Gli edifici ferroviari caratteristici delle fermate di Intragna e Tegna secondo i piani saranno demoliti. Parte l'opposizione contro i due progetti
La Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) non condivide le scelte progettuali e architettoniche delle Fart relative al rinnovo infrastrutturale e all’adeguamento alle disposizioni della Legge federale sui disabili delle stazioni ferroviarie della Centovallina. Ha infatti inoltrato opposizione all’Ufficio federale dei trasporti contro i piani previsti per le fermate della Centovallina di Intragna e Tegna. Stazioni che, calendario alla mano, saranno le prossime a essere interessate dai cantieri (attualmente si sta procedendo alla sistemazione della fermata di Cavigliano). Lungi dal voler ovviamente contestare il potenziamento delle corse sulla Centovallina, che intende costituire una cadenza semi-oraria sulla tratta Locarno-Intragna, dal momento che questo potenziamento renderebbe più attrattivo il trasporto pubblico svolto da questa ferrovia, la Stan ritiene sia importante che questa ferrovia venga mantenuta. Uno degli atout della Centovallina, ricorda la Stan, “è che possiede un tracciato ben inserito nel territorio e che fu ideato rispettando ante litteram tanto il principio dell’uso parsimonioso del suolo, quanto quello dell’inserimento ordinato e armonioso delle costruzioni nel paesaggio; il tracciato nel suo insieme e alcuni suoi manufatti in particolare sono esempi pregevoli tanto dal profilo ingegneristico quanto da quello estetico e dell’inserimento esemplare nel paesaggio”.
Nella sua opposizione, la Stan evidenzia come “nel contesto della linea vadano comprese anche le stazioni, e qui veniamo ai progetti concreti in pubblicazione. Finora hanno tutte le stesse caratteristiche: edifici tipici del primo Novecento, semplici e di volumetrie ridotte. Questa tipologia uniforme o similare fa la caratteristica della Centovallina, rappresenta il suo marchio di fabbrica. Anche laddove come a Verscio il rinnovo della stazione è già avvenuto (peraltro con risultati complessivi discutibili), il vecchio edificio della stazione è stato conservato, sia pure senza più svolgere la funzione che aveva precedentemente; segno che anche le Fart hanno visto l’importanza di mantenere un edificio storico della stazione che è tipico delle stazioni su tutto il percorso della ferrovia. Ma l’ideale sarebbe ovviamente di potere ancora riutilizzare i vecchi edifici per le funzioni originarie”.
“I progetti pubblicati per le stazioni di Intragna e Tegna, per contro, rappresentano una brutale rottura di questa immagine storica: si prevede di abbattere gli stabili esistenti, per sostituirli con manufatti contemporanei che cambierebbero completamente la percezione delle stazioni. Il fatto che si sia incaricato un architetto per curare il coordinamento dell’immagine di tutta la linea, al fine di creare un’unica cosiddetta ‘corporate identity’, non ci rassicura affatto. Secondo l’incarto l’abbattimento degli edifici sarebbe necessario per poter approntare un terzo binario a Intragna, rispettivamente un secondo binario a Tegna, indispensabili al fine di permettere l’aumento delle corse conseguente all’introduzione dalla cadenza semi-oraria (...) Comprendiamo queste spiegazioni, ma chiediamo che sia fatta una verifica ulteriore al fine di appurare che effettivamente non sarebbe possibile dar luogo all’auspicata cadenza semi-oraria senza l’approntamento del secondo (rispettivamente terzo) binario nelle citate stazioni e alla connessa demolizione degli attuali edifici nelle stesse. In particolare, per quanto riguarda Tegna: capiamo che possa essere necessario un punto supplementare tra Verscio e Ponte Brolla dove permettere l’incontro di due treni, ma non potrebbe essere trovata una soluzione che non implichi l’abbattimento della vecchia stazione? Il raddoppio del binario non potrebbe essere approntato poco prima o poco dopo l’edificio della fermata? Tra l’altro i punti di incrocio a due binari per permettere il transito di due treni, non obbligatoriamente devono essere situati nelle stazioni”.
In merito al progetto di Intragna, sempre secondo la Stan “vi sono in ogni caso altri aspetti che suscitano perplessità e che ci sembrano difficilmente accettabili, primo fra tutti, la pensilina per la copertura del binario uno, il capolinea del treno navetta cadenzato Locarno-Intragna; esso sarebbe un binario morto. Secondo gli intendimenti delle Fart dovrebbe servire anche allo stazionamento notturno dell’ultimo treno serale proveniente da Locarno. Per tale motivo viene prevista una pensilina che coprirebbe il binario in tutta la sua lunghezza per evitare che in caso di nevicate in inverno il treno in sosta possa essere coperto di neve e in estate per proteggerlo dal soleggiamento durante le soste. Questa pensilina sarebbe assai ingombrante sulla scala della modesta stazione di Intragna. Comprendiamo quindi che il Municipio di Centovalli si opponga alla costruzione di tale manufatto, non considerandolo rispettoso dell’inserimento ordinato e armonioso delle costruzioni nel paesaggio”. Va inoltre ricordato che il paese di Intragna è inserito nell’Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere di importanza nazionale (ISOS), che menziona, oltre al nucleo del villaggio, pure l’insieme della stazione con ampio piazzale”.
Il Municipio di Centovalli, come anticipato da ‘laRegione’, in alternativa propone l’opzione che l’ultimo treno della sera venga fatto proseguire fino a Camedo, ricoverato nel deposito per treni lì già esistente e la mattina successiva fatto ripartire per Locarno. In tal modo l’alta valle avrebbe due corse giornaliere supplementari (mattino e sera). “Pur comprendendo che questa opzione possa causare alle Fart qualche piccolo problema organizzativo, essa va intesa come una piccola rivendicazione a favore di migliori collegamenti per l’alta valle, al fine di incrementarne l’attrattiva e la vivibilità per le famiglie. In questo senso anche la Stan condivide l’idea. Naturalmente gli eventuali supplementi nei costi d’esercizio dovrebbero essere finanziati dagli enti pubblici nell’ambito del finanziamento dei trasporti pubblici”. Due parole, infine, anche sul futuro volto del piazzale della stazione del capoluogo centovallino: “il nostro auspicio è che non si replichi la totale cementificazione messa in atto a Verscio. Dalla lettura della documentazione ci risulta che le superfici verdi nel piazzale della stazione verrebbero soppresse (o comunque molto diminuite) e non ci risulta che si preveda di sostituirli. Non è accettabile che si proceda a una cementificazione / asfaltatura totale della superficie disponibile non occupata dai manufatti ferroviari senza prevedere nemmeno un metro quadrato di alberature o di spazi verdi. Oggigiorno, quando i molti discorsi sui mutamenti climatici hanno sensibilizzato un po’ tutti sulla necessità di conservare (o di ripristinare) spazi verdi e alberati nelle città al fine di evitare insostenibili ‘isole di calore’ durante la stagione estiva, questo modo di agire appare del tutto incomprensibile e in contrasto con le raccomandazioni e le linee guida federali dedicate agli spazi verdi”.