I fanghi da smaltire vengono trasportati con i camion ai bacini di accumulo, in attesa di strutture provvisorie
Il nubifragio del 30 giugno scorso in Vallemaggia ha causato ingenti danni a persone, comunità, attività, edifici privati e opere pubbliche. Sono state colpite anche alcune infrastrutture del Consorzio depurazione acque del Verbano (Cdv). “In particolare – indicano i vertici dello stesso Consorzio in una nota inviata ai media –, il maltempo ha danneggiato seriamente la condotta in Alta Vallemaggia e le canalizzazioni situate sul lato destro della media valle, che erano in parte ospitate dal ponte di Visletto e dalla passerella di Aurigeno purtroppo pesantemente compromesse”.
Non appena l’ondata di maltempo è cessata, i servizi del Cdv – in collaborazione con le autorità comunali e cantonali preposte – hanno constatato gravi danni alla funzionalità abituale delle strutture: in entrambi i casi si è creata un’interruzione delle infrastrutture e quindi del regolare deflusso delle acque luride, con deposito di detriti. “Dopo attento esame e considerazione delle generali condizioni, la funzionalità è stata, per quanto possibile, tempestivamente ripristinata grazie a soluzioni d'emergenza, ma efficaci, attuate dai collaboratori del Cdv di concerto con la Sezione protezione aria, acqua e suolo del Canton Ticino (Spaas), lo Stato maggiore, le autorità politiche interessate e la Protezione civile”. Se i disagi verificatisi a valle sono stati più semplici da contenere, quelli a monte richiederanno più tempo: “Attualmente i fanghi vengono regolarmente trasportati su gomma dai bacini di accumulo, così da ridurre allo stretto indispensabile lo sversamento di acque luride nel fiume Maggia. Si tratta di una soluzione d’emergenza, di un servizio oneroso finanziariamente e con un certo impatto ambientale, ma che garantisce lo smaltimento dei fanghi nel modo migliore possibile e di conseguenza la protezione delle risorse naturali. Tali soluzioni verranno assicurate fintanto che saranno disponibili delle strutture provvisorie, e questo in attesa del ripristino delle infrastrutture ordinarie. Un apposito gruppo di lavoro è stato creato in vista di progettare le strutture provvisorie, che dovranno garantire nuovamente la piena funzionalità delle condotte dell’adduzione delle acque luride di tutta la zona oggi in difficoltà, fino all’Impianto di depurazione (Ida) sulla foce della Maggia a Locarno. La progettazione e la realizzazione delle opere provvisorie dovranno assicurare un servizio per un lasso di tempo tra i 12 e i 24 mesi, così da permettere nel frattempo la progettazione e la realizzazione delle opere definitive, coordinate con altre strutture pubbliche e ricostruite in collaborazione con altri attori con cui collaboriamo regolarmente; aspetto questo che contribuirà a determinarne i tempi di realizzazione”.