Confrontato non di rado con eventi di ripristino finanziariamente costosi, Centovalli ricorre all'aiuto di fondazioni e associazioni confederate
Muri a secco crollati; sentieri pedestri interrotti; smottamenti di terreno; danni ai manufatti; riali da liberare dal materiale depositato. Sono, questi, solo alcuni degli interventi di ripristino con i quali, a ogni evento alluvionale particolarmente intenso, i Comuni di valle della regione sono chiamati a fare i conti. Una ‘fattura’ che, nel caso di Centovalli, si traduce in qualche centinaio di migliaia di franchi. Proprio in occasione dell'ultima seduta di legislativo, il Consiglio comunale ha votato un credito di 200mila franchi da destinare al finanziamento degli interventi previsti a seguito delle forti precipitazioni del 31 agosto e del 22 settembre scorsi, che hanno arrecato seri danni al territorio vallerano. Un ingente lavoro di ricostruzione, coordinato dall'Ufficio tecnico, per il quale non sempre le assicurazioni rispondono. Gli enti pubblici, infatti, non sono assicurati dal Fondo svizzero di soccorso per danni causati dalla natura. È dunque evidente che per un Comune finanziariamente debole reperire in fretta le risorse non è sempre facile. Per questo, come ci spiega il sindaco Michele Turri, il Municipio lancia campagne di ricerca fondi anche oltre Gottardo, dove di solito fondazioni e associazioni (com'è il caso di Alpinfra) sono sempre disposte a concedere aiuti a tale scopo.
«Nelle scorse settimane abbiamo ricevuto una donazione di 45mila franchi che ci consente di affrontare le spese – afferma il sindaco –. I danni dovuti al maltempo generano costi straordinari che dobbiamo arrangiarci a liquidare. Sappiamo di avere un territorio esposto a rischi meteo e, per questa ragione, nel Piano finanziario di ogni legislatura inseriamo una voce generica dedicata proprio a questi imprevisti. Ma l'importo accantonato copre ovviamente solo una parte dei costi, se gli eventi calamitosi (come ad esempio gli incendi) si ripetono o lasciano pesanti ferite per la loro intensità. Non possiamo ovviamente sapere in anticipo cosa ci aspetta. La ricostruzione dopo le calamità è prioritaria e commisurata alla tipologia dell’intervento necessario. Si fa una quantificazione massima dei danni subiti alle strutture pubbliche e poi, in base all'ammontare della spesa, se necessario chiediamo aiuti all'esterno». La solidarietà confederata in molti casi fa il resto.