Fra le tappe del nuovo trekking alpino anche Bosco Gurin. Alla scoperta delle comunità capaci di adattamento, accoglienza e salvaguardia del territorio
“Camminare per conoscere, conoscere per camminare”: un’esortazione dal valore antico che accompagna il progetto di rete di promozione culturale e turistica transregionale “Grande Sentiero Walser”, che vede coinvolto anche Bosco Gurin in Vallemaggia.
L'iniziativa è stata presentata recentemente in Italia. Il villaggio ticinese, unica comunità Walser in terra svizzera a meridione del Gottardo, da molti anni è parte attiva del partenariato delle associazioni culturali Walser. Parallelamente è nata l'associazione Südwalserverein-Walser del sud delle Alpi, costituita nel dicembre 2023 a Varallo Sesia, dai rappresentanti di nove sodalizi culturali Walser attivi nelle comunità a sud del Monte Rosa: in Valle d’Aosta e Piemonte e, appunto, nella comunità svizzera di Bosco Gurin.
Il Grande Sentiero Walser è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Coinvolge direttamente le comunità Walser delle Alpi della Valsesia, dell’Ossola, della valle di Gressoney e del Ticino, per potenziare congiuntamente la rete dei sentieri preesistenti, che era alla base della vita quotidiana del popolo Walser, sin dal XIII secolo. Il tutto collegandosi con i sentieri della Svizzera, del Liechtenstein e dell'Austria. L'obiettivo del Grande Sentiero Walser è quello di valorizzare e salvaguardare un ampio patrimonio materiale e immateriale e promuovere un itinerario culturale di respiro europeo, finalizzato alla pratica del turismo sostenibile, anche attraverso le nuove tecnologie.
L'idea fonda le sue radici in due iniziative degli anni ‘80 e ’90: il Sentiero Walser abbozzato dalla Sezione di Macugnaga del Club Alpino Italiano e il precursore dei grandi trekking: il Camminaitalia, ideato dal giornalista Teresio Valsesia, tracciato e percorso alla fine degli anni Novanta: dalle montagne della Sardegna e della Sicilia, per poi risalire gli Appennini e quindi le Alpi. Già il Camminaitalia sconfinava in Ticino, con una tappa che dalla Val Formazza scende a Locarno, per poi ripartire dal Gambarogno e rientrare nella vicina Repubblica. Una “deviazione” che è tale solo se consideriamo i confini nazionali odierni. Nella storia secolare delle comunità Walser, le comunità alpine erano legate da una rete di percorsi attraverso i passi alpini, lungo i quali si tessevano rapporti commerciali e sociali, rafforzati nel caso dei Walser dalla lingua comune: il dialetto tedesco che tutt'ora si parla.
Lo statuto della Südwalserverein mira a “perseguire i valori distintivi dei nostri antenati Walser come l’adattamento, la resilienza, la frugalità, il rispetto, la collaborazione, la cooperazione, la solidarietà, la familiarità, l’accoglienza, la responsabilità, la consapevolezza, la conoscenza, la creatività, la qualità, la durevolezza, la bellezza, la salvaguardia, la sostenibilità”.
"Attraverso la Südwalserverein – si legge ancora nella nota – i Walser del Sud si impegnano a coltivare e promuovere la collaborazione tra le comunità Walser italiane ed internazionali, sviluppando progettualità comuni; a conservare il proprio patrimonio culturale, linguistico, architettonico, storico, religioso, paesaggistico ed ambientale; a mettere in atto strategie comuni per rivitalizzare le proprie comunità, rafforzandone il senso identitario e di appartenenza; a trasmettere alle generazioni future i propri principi etici”.
Nel Consiglio direttivo siede in rappresentanza di Bosco Gurin la ticinese Francesca Pedrocchi. Il Grande Sentiero Walser (Gsw) conta 153 km totali, 11 tappe, 960 metri di dislivello medio, 200 punti d'interesse e 12 percorsi tematici. Informazioni e mappe del sentiero Walser sono disponibili sul sito www.walserweg.it.
Da segnalare infine la “Carta dei valori Walser”, di recente pubblicazione e divulgazione, che rappresenta una dichiarazione di impegno e di partecipazione attiva alla salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico Walser, per la promozione di un’economia di pace e per dare un futuro alle proprie comunità. Il testo si ispira alla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Uesco ed alla Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa.