Qualche lamentela per le innumerevoli rotazioni dei velivoli. Il sindaco spiega: ‘Spesso è impossibile installare delle gru’. Preoccupa il ramo turistico
Danni complessivi quantificabili tra i 60 e i 70 milioni di franchi, circa 1’300 edifici privati e pubblici danneggiati su un totale di quasi 1’600. È il pesante bilancio, a Ronco s/Ascona (e Porto Ronco), della terribile tempesta di grandine dello scorso 26 agosto. Il comune locarnese, con i suoi poco più che 600 abitanti, è tra quelli che hanno subìto forse la devastazione maggiore. Cifre note, che tengono conto del patrimonio edilizio ma non di quello boschivo, altrettanto ferito in quelle ore da finimondo estivo.
Da allora sono trascorsi quasi otto mesi e il lavoro di ripristino e ricostruzione dei tetti ridotti a un colabrodo e scoperchiati è tutt’altro che terminato. In paese è un continuo volteggiare di elicotteri (anche più di un velivolo al giorno) impegnati nel trasporto di tegole e legname necessari agli operai per sostituire quanto distrutto dai chicchi di grandine grandi come uova. Lavori di carpenteria, isolazione, posa di nuova copertura, lucernari e installazioni fotovoltaiche che procedono a ritmo frenetico (anche perché ogni volta che piove i danni nelle abitazioni, complici le infiltrazioni d’acqua, rischiano di aumentare).
«Proprio per permettere ai proprietari di accelerare la conclusione dei lavori, abbiamo deciso di concedere delle deroghe ai sorvoli dell’abitato da parte degli elicotteri fino ai primi di luglio – ci spiega il sindaco, Paolo Senn –. Ricordo che a essere state danneggiate sono anche diverse strutture ricettive del nostro comune, alberghi e ristoranti tuttora chiusi. Purtroppo non essendoci accessi stradali, molte zone del paese (penso ad esempio al nucleo storico) non consentono il montaggio delle gru e quindi il solo modo pratico per trasportare il materiale edile necessario ai lavori rimane il ricorso all’elicottero. E questo genera inevitabilmente parecchio rumore e le immancabili proteste. I miei compaesani devono purtroppo accettare questa situazione e i disagi che essa comporta; non dimentichiamo che con un 70% di case secondarie, quasi tutte danneggiate, la stagione turistica è già compromessa. Calcoliamo di perdere un migliaio di ospiti che risiede in paese durante l’estate e che, proprio per via dei disagi e dei danni, probabilmente non verrà a Ronco o non vi soggiornerà per periodi prolungati come al solito. E questo per la nostra economia porterà sicuramente un duro contraccolpo. Dobbiamo essere consci che non tutto può essere riparato nel giro di breve tempo e che quindi, inevitabilmente, questa situazione di disturbo fonico si protrarrà ancora per settimane».
Senza dimenticare che sarà pure necessario trasportare altrove tutto il legname sradicato presente nei boschi con funzione protettiva dell’abitato colpiti dalla tempesta. Lavori che richiedono, anche in questo caso, l’uso dell’elicottero perché è impensabile installare delle piccole funivie lungo i ripidi pendii. «Siamo grati al Dipartimento del territorio e alla Sezione forestale per la tempestività del loro intervento, che ha scongiurato potenziali altri danni in occasione, ad esempio, delle recenti, forti, precipitazioni – aggiunge Paolo Senn –. Hanno elaborato un progetto d’azione e si sono subito messi all’opera. Anche per loro si è trattato di una situazione inusuale, che hanno comunque affrontato con grande professionalità». Segnaliamo che proprio di recente il legislativo ha votato un consistente credito di 2,8 milioni di franchi per le opere di premunizione contro i pericoli naturali sul territorio (reti paramassi, sottomurazioni in calcestruzzo, reti aderenti ecc.).