Bruno Bäriswyl, candidato Udc al Municipio di Locarno, ‘affronta’ a distanza Bruno Cereghetti, che, rotto con il Ps, torna con Avanti con Ticino&Lavoro
Agli estremi dello spettro politico locarnese troviamo due candidati al Municipio che non avranno molto in comune, ma di certo il vantaggio dell’esperienza. Bruno Bäriswyl, esponente di punta dell’Udc locarnese, è nuovamente alleato della Lega dei Ticinesi nella corsa al seggio in Municipio e in questo senso potrebbe addirittura insidiare la poltrona occupata da Bruno Buzzini, che è tra l’altro uno dei tre soli municipali che si ripresentano (con Nancy Lunghi della Sinistra Unita e Nicola Pini del Plr).
Se Bäriswyl è l’attuale capogruppo Udc ed è in Consiglio comunale da quasi 30 anni (dal ’95 per l’esattezza), Bruno Cereghetti non è da meno. Anzi. Già municipale a Locarno per il Ps (1992-2004), vanta anche due esperienze in Gran Consiglio: dal 1991 al ’92, anche come presidente della commissione delle Petizioni; e dal 2011 al ’15, nel cui ambito ha assunto la presidenza della commissione della Legislazione e della commissione della Costituzione. In anni giovanili (1971) era entrato in Consiglio comunale a Rovio, mentre dall’88 al ’92 era stato consigliere comunale a Locarno (nel ’90 come primo cittadino). In questa tornata elettorale Cereghetti si presenta, soltanto per il Municipio, nella lista Avanti con Ticino&Lavoro.
‘laRegione’ li ha intervistati mettendo a confronto le rispettive visioni, speranze e preoccupazioni per la Città in cui vivono. L’esponente della sinistra, oltre che come politico, come titolare di un ufficio di consulenze e rappresentanze; quello della destra anche come impresario edile.
Dov’è secondo lei urgente intervenire a Locarno?
BRUNO BÄRISWYL – È quantomai urgente intervenire nel settore di Piazza Grande, dove deve finalmente iniziare il cantiere di un progetto di cui si parla da lungo tempo. Inoltre, abbiamo diversi edifici in attesa di restauro, a immagine del Grand Hotel di Muralto. Locarno non è povera come si vuol far credere: con l’introduzione del nuovo sistema contabile sono venuti alla luce qualcosa come 30 milioni di franchi di patrimonio, prima sottostimati.
BRUNO CEREGHETTI – Direi che vi sono due urgenze sostanziali. La prima è quella legata alle finanze della Città, che devono essere solide, quindi risanate, per poter avere progettualità, procedere con una politica redistributiva ed evitare di aumentare il carico fiscale nei confronti delle persone fisiche e giuridiche. La seconda emergenza è chiaramente legata all’aggregazione. Oggi si arranca con tanti villaggi gallici, mancando però di forza progettuale, sia nei confronti del Cantone, sia degli altri poli che hanno già compiuto l’opera di aggregazione.
Finora dove ha fallito la destra e dove la sinistra in Città?
CEREGHETTI – Per quanto riguarda la destra, devo dire sinceramente che non lo so. E per certi versi posso dire la stessa cosa della sinistra. Riguardo a quest’ultima, però, non si capisce dove stia andando e dove si posizioni. Per chi ha militato, come me, per diversi decenni all’interno del Partito socialista, doverlo constatare è un peccato.
BÄRISWYL – La destra non ha i numeri, purtroppo. La sinistra vuole sempre di più – e può anche essere giusto – ma pensa di essere sociale solo lei. Noi, al contrario di loro, oltre a pensare alla socialità ci preoccupiamo anche di trovare i mezzi per finanziarla.
Non si ritiene troppo “maturo” per presentarsi all’elettorato come un’opportunità di rinnovamento?
BÄRISWYL – Sono d’accordo che nella politica ci voglia del ringiovanimento, ma serve altresì qualche elemento, come il sottoscritto, che abbia esperienza e sappia cos’è successo in Città negli ultimi 30 anni. Ciò può oltretutto contribuire a evitare ai più giovani di ricadere negli errori commessi da altri in passato. Penso che una giusta combinazione fra le diverse generazioni possa solo fare gli interessi di tutti.
CEREGHETTI – Bisogna avere un grande rispetto verso le istituzioni, che non sono un gioco. Occuparsi della cosa pubblica non è un esercizio di vanagloria e farlo non è il risultato di una corsa a chi arriva prima. È necessario impegnarsi seriamente, mettendo a disposizione ciò che si ha, a partire dall’esperienza, per il bene della città e, soprattutto, delle persone che si devono governare.