Il Municipio prende posizione sulla vicenda del 64enne imprenditore poi finito in carcere: ‘Tantissime segnalazioni, così siamo andati in Procura’
Il Municipio di Lavizzara aveva segnalato al Ministero pubblico l'Associazione Vallemaggia è viva dopo “la copiosa corrispondenza giunta in Cancelleria sin dal 2020 e in assenza di un riscontro ai chiarimenti richiesti”. Pertanto, nel gennaio del ’22 aveva ritenuto di dover appunto segnalare la questione alla Procura, in particolare “le fattispecie relative alle raccolte fondi operate dall’Associazione Vallemaggia è viva”. In seguito alla segnalazione erano poi partite le verifiche penali che avrebbero portato in carcere il 64enne imprenditore della Lavizzara accusato di truffa per mestiere. Oggi l'uomo è tornato in libertà ed è in attesa o di un decreto d'accusa con proposta di pena, o di un atto d'accusa che lo porterebbe a processo.
ll chiarimento (vi fu segnalazione dell'associazione, non denuncia dell'imprenditore) emerge dalla risposta che l’esecutivo di Lavizzara ha dato ad un’interrogazione presentata a giugno dal consigliere comunale Lauro Rotanzi. Nella risposta viene precisato che “la decisione di procedere con una segnalazione era stata presa all’unanimità da tutti i membri dell’esecutivo e per evidenti motivi non è stata resa pubblica”. Con tale segnalazione, prosegue il Municipio, si chiedeva al Ministero pubblico di “voler chiarire la posizione dell’Associazione, l’utilizzo e la destinazione dei fondi raccolti”.
C’è, poi, l’aspetto dei famosi 20mila franchi che il 64enne aveva destinato, tramite un’associazione, al Comune. A questo proposito il Municipio nota che si trattava dell’Associazione Pro Brontallo, che “nulla ha a che vedere con i fatti suesposti. La citata associazione aveva versato al Comune l’importo di 20mila franchi; fondi che erano stati chiesti e raccolti per mantenere aperta la scuola dell’infanzia in valle”.
Su queste basi, rileva il Municipio, non può essere ravvisato alcun controsenso nel denunciare (o simili) qualcuno e poi chiedergli (e ottenere) dei soldi. Questo poiché “il contributo era stato chiesto all’Associazione Pro Bontallo”, mentre “la segnalazione per i fatti riportati è stata effettuata nei confronti dell’Associazione Vallemaggia è viva. Non è mai stata presentata una denuncia, men che meno nei confronti di una persona, ma unicamente una segnalazione (o richiesta di verifica) relativamente alle modalità di raccolta e di impiego di fondi da parte dell’Associazione Vallemaggia è viva”. Il Municipio dice poi di chiedersi “a fronte di tutte le richieste di chiarimento indirizzate dal Comune all’Associazione Vallemaggia è viva – alle quali non è mai stata data alcuna risposta – che cosa avrebbe potuto fare di diverso il Municipio, ritenuto che i municipali sono tenuti per legge a segnalare ogni fatto che potrebbe essere sospetto o costituire un reato perseguibile d’ufficio”. In conclusione, l’esecutivo vallerano si dice persuaso che “la situazione e i modi di operare dell’Associazione Vallemaggia è viva, ripetutamente e insistentemente segnalati alla nostra attenzione, non potessero essere ignorati e imponessero un approfondimento da parte delle competenti autorità”.
Unitamente alla risposta all’interrogazione di Rotanzi, da Lavizzara è stato diramato martedì sera un chilometrico comunicato stampa in cui vengono ripercorse e circostanziate le diverse segnalazioni di cui sopra. In particolare, dal 2020 in poi “sono giunte oltre 40 segnalazioni nei confronti di questa Associazione, provenienti da parte di persone residenti sia in Ticino che Oltralpe, le quali mettevano seriamente in dubbio la bontà dei progetti presentati, l’indirizzario utilizzato (alcune persone interessate erano degenti da anni in casa anziani oppure addirittura decedute da tempo), i toni contenuti nei flyer, ritenuti discutibili, l’uso arbitrario della lingua tedesca nei confronti di ticinesi, come pure la possibilità di visionare i lavori effettuati con i fondi donati”.
In particolare, si legge ancora, “si può segnalare che raccolte fondi venivano messe in atto per sostenere dei Consigli parrocchiali valmaggesi (San Carlo di Peccia e Cimalmotto), i quali avrebbero dovuto ridare nuova vita alle loro chiese. Negli anni le lamentele da parte delle persone che si sono rivolte alla nostra Cancelleria continuavano ad aumentare, questo soprattutto in considerazione del fatto che trovare delle persone che rispondevano al recapito di questa Associazione fosse impresa assai ardua”.
Ad esempio, riguardo al progetto di restauro della chiesa di San Carlo di Peccia, “il Consiglio parrocchiale, da noi all’epoca contattato, si era detto completamente estraneo a questa iniziativa, la quale era evidentemente stata fatta a loro insaputa e senza il loro benestare. Per questa raccolta fondi, tra il 31 luglio 2020 e il 16 marzo 2021, 23 persone si erano rivolte alla Cancelleria comunale, lamentandosi di non riuscire a farsi cancellare dalla lista di contatto di questa Associazione oppure anche segnalando che la persona contattata fosse deceduta, e che non vi fosse uno specifico recapito al quale poter scrivere per chiedere maggiori informazioni. In considerazione delle ripetute rimostranze a noi pervenute, è parso evidente che potesse trattarsi di un’associazione ‘fantasma’ con apparente sede, a nostra insaputa, a Prato Sornico, nel nostro Comune. C’erano inoltre persone che si interrogavano e chiedevano dove fossero andati a finire i soldi versati e chi chiedeva di poter visionare gli interventi da loro sostenuti finanziariamente”.
A ciò era seguita una richiesta di chiarimento, reiterata, del Municipio all’Associazione Vallemaggia è viva. Ma invano, perché nessuna risposta era mai giunta, ma intanto le raccolte fondi proseguivano. Da lì, la necessità di segnalare – non denunciare – l’associazione al Ministero pubblico.