Alta Vallemaggia

‘Lupi, più nessun indugio: bisogna abbatterli da subito’

Lettera aperta del Municipio di Lavizzara al Consiglio di Stato: ‘Viga il principio dell'autodifesa. Famiglie a rischio, come il nostro formaggio simbolo’

La protesta di mercoledì a Visletto (e poi a Prato Sornico)
(Ti-Press/Golay)
23 agosto 2024
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«Ho detto che avrei voluto essere con loro. Perché sono uno di loro. Vengo da una famiglia di agricoltori, abbiamo ancora un’azienda agricola. Avrei voluto essere con loro per dimostrare tutta la mia solidarietà e fondamentalmente la mia rabbia per la presenza di questo canide che una volta c’era, poi è stato eliminato per salvaguardare il 98% di gente che viveva di agricoltura. Ora è radicalmente diverso, ma nel contempo all’interno delle nostre comunità sono sempre andati scemando determinati valori che sarebbe stato opportuno, invece, tramandare alle future generazioni. Vedere degli alpi che vengono scaricati il 20 di agosto è inammissibile e fa un male atroce. Ed è solo a causa del volere di un sistema che oggi ha purtroppo preso il sopravvento».

Era stata la reazione a caldo del sindaco di Lavizzara, Gabriele Dazio, alla protesta inscenata mercoledì dai contadini e dagli allevatori valmaggesi al ponte di Visletto e alla pista di Prato Sornico in occasione della visita alle zone disastrate del Consiglio di Stato in corpore. Due giorni dopo, Dazio e il suo Municipio hanno indirizzato allo stesso governo una lettera aperta in cui rilevano che ad “una distruzione” – quella causata dal maltempo – se n’è aggiunta un'altra non meno preoccupante: l’arrivo del lupo in Alta Valle.

L'unicità del Vallemaggia

“Il territorio alpestre e agricolo di Lavizzara, appena messo a durissima prova, si trova ora confrontato con l’arrivo di uno o più lupi che hanno iniziato a predare alcune capre a inizio agosto sull’alpe Zaria, sopra Fusio, e che hanno continuato sullo stesso alpeggio durante gli scorsi giorni fino a indurre il gestore dell’alpe a riportare le capre ai proprietari – con un mese di anticipo rispetto agli scorsi anni – rinunciando così alla produzione dell’apprezzatissimo formaggio Vallemaggia, prodotto della nostra regione e definito ‘unico’, fabbricato con la mescolanza di latte di mucca e di capra”, considera l’esecutivo. Un prodotto definito “il prezioso derivato dei nostri animali che producono latte di grande qualità pascolando liberi sui nostri alpeggi, dove da sempre hanno la possibilità di brucare l’erba che meglio gli aggrada lungo i pendii dei nostri alpi”.

Alpeggi diversi, identiche situazioni

La stessa “penosa situazione”, nota il Municipio, si è verificata sul vicino Alpe di Vacariscio-Mognola, sempre sopra a Fusio, con la predazione di ulteriori capre. Il risultato: lo scarico immediato dell’alpe: “Va fatto rimarcare che entrambi questi alpeggi sono stati ristrutturati negli scorsi anni con investimenti notevoli per il miglioramento delle infrastrutture alpestri (caseifici, lattodotto, acquedotti, strade ecc.) finanziati anche e soprattutto con contributi provenienti dalla Confederazione e dal Canton Ticino”. È pertanto evidente, sottolinea Lavizzara, che “se dovesse insediarsi un branco o una coppia di lupi nel nostro comune e nella nostra Valle Lavizzara, il futuro dell’allevamento e della tradizionale pastorizia sarebbero a rischio, gli enormi sforzi profusi dai nostri antenati, che nella nostra terra sono stati in grado di sopravvivere per svariati secoli, andrebbero in pochissimo tempo svaniti e buttati alle ortiche con tutte le conseguenze del caso, lasciando quale unica testimonianza ai nostri posteri il ricordo fotografico di immagini che forse non si riuscirebbero nemmeno più a capire”. Tutto ciò “comporterebbe delle conseguenze catastrofiche per l’intera economia del nostro comune (settore primario e settore terziario, in particolare per il turismo) in un momento di grande incertezza, anche demografica e sociale, quale conseguenza dell’alluvione citata”.

‘A chi servono le superfici agricole?’

E poi, sulle opere di ricostruzione dopo l’alluvione: “Che scopo avrebbe recuperare o ripristinare le ampie superfici agricole andate distrutte se poi non avremo più gli attori principali, gli agricoltori, che ne saprebbero garantire la giusta continuità nella loro gestione? Senza i prodotti della nostra regione, in particolar modo il formaggio Vallemaggia, anche il settore turistico ne soffrirebbe gravemente, pensando soprattutto alla cura del nostro territorio alpestre, agricolo, dei monti e del fondovalle che in pochissimo tempo verrebbero senza ombra di dubbio banalizzati e colonizzati dall’invasione del bosco”.

‘Serve una reazione immediata’

Considerando l’impossibilità di intraprendere qualunque “misura drastica e immediata di semplice autodifesa”, il Municipio invita il governo ad “affrontare con la massima determinazione la problematica dell’espansione del lupo in Ticino e in particolar modo nel nostro comune e nell’intera Vallemaggia”. Questo anche perché “le verifiche del caso, come sempre fatto, non sono ora più sufficienti e per nulla efficaci”. Occorre pertanto, ribadisce l’autorità comunale dell’Alta Vallemaggia, “una reazione immediata (entro pochi giorni) e finalmente la possibilità per chi custodisce gli animali sugli alpi di poter abbattere immediatamente questi capi viziosi (principio della legittima difesa) che stanno distruggendo per sempre il nostro mondo agricolo e la sopravvivenza di intere famiglie nelle regioni periferiche”.