla. Un canto discreto, suonato con religioso rispetto. Il basamento in pietra del museo continua l’opus incertum del muro di cinta, il pergolato in acciaio riprende le colonne del convento”.

E ancora: “Il progetto è caratterizzato da una suddivisione semplice e chiara: lo spazio museale si concentra all’interno del nuovo edificio, mentre l’esistente ospita gli spazi dell’istituto. La corte è la cerniera che lega le due realtà: proprio come il sagrato di una chiesa, fornisce la giusta distanza affinché gli edifici si annuncino dignitosamente al visitatore in arrivo dalla città. Qui si concentrano gli accessi dei principali spazi pubblici (museo, biblioteca, auditorio e terrazza della caffetteria-ristorante) e un collegamento diretto apre lo spazio verso il parco”.

Oltre al recupero delle parti antiche e alla nuova ala, non va dimenticata l’apertura al pubblico dell’ampia area verde, cinta dalle mura, che a sua volta subirà un lifting. A due passi da Piazza Grande, e quindi dal cuore di Locarno, il parco aperto a tutti saprà diventare un importante punto di incontro e di svago immerso nella quiete.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔