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San Bernardo e Cardada, tutto l'amore per il territorio

Inaugurati sabato il Progetto Paesaggio (con importanti interventi di valorizzazione paesaggistica e culturale) e il laghetto multifunzionale all'Alpe

(Foto Garbani)
9 giugno 2024
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Tutta la cura possibile per il proprio territorio, allo scopo di proteggerlo, valorizzarlo e prepararlo alle sfide future. Sono i comuni elementi cardine alla base di due distinti progetti inaugurati nella giornata di sabato sulla montagna di Orselina, fra San Bernardo e l’Alpe Cardada. Nel primo caso è stato celebrato il Progetto Paesaggio di San Bernardo (che fa parte di in una più ampia iniziativa di gestione del territorio comprendente un progetto forestale integrale); nel secondo il lungamente atteso laghetto mutifunzionale all’Alpe Cardada, che sarà innanzitutto un aiuto incommensurabile nella lotta agli incendi boschivi, ma anche, grazie alla sua scenografica ubicazione sotto la capanna Stallone, un’importante attrattiva turistica.

Del laghetto si era iniziato a parlare nel 2005. Al taglio del nastro – effettuato nel primo pomeriggio a opera di Luciano Nessi, presidente della Cardada impianti turistici Sa committente ed ente esecutore dell’opera – lo ha sottolineato l’ingegnere Gabriele Carraro di Dionea, che ha seguito l’opera fin dall’idea stessa di realizzarla; idea poi progressivamente trasmessa al Patriziato promiscuo di Brione s/M., Minusio e Mergoscia. «Prima di poterci muovere verso le autorità cantonali v’è stata una lunga opera di convincimento, di “tornitura” politica da parte della Cit (con Gian Beato Vetterli) con i Comuni e i Patriziati – ha detto Carraro –. Si parlava pur sempre di un’opera in qualche modo “esotica”, allora relativamente poco diffusa e considerata strana. Oggi la situazione è differente sia in Ticino, sia all’estero, dove bacini di questo genere hanno funzioni agricole e, sempre più, di tutela del patrimonio forestale».

Recuperate le sorgenti Veroniche

Direttamente collegata alla realizzazione del laghetto è la straordinaria opera di recupero delle sorgenti Veroniche, situate una settantina di metri più in basso. L’acqua di un paio delle antiche sorgenti è stata convogliata in un serbatoio dal quale, in base a una convenzione stipulata dalla Cit Sa con il Patriziato promiscuo (Brione s/M., Minusio e Mergoscia), sale una condotta azionata dal fotovoltaico che nella bella stagione porta nel laghetto 24 litri d’acqua al minuto. Altra acqua defluisce nel bacino dalla sorgente del Trosa.

Ringraziando la Sezione forestale per la collaborazione, Carraro ha idealmente passato la parola al capo dell’Ufficio circondariale, Nicola Bomio-Pacciorini. Questi ha rilevato la funzione dei sempre più numerosi e diversificati punti di prelievo e/o di riserva d’acqua, «che influiscono sulla tempestività e la razionalità nelle operazioni di spegnimento, a beneficio del nostro territorio». Il tutto, in un contesto di cambiamenti climatici che induce a prevedere l’aumento di situazioni favorevoli alla propagazione degli incendi di bosco.

Da rilevare anche le parole di Fabrizio Cadlolo, vicepresidente del Patriziato promiscuo, proprietario solo dal ’51 degli oltre 40 ettari di terreno dell’Alpe Cardada, ma che da sempre, con le antesignane Vicinanze dei tre Comuni, detiene diritti di pascolo in queste zone. «Oggi, conservare questo territorio nel suo aspetto originale, pur adattandolo agli usi e costumi attuali, e quindi coniugare ecologia ed economia, è una sfida impegnativa per il Patriziato promiscuo, che può mettere in campo forze che sono per la maggior parte di volontariato», ha considerato Cadlolo.

Il bacino garantisce una riserva idrica di circa 2’700 metri cubi e il suo utilizzo a fini antincendio è stato dimostrato sabato dal Corpo dei pompieri di montagna di Locarno, che ha inscenato un’operazione di spegnimento in quota, codiuvato da un elicottero della Tarmac-Eliticino Sa.

Bosco, Oratorio e mulattiera

In mattinata, all’Oratorio di San Bernardo, si era tenuta una partecipata cerimonia inaugurale del Progetto Paesaggio, costato complessivamente circa 800mila franchi e promosso dal Comune di Orselina come capofila, nonché dai Patriziati di Muralto e Orselina, con l’Ufficio forestale circondariale. Raffaele Sartori, ingegnere forestale coordinatore del Progetto Paesaggio, ha ricordato i diversi interventi di valorizzazione eseguiti nella parte alta della montagna – anche con piantagioni e diverse opere di valorizzazione paesaggistica a Cortaccio – soffermandosi su quanto fatto lungo la storica mulattiera che da Orselina conduce a San Bernardo e che è inserita nell’Inventario nazionale delle vie storiche.

Dell’opera di recupero conservativo hanno beneficiato anche due “carbonere”, l’Oratorio di San Bernardo e la cappella Buetti (dove si è proceduto a un consolidamento della struttura e al recupero conservativo dei dipinti, curato dai restauratori Gabriele Grimbühler e Raffaella Zala). Importante anche segnalare la segnaletica didattica realizzata in collina con l’appoggio della Pro Orselina.

Bomio-Pacciorini, presente già in mattinata, ha ricordato dal canto suo gli interventi tecnici e selvicolturali realizzati. Forse il più significativo fra i primi è un nuovo tratto di pista forestale costruito dopo il confine fra Locarno e Orselina. «Sotto la strada, collegando la rete idranti forestali di Cardada, si è riusciti a portare un idrante – ha detto –. La pista permetterà così di perseguire due scopi: avere uno spazio esteso per gestire il trasporto di legname e poter iniziare a lavorarlo; ma anche, approfittando appunto dell’idrante, montare vasche per la riserva idrica utili in caso di incendio».

La richiesta del Municipio di Orselina alla Sezione forestale di iniziare l’allestimento di un Piano di gestione forestale risale al 2014, ha precisato Bomio-Pacciorini; Piano che è poi appunto stato elaborato dall’ingegner Sartori, descrivendo le peculiarità dei boschi di Orselina, evidenziandone pregi e deficit funzionali e proponendo interventi di miglioramento sia tecnici, sia selvicolturali, sia paesaggistici.

Gli enti finanziatori

A San Bernardo il saluto del Comune di Orselina è stato portato dalla sindaca Samantha Garbani Nerini, che ha esteso i ringraziamenti di rito ai finanziatori delle molte iniziative realizzate nell’ambito del Progetto Paesaggio; in particolare i Patriziati di Orselina e Muralto, l’Ustra (per la mulattiera) e l’Ufficio dei beni culturali, la Sezione forestale, gli Enti locali, il Fondo svizzero per il paesaggio, l’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia, il Comune di Muralto, la Parrocchia di Orselina e due fondazioni private.