Grazie all’intervento del Patriziato è stato possibile recuperare gli antichi acquedotti del Cortaccio e Curerone, risalenti a oltre 800 anni fa
La storia dell’acqua potabile e degli acquedotti che consentivano la distribuzione di questa risorsa indispensabile alla vita sui monti e negli insediamenti sottostanti rivive, per un giorno, a Brissago. Grazie all’iniziativa del locale Patriziato, la popolazione avrà modo, il prossimo 14 settembre, di scoprire il prezioso lavoro di risanamento e di manutenzione dell’antico acquedotto in pietra del Cortaccio e di Curerone ‘canalitt’. La costruzione di manufatti idrici, che rivestiva un ruolo fondamentale per le genti del posto, è sempre stato un tema/problema molto sentito anche per via dell’aumentare della popolazione e per le necessità zootecniche e agropastorali. Nacquero così, un po’ in tutto il Ticino, i primi acquedotti, di lunghezza via via crescente, secondo percorsi che dovettero superare ostacoli fisici quali montagne e vallate. Per secoli essi hanno funzionato garantendo questo genere di prima necessità alla comunità.
“Va certamente sottolineata l’importanza dell’acqua elemento fondamentale, bene prezioso, un tesoro che andava conquistato, preservato ed economizzato con un grande impiego di mezzi e grandi fatiche” – si leggeva nella circolare del Patriziato che illustrava le finalità dell’intervento. Il progetto prevedeva “il ripristino e la manutenzione degli antichi acquedotti del Cortaccio e di Curerone, risalenti a più di 800 anni fa, detti comunemente ‘canalitt’. Questi ultimi furono realizzati per soddisfare l’esigenza di abbeverare il bestiame, per uso domestico (fontane) e per irrigare il pascolo, rispettivamente i prati. L’enorme richiesta idrica durante il periodo del pascolo estivo creò il bisogno di captare tutte le fonti d’acqua disponibili in quel periodo dell’anno. Risultato dell’ingegno, della tenacia e della perseveranza dei nostri avi, si trattava di infrastrutture intimamente legate alla società rurale”. Sempre secondo quanto riporta il Patriziato, “l’acqua veniva captata in un vicino riale e trasportata al Cortaccio mediante delle condutture, a cielo aperto, scavate in lastre di pietra naturale. I canali dell’acquedotto provenivano da massi erranti trovati nella regione, lavorati su misura direttamente sul posto, in seguito trasportati fino al luogo di destinazione. La crescita in modo esponenziale della vegetazione lungo il passaggio dei ‘canalitt’ al Cortaccio e la presenza delle radici ha causato un forte degrado della struttura, ostruendo il decorso dell’acqua, con la sua conseguente fuoriuscita lungo il sentiero esistente. Il progetto consisteva nel liberare la condotta dalle radici, recuperare la loro struttura primaria e ripristinare dunque il passaggio dell’acqua nel cunicolo sotterraneo, per una lunghezza totale di circa 100 metri. Per i ‘canalitt’ a Curerone si trattava di ripristinare il manufatto in pietra precipitato nell’alveo del riale e di riportarlo nella posizione originale. Con la costruzione della sottostruttura di un ponte, muratura in pietra a secco, senza l’aggiunta di malta o cemento, costituisce una delle forme di artigianato più antiche. Fondamentalmente gli obiettivi del Patriziato erano quelli di procedere con un recupero conservativo, in modo che l’acqua proveniente dalla valle della Pioda potesse nuovamente scorrere attraverso i ‘canalitt’ (canali in pietra costruiti con ogni probabilità nel 1200, in base agli statuti medievali di Brissago), per portare alla luce le abilità e le attività che gli antenati si sono sforzati di sviluppare a dimostrazione anche di quale fosse il tipo di vita che conducevano. Nella costruzione, la manutenzione e la regolamentazione di questo impianto idrico sin dal passato è sempre stata coinvolta l’intera comunità (Vicinia / Patriziato). L’incuria e l’abbandono di queste testimonianze di ingegnosità e abilità architetturale e manuale avrebbero infatti portato alla scomparsa di questo patrimonio se l’ente pubblico brissaghese non si fosse attivato con convinzione, grazie all’intraprendenza del segretario.
Il progetto ha richiesto costi non indifferenti. Per questo motivo il Patriziato ha chiesto sostegno economico a partner pubblici e privati, nella convinzione che “ripristinare gli antichi acquedotti del Cortaccio e di Curerone non significhi solo dare una valenza e una testimonianza storica al nostro passato, bensì anche sostenere un’importante funzione didattica, quale museo a cielo aperto, di un patrimonio culturale che ci appartiene. I ‘canalitt’ sono da considerare oggetti culturali testimonianza della storia dei nostri antenati e della loro cultura, si pone quindi l’obiettivo di salvaguardare questi simboli d’identità per le generazioni future”.
Per quanto attiene il programma della giornata di sabato 14 settembre (data che coincide con la Giornata nazionale dei patriziati e delle corporazioni patriziali), esso prevede alle 9 il trasporto dei visitatori con servizio navetta da Brissago (Piazza Municipio fino a Curerone - Cortaccio). Da lì si procederà poi con la visita. Alle 11.30 è invece in programma la parte ufficiale, seguita da aperitivo e pranzo in comune offerti dal Patriziato. Nel pomeriggio spazio alla visita ai ‘canalitt’ del Cortaccio, con inaugurazione della panchina commemorativa. Dalle 15.30 saranno organizzate le corse di rientro, con navetta, in paese. Il numero massimo di partecipanti sarà di 100 persone per motivi organizzativi e di sicurezza. Le iscrizioni saranno da inviare all’indirizzo di posta elettronica info@patriziatobrissago.ch oppure al segretario Fausto Beretta (079 315 83 80) entro il 10 settembre 2024. Raggiunto il numero massimo le iscrizioni saranno chiuse.