Verzasca

Energia elettrica dai vecchi mulini e impianti idraulici

Lo suggerisce una mozione che chiede al Municipio di approfondire questa possibilità sfruttando i manufatti già esistenti e la forza motrice dell'acqua

In sintesi:
  • L'idea nasce sulla scia di quanto fatto nel Canton Grigioni, e alcuni altri comuni ticinesi come Gordola e Minusio
  • Secondo i firmatari, gli impianti porterebbero energia elettrica per un certo numero delle economie domestiche presenti in valle e pure per gli impianti sportivi, come la pista di ghiaccio di Sonogno
(Comune di Gordola)
12 febbraio 2024
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Oltre allo sfruttamento del potenziale idroelettrico insito negli impianti di distribuzione e raccolta delle acque su suolo comunale, riconvertire (senza ovviamente snaturarli) gli antichi mulini e impianti idraulici, come pure gli acquedotti comunali sparsi nel territorio della Verzasca al fine di produrre, attraverso l'uso delle moderne tecnologie, energia elettrica. Una proposta che a prima vista può sembrare un po' bizzarra, ma che in altri Comuni ticinesi (e altrove) ha già trovato applicazione e che, a detta dei consiglieri comunali del Gruppo Verzasca 2020 e Acquaverde, (primo firmatario Igor Canepa, seguito dai colleghi Davide Vosti, Jonathan Scolari e Marco Perozzi) merita di essere approfondita. Sfruttare il dislivello degli impianti idraulici già presenti sul territorio per alimentare turbine in grado di produrre energia è infatti il principio alla base dell’idroelettrico, una tecnologia efficace e molto “green”.
Inoltrata al Municipio in occasione dell'ultima seduta di legislativo, lo scorso 19 dicembre, la mozione in questione verte essenzialmente a sfruttare il potenziale idrico e la forza motrice dell'acqua per generare energia da consumare direttamente in loco, oppure da poi immettere sul mercato. Il tutto in un momento in cui i costi di approvvigionamento elettrico, per gli enti pubblici, le economie domestiche e le imprese, sono saliti alle stelle.
“La forza motrice idraulica venne impiegata molto presto per attivare macchinari, in particolare le macine dei mulini, segherie di legno e sasso, e altre apparecchiature. Numerosi esempi sono presenti sul territorio comunale – spiegano i firmatari –. Nel corso degli ultimi decenni sono state intraprese importanti opere di restauro di vecchi mulini, che sono stati rimessi in servizio quali musei in scala naturale.

La forza dell'acqua, un potenziale interessante a km 0

Il potenziale idroelettrico della valle venne scoperto e sfruttato già nel secolo scorso da una famiglia di imprenditori di Frasco mediante una piccola centrale di produzione di energia elettrica. In seguito venne proposto un progetto per una mini-centrale (di tipologia diversa e molto più grande rispetto a quelle proposte nella mozione) nel comprensorio di Brione Verzasca, che non poté, a nostra conoscenza, malauguratamente essere realizzata per vincoli pianificatori a livello federale. Il progetto della mini-centrale, dalle informazioni in nostro possesso, è stato in seguito acquisito dalla SES».
Seguendo l'esempio del Canton Grigioni, e alcuni altri comuni ticinesi come Gordola e Minusio, dove “esistono alcuni esempi virtuosi di mini-centrali elettriche che sono state realizzate negli ultimi anni, e che permettono la distribuzione locale di energia elettrica prodotta pressoché a km 0 sfruttando il potenziale di energia idraulica insito negli acquedotti di montagna”, i mozionanti invitano l'autorità municipale a riflettere sulle “innumerevoli possibilità in cui è possibile sfruttare l’energia potenziale idraulica sia degli acquedotti, sia dei vecchi mulini appositamente modificati. Quest’ultima applicazione risulterebbe un'interessante novità e con le dovute precauzioni paesaggistiche, permetterebbe di ammortizzare ancor meglio gli investimenti sostenuti per il restauro di questi antichi e storicamente valorosi edifici”.
Secondo i consiglieri comunali firmatari, “l’impiego di questo tipo di tecnologie, in combinazione con gli impianti fotovoltaici ove possibile dal punto di vista paesaggistico, permetterebbe di produrre energia elettrica per un certo numero delle economie domestiche presenti in valle, considerando che il consumo medio annuale di una stessa si aggiri sui 5000kWh. Altri impianti potenzialmente beneficiari della corrente prodotta in loco potrebbero essere quelli sportivi, quali la pista di ghiaccio di Sonogno. A seconda del numero di generatori che si riuscirà / vorrà installare, si migliorerà anche la stabilità dei prezzi dell’energia, garantendo nel contempo un approvvigionamento alternativo nel caso in cui
l’elettrodotto principale venga disconnesso per un qualsiasi motivo. Va da sé, che le rispettive microcentrali saranno gestite in maniera redditizia attraverso una apposita azienda di produzione, che potrà essere di fatto anche una cooperativa”. In conclusione la mozione auspica una condivisione di questi progetti con gli altri enti pubblici attivi in Valle (Associazione dei Comuni della Valle Verzasca e Piano, Fondazione Verzasca, Fondazione Corippo, Fondazione Agire).

L'esempio, virtuoso, di Gordola

Comune virtuoso in questo ambito è sicuramente quello di Gordola, che proprio giovedì scorso ha ufficialmente collaudato la sua seconda microturbina per la produzione di energia idroelettrica nella valle del Carcale, che conta ben 12 sorgenti. Struttura inserita, come la precedente inaugurata un decennio fa, anch'essa in un serbatoio esistente (quello denominato Montecucco), con risparmi non indifferenti a livello finanziario dal momento che non si è reso necessario costruire ulteriori stabili. Sfruttando le condotte rinnovate in tempi recenti, consente, come ci spiega il municipale Bruno Storni, una produzione media di 200 kilowattora al giorno, (contro i 600 della precedente) sfruttando un salto dell'acqua di circa 150 metri. L'investimento necessario per la posa di questa seconda microturbina è stato dell'ordine dei 200mila franchi, con un importante sussidio federale.

Nel caso della microturbina precedente, il Comune per il tramite della sua Azienda idrica incassa 26 centesimi per kilowattora (la produzione annua si aggira sui 220 mila kilowattora, quantitativo sufficiente per alimentare 50 abitazioni).