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Sette carezze al cuore per rivendicare un battito costante

Dal 29 luglio al 4 agosto torna al Paravento ‘Teatro in festa’, la rassegna estiva che è lo specchio dell'attività annuale promossa dalla Compagnia

‘From Syria: is this a child?’
(Alice Durigatto)
16 luglio 2024
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«Teatro in festa non è un fungo». No, Miguel Ángel Cienfuegos non si è trasformato in Lapalisse. Ha solo detto, a modo suo – e cioè da attore consumato, alzando leggermente il sopracciglio e abbozzando un mezzo sorriso – una grande verità spesso misconosciuta. Per andare nello specifico: «Non è che Teatro in festa, il nostro festival del teatro che precede il Film Festival, spunti improvvisamente ogni anno dal nulla, venga colto dal suo pubblico e poi sparisca in attesa dell’anno seguente. Al contrario: la rassegna è parte integrante dell’attività annuale svolta al Teatro, alimenta e si alimenta con le altre proposte». Non è, insomma, una cosa provvisoria; piuttosto, è la punta di una piramide in costante costruzione a forza di muscoli, sofferenza, esperienza e fantasia. E soltanto chi segue assiduamente il cartellone annuale del Teatro Paravento capisce di cosa stiamo parlando.

Bene ribadire il concetto alle porte dell’ennesima edizione di un evento che, probabilmente come nessun altro, caratterizza il Teatro Paravento (inteso come Compagnia e anche come luogo che, nel suo genere, è unico in città). Specchio di questa caratterizzazione è il cartellone imbastito da lunedì 29 luglio a domenica 4 agosto. Secondo la collaudata formula degli spettacoli gratuiti (con offerte libere) e proposti nel palco allestito nel giardino retrostante il teatro (dentro, in caso di pioggia), le 7 date sono contemporaneamente un viaggio attraverso i generi, ma anche un volo in “timelapse” sopra tutta l’annata.

Il cartellone completo

In ordine cronologico avremo infatti l’opera lirica con ‘Rita’, di Donizetti, portata in scena dall’Opera Studio internazionale di Ticino Musica (il 29 luglio); ‘From Syria: is this a child?’, il doloroso confronto fra una ragazzina italiana di 15 anni e un giovane profugo siriano (Giorgia e Abdo, per la prima volta sul palco, su un testo di Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio, della compagnia veneta Fieno di Chio), il 30 luglio; ‘Giovinette’, ovverosia le calciatrici che sfidarono il Duce, che Laura Curino, per il milanese Pem Habitat Teatrali, ha adattato dal romanzo di Federica Seneghini e Marco Giani (il 31 luglio); ‘La Gallina dalle uova d’oro’, produzione del Paravento, con una brillante Luisa Ferroni su testo e per la regia di Cienfuegos, che riflette sullo sfruttamento delle risorse in Amazzonia (il 1° agosto); il celeberrimo ‘Mistero Buffo’, di Dario Fo e Franca Rame, portato in scena da Elisa Pistis venerdì 2 agosto; una storia di luoghi che s’incontrano come ‘Almos Blue - Amsterdam e New York’, dell’Associazione Cluster di Firenze, di Enrico Duranti (il 3 agosto); e infine ‘Zona Franca’, il 4 agosto, che Federica Mafucci, del Teatro C’art Comic Education, porta sul palco per la regia di André Casaca, cercando di “salvare” il pubblico raccontando storie di ordinaria follia.

La funzione sociale e comunitaria

Questo è dunque Teatro in festa. Ma non solo. È anche il costante tentativo di rivendicare un proprio ruolo riconosciuto, nel contesto culturale di Locarno. Un contesto, aggiungiamo, dal quale emerge un’infinità di proposte-fungo, ma dove la tendenza è non alzare lo sguardo alla punta degli altifusti la cui maestosità si rispecchia in radici possenti, che nel caso specifico hanno iniziato a ramificare qualcosa come quarantadue anni fa. Non solo per fare cultura, tra l’altro, ma anche tanta socialità. In particolare nel campo dell’inclusione e del volontariato, come notato da Ferroni e Cienfuegos. All’allestimento tecnico di Teatro in festa (e poi del Bistrot, con i suoi concerti, durante il periodo del Film Festival) concorrono infatti realtà come Muralto per tutti (l’associazione che occupa e responsabilizza i ragazzi impegnandoli in lavoretti) e Midada (progetto della Fondazione Il Gabbiano che propone attività terapeutiche finalizzate a migliorare la percezione di sé). Significativa, in questo senso, anche la presenza di volontari provenienti da tutto il Ticino: una comunità multiforme che a Locarno si materializza soprattutto grazie alla piattaforma dell’Associazione Volontariato Ticino, capace di portare competenze, sensibilità ed esperienze fra loro diversissime, in una commistione unica di talenti e buona volontà.

A proposito di talenti, piccola postilla. Salendo la scalinata che porta al Paravento, guardate a sinistra: vedrete un bel murale di Ada, giovane studentessa dello Csia, cui serviva una superficie per uno stage. In fondo, il Paravento è proprio questo: ispirazione, espressione artistica e tanti barattoli di colore.