A un mese dall'alluvione il punto della situazione con Matteo Zanoli, responsabile della rete escursionistica della regione Ascona-Locarno
L’alluvione del 29-30 giugno in Alta Vallemaggia ha colpito duramente anche la rete dei sentieri. Al momento non è possibile tracciare un bilancio complessivo ed esaustivo dei danni e quindi prevedere in dettaglio i tempi e i costi per i lavori di ripristino. Ne abbiamo parlato con Matteo Zanoli, responsabile dei sentieri escursionistici dell’Organizzazione turistica regionale Lago Maggiore e Valli e presidente dell’Associazione Via Alta Vallemaggia. Lo raggiungiamo mentre torna da un sopralluogo, al termine di una lunga giornata in un clima ancora di emergenza che condivide con tutti i suoi collaboratori. A pesare sono in particolare le difficoltà nei collegamenti viari. «Stiamo facendo il punto, sentiero per sentiero. In particolare la Valle Bavona resta zona rossa anche per noi». Ricordiamo che la strada carrozzabile è distrutta o invasa da frane in più punti e l’Esercito, insieme ad aziende private e con la collaborazione della Protezione civile, sta realizzando una pista d’accesso.
«Abbiamo visto lunghi tratti di sentieri spariti – prosegue Zanoli –, erosi dal fiume e dai torrenti in piena o invasi dalla ghiaia e dalle piante. Anche alcuni ponti sono pesantemente danneggiati. L’inventario è giocoforza solo parziale. Potremo completare l’elenco e i dettagli dei danni caso per caso, solo quando accederemo direttamente ai singoli sentieri. Ogni giorno individuiamo nuove criticità». Alla domanda su quali misure siano state messe in campo per facilitare il lavoro di ripristino, Zanoli risponde premettendo di voler «ringraziare le autorità per l’assistenza che hanno potuto fornirci. L’Otlmv (a cui spetta la manutenzione della rete sentieristica, ndr.) ha stanziato 50mila franchi supplementari per i primi interventi. Quando avremo il quadro completo sarà possibile stabilire un preventivo dettagliato dei costi supplementari di ripristino, rispetto al budget annuale».
Anche le nuove tecnologie danno manforte al lavoro di perlustrazione: «Si stanno rilevando utili le immagini satellitari recenti – spiega Zanoli –. Confrontate con quelle precedenti l’alluvione, riusciamo a individuare dove i sentieri sono danneggiati. Non è un esame dettagliato, ma comunque sufficiente a identificare scoscendimenti e frane». Quanto alla tempistica per riportare allo stato precedente i sentieri, la stima di Zanoli è che «non si tratterà solo di mesi, ma di anni. Probabilmente alcuni tratti andranno ridisegnati». Va anche ricordato che sui sentieri di montagna non è possibile lavorare 12 mesi. Interrogato su un eventuale aumento del numero di squadre di operai e manutentori, il responsabile della sentieristica risponde che «parlarne è prematuro. Attualmente, oltre alle squadre stabili, sono al lavoro degli ausiliari per lo sfalcio. Per quattro operai il periodo di lavoro è stato prolungato fino ad agosto compreso». E ancora: «Ogni giorno individuiamo danni. In Valle di Peccia stiamo intervenendo per il ripristino dell’accesso alla capanna del Poncione di Braga, che dovrebbe aprire il 3 agosto. In Valle Rovana, Campo, Cimalmotto e Bosco Gurin fortunatamente non registriamo danni particolari».
Fortunatamente i sentieri più in alta quota non hanno subito tutta la potenza distruttrice degli scoscendimenti e delle frane che, invece, hanno devastato il fondovalle. Spiega ancora Matteo Zanoli: «La via Alta è ok, come appena comunicato dall’Associazione». Per le capanne alpine, complice anche il maltempo di maggio, l’avvio di stagione è da dimenticare.
Sempre a livello di rete sentieristica, la situazione è molto più rassicurante nelle altre valli: in Verzasca, Onsernone e Centovalli si segnalano infatti danni di piccola entità, già risolti.
Nel frattempo le squadre di operai devono garantire l’ordinaria manutenzione estiva, che si traduce principalmente nello sfalcio per mantenere i sentieri puliti. Conclude Matteo Zanoli: «Contemporaneamente alle prime operazioni di ripristino, dobbiamo comunque garantire i normali lavori di pulizia. Lungo i sentieri a bassa quota per fortuna questo lavoro è già stato fatto».
La situazione richiederà insomma impegno e pazienza, ma si sta facendo tutto il possibile per ripristinare i sentieri. La rete dei trekking locarnese è una delle più apprezzate in Svizzera. Più di 1’400 km di sentieri che si snodano dal lago lungo le valli alle spalle di Locarno più il Gambarogno e i monti di Brissago. Va dunque ribadito che la gran parte dei sentieri non ha subito danni ed è percorribile tranquillamente. Si consiglia di visitare il sito di SvizzeraMobile per accertarsi dello stato e della percorribilità dell’itinerario che si intende affrontare. Il messaggio dell’ente turistico è che come ogni anno gli escursionisti sono i benvenuti, anche in questa difficile estate 2024 che, dal punto di vista meteorologico, finalmente volge al bello.