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Locarno, un Festival in mezzo al guado

All'Assemblea ordinaria sono stati presentati i conti, in rosso, dell'edizione 2023 e i molti cantieri aperti con la presidenza di Maja Hoffmann

(ti-press)
2 maggio 2024
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L’approvazione di conti, le relazioni della direzione artistica e di quella operativa, le comunicazioni del Consiglio d’amministrazione e, ovviamente, le “varie ed eventuali”: l’ordine del giorno dell’assemblea generale ordinaria del Locarno film festival era, appunto, ordinario. Ma quella che si è tenuta oggi pomeriggio al GranRex è stata, per certi versi, un’assemblea fuori dall’ordinario. Intanto perché è stata la prima, dall’elezione del nuovo Consiglio d’amministrazione (CdA) con Maja Hoffmann alla presidenza, ma soprattutto perché il Locarno film festival è nel bel mezzo di un percorso di rinnovamento che dovrebbe concludersi con un’assemblea straordinaria che si terrà il prossimo ottobre.

In quell’occasione dovremmo scoprire la composizione definitiva del Consiglio d’amministrazione: al momento sono nominati solo 5 dei 7 membri. Il Policy Advisory Board, l’organo consultivo voluto per garantire la rappresentatività degli enti locali estromessi con la riduzione dei membri del CdA da 27 a 7 dovrebbe inoltre essere operativo sotto la guida del sindaco di Locarno Nicola Pini (succeduto ad Alain Scherrer), con una struttura su tre livelli: una regionale, una cantonale (nel quale saranno coinvolti anche le Città non del Locarnese) e una federale. L’altro organo consultivo, l’Industry Advisory Board coordinato da Nadia Dresti, è invece già operativo.

In fase di definizione, soprattutto, c’è la nuova direzione che dovrà garantire la gestione operativa e perseguire le strategie stabilite dal Consiglio d’amministrazione. L’obiettivo è arrivare a 5-6 responsabili di settore con chiare competenze, tra i quali ovviamente il direttore artistico al quale sarà garantita la consueta libertà e autonomia. Così ha spiegato il vicepresidente del CdA Luigi Pedrazzini: a causa di impegni assunti prima della sua nomina, la presidente Maja Hoffmann era infatti assente e ha salutato i presenti con un video realizzato dall’agenzia olandese Victor et Simon. Nel suo messaggio Hoffmann ha sottolineato l’importanza di cambiare la struttura del Festival per seguire, e se possibile anticipare, i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo del cinema e nella società. Hoffmann ha inoltre annunciato un nuovo partner del Festival, la fondazione Bloomberg Philanthropies, ma i termini della collaborazione sono ancora da definire.

Per quanto riguarda l’ordinaria amministrazione: l’edizione 2023 del Festival ha visto un aumento degli spettatori del 14% e i film presentati a Locarno sono poi stati selezionati da altri festival e candidati a premi quali gli Oscar per il miglior film internazionale o gli European Film Awards. Più delicata la situazione finanziaria: il 2023 si è chiuso con un rosso di 735mila franchi, riducendo riserve e liquidità.

L’intervista

Pedrazzini: Maja Hoffmann non è un Marco Solari bis

Conti 2023 in rosso di 735mila franchi e un preventivo per il 2024 anch’esso in rosso, con liquidità e riserve in calo. C’è qualche preoccupazione?

Inizio col dire che il Festival è in salute. Ma lo sviluppo di nuovi progetti ha dei costi e oggi ci troviamo in una situazione dove c'è una divaricazione fra i costi, investiti in progetti validi, e le entrate. Dobbiamo affrontare questo problema che ci ha portato, per chiudere i conti in pareggio, a contare sulle riserve.

Per il 2025 dovremo individuare nuove risorse per finanziare questa evoluzione, secondo me molto positiva, del Festival.

Durante l’assemblea non sono però mancati i campanelli d’allarme, anche da parte del Cantone.

Sono campanelli d’allarme legittimi e necessari: anche chi fa cultura non può non prestare attenzione a quelle che sono le problematiche finanziarie, perché alla fine qualcuno deve tirare fuori i soldi. E noi riceviamo importanti contributi da enti pubblici e da privati: dobbiamo garantire una gestione equilibrata.

Come procede la riorganizzazione del Festival? In teoria oggi avrebbero dovuto essere approvati i due membri mancanti del Consiglio d’amministrazione, nomina rimandata a ottobre. L’operazione è più complicata del previsto?

No, non ci sono stati problemi. Semplicemente abbiamo deciso di prenderci tempo per valutare quali sono i profili necessari: il nostro obiettivo non è completare a tutti i costi il Consiglio d’amministrazione, ma avere le personalità che possono tornare utili al Festival.

E la riorganizzazione?

La riorganizzazione non è più difficile di quanto non ci si aspettasse, però richiede un impegno particolare per mettere a punto le strutture e l'organizzazione dopo il cambiamento epocale che è stata la successione di Marco Solari. Solari aveva il suo modo di presiedere e di gestire il Festival che non è il modo di Maja Hoffmann e nessuno si aspettava il contrario.

E quale è il modo di Maja Hoffmann? Dall’esterno sembra meno presente, meno attiva.

Fa quello che deve fare come presidente del Consiglio d’amministrazione. Sapevamo, quando si è andati a interpellare Maja Hoffmann, che non sarebbe stata un Marco Solari bis ma una personalità molto diversa con esperienze molto diverse ma molto importanti per il Festival. Maja Hoffmann ha delle conoscenze straordinaria nel campo delle imprese culturale che possono essere di grande aiuto per ampliare la rete e la visibilità del Festival. Questo è il compito che ci attendiamo da lei e che lei sta portando avanti.

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