L'iniziativa popolare generica doveva venire trattata dal Consiglio comunale, ma un colpo di scena ‘firmato’ da Bruno Bäriswyl cambia lo scenario
Nessun voto in Consiglio comunale sull’iniziativa popolare generica “Salva Monte Brè”. La causa: c’è un controprogetto. Ergo, tutto congelato, palla a iniziativisti, commissione del Piano regolatore e Municipio – tutti chiamati a una presa di posizione – e poi resa dei conti in legislativo. Un’ipotesi – invero piuttosto remota, ma non da scartare a priori – è che sulla questione possa esprimersi la popolazione al voto.
La notizia è arrivata lunedì mattina come un fulmine a ciel sereno. A darla ai consiglieri comunali il direttore dei Servizi amministrativi della Città in un’email laconica ma dai contenuti molto chiari: stasera nessun esame né delibera sull’iniziativa come previsto, visto che è stato presentato un controprogetto alla soluzione pianificatoria.
L’ha firmato Bruno Bäriswyl, consigliere comunale Udc, e impresario costruttore di professione. Uno, quindi, che mastica la materia. Oggetto principale (e a ben vedere unico) del controprogetto sono gli indici di sfruttamento applicati nel comparto montano. La nuova pianificazione, così come richiesto dagli iniziativisti, prevede una diminuzione, mentre Bäriswyl propende per un mantenimento di quelli in vigore. Questo, anche e soprattutto per impedire un deprezzamento degli immobili.
Tanto basta per rimettere in discussione tutto il pacchetto, che infatti è rimasto in bucalettere nell’attesa che sul controprogetto si esprimano, come accennato, la commissione del Piano regolatore (che aveva redatto il testo conforme all’iniziativa popolare generica, nel quale testo si erano riconosciuti gli iniziativisti), il Municipio e gli stessi promotori del “Salva Monte Brè”, scesi in campo nel 2019 e capaci di far introdurre al Municipio una zona di pianificazione nel comparto, in attesa appunto che venisse modificato il Piano regolatore.
Come era facile immaginare, la scelta di Bäriswyl ha avuto dei contraccolpi. Giovanni Monotti, relatore del rapporto di maggioranza della commissione del Pr sulla variante, è stato il secondo a reagire (stizzito) dopo il presidente del legislativo Marco Bosshardt: «Devo stigmatizzare quanto successo – ha detto Monotti –. Arriva un controprogetto a 5 minuti dalla mezzanotte, contro un progetto elaborato di concerto da tutte le forze politiche, coscienti dell’importanza di cui erano state investite, e del fatto che un testo conforme all’iniziativa doveva essere presentato per dare delle risposte ai cittadini. In questo modo si vuole minare il lavoro svolto. Non c’è responsabilità verso la cittadinanza».
Gli ha risposto lo stesso autore del controprogetto, difendendo il proprio diritto di presentarlo: «Lo posso fare anche a 2 minuti dalla mezzanotte. Ho visto il progetto pianificatorio e so che molti cittadini hanno fatto osservazioni senza ricevere risposta». Il progetto di variante nella sua globalità «mi va bene – ha sottolineato – salvo alcuni azzonamenti. Sono solo intervenuto sugli indici di sfruttamento, che danno valore alle proprietà. Riflettiamoci su, poi magari fra 15 giorni mi dite che volete rimanere sul progetto elaborato in commissione, e va bene».
Disappunto è stato poi espresso da Francesco Albi, per la Sinistra Unita: «Anche noi non abbiamo sempre condiviso tutti i principi, ma responsabilmente abbiamo sfruttato gli spazi concessi dalla democrazia per elaborare un progetto condiviso. Il metodo di Bäriswyl è distruttivo e scorretto: c’è secondo me un disegno per far naufragare la variante». Più morbido è stato Mauro Belgeri (il Centro), seduto accanto a Bäriswyl: «Possiamo dire quello che vogliamo, ma dobbiamo guardare a chi ha lavorato in commissione ed è giunto a un progetto condiviso. Ho cercato personalmente di calmare gli appetiti degli abitanti di Brè, fidandomi del lavoro commissionale. Sono fiducioso che fra uno o due mesi potremo approvare la variante di Pr. Siamo quasi fuori tempo massimo, ma va detto che la legislazione consente a Bäriswyl di agire come ha fatto».
Lapidario, poi, il commento di Omar Caldara, che ha sottolineato l’agire «in totale autonomia» del collega Udc e se ne è distanziato a nome della Lega dei Ticinesi. Barbara Angelini Piva, capogruppo del Centro, ha notato che «il tema è sui nostri banchi da 4 anni». E poi, citando l’assente Martina Giacometti, che ha lavorato in commissione del Pr: «Stasera avremmo dovuto avallare un progetto che è il risultato di un lungo e paziente lavoro di mediazione e di approfondimento di vari aspetti. Iniziativisti, imprenditori, Municipio e cittadinanza si sono incontrati. Il tanto discusso adeguamento degli indici di sfruttamento da 0,4 a 0,3 viene ammortizzato dalla possibilità di un bonus per contenuti alberghieri e utilizzi primari». Il Centro, ha concluso Angelini Piva, «si augura che quanto accaduto stasera sia un inciampo, e non un’occasione persa».
Dai banchi del Centro ha parlato anche Mattia Scaffetta. Come membro della commissione del Pr si è detto «allibito dal controprogetto, che va a inficiare un grande lavoro durato 4 anni». Luca Renzetti, del Plr, ha riconosciuto che «non dobbiamo insegnare a Bäriswyl che per portare a casa un progetto bisogna lavorare tutti insieme». E rivolto a lui: «Sai benissimo che il tuo controprogetto non ha futuro. Per questo ti chiedo gentilmente di ritirarlo». Ma il suo è rimasto un auspicio.
Il Consiglio comunale ha anche deciso di avallare il conferimento della cittadinanza onoraria a Marco Solari, ed ha approvato i conti preventivi 2024.