Locarnese

Hackeraggio a Losone: ‘Il Municipio paga in silenzio’

I consiglieri leghisti Grünenfelder e Scardamaglia chiedono lumi all'esecutivo sul presunto pagamento di un ‘riscatto’ per sbloccare i sistemi informatici

14 novembre 2023
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Nel 2015, il Comune di Losone è stato vittima di un hackeraggio e per accedere nuovamente ai dati sembra che il Municipio abbia autorizzato il pagamento di un riscatto. Il blocco totale dei sistemi informatici dell’amministrazione comunale sarebbe poi stato ufficialmente contabilizzato quale “diverse prestazioni x virus”. A sostenerlo in un'interrogazione sono i consiglieri comunali della Lega dei Ticinesi, Michele Grünenfelder e Gian Franco Scardamaglia, i quali aggiungono che per alcuni giorni tutti i sistemi informatici sono rimasti fuori uso e tutti i dati su supporto informatico sono rimasti inaccessibili. Il Comune si è quindi rivolto al Centro di calcolo elettronico (CCE), ingegner G. Lombardi SA di Gordola, per risolvere la problematica. Ditta che ha poi ovviamente fatturato le proprie prestazioni. Secondo i due esponenti, “il Municipio non ha ritenuto opportuno informare né il Consiglio comunale, né la popolazione, dell'avvenuto hackeraggio. Il pagamento del riscatto all'hacker è stato inserito nella contabilità comunale quale ‘prestazione per virus’. Affare dimenticato e liquidato con un riscatto tutto sommato molto contenuto? Certo che no. Proprio perché il riscatto richiesto era alquanto contenuto, ai limiti del ridicolo, la dice lunga a cosa mirava l'hacker: i dati. Sappiamo tutti quali dati sono in possesso delle autorità comunali: tutti i nostri dati più sensibili, come conti bancari, reddito, dichiarazioni d'imposta, contributi sociali e assistenziali percepiti, multe ecc. A questi si aggiungono anche tutti i dati interni dell'amministrazione, quali verbali interni delle sedute di Municipio, corrispondenze interne, rapporti di polizia ecc. Ebbene, non è dato sapere che cosa abbia fatto l'hacker con tutte queste informazioni. Forse sono state vendute o pubblicate sul Dark Web. Visto anche il peso politico di alcuni cittadini che già nel 2015 erano domiciliati a Losone, quali ad esempio l'allora consigliere di Stato Manuele Bertoli, nonché la presenza di aziende attive a livello nazionale sul nostro territorio (AGIE, Diamond, Coop...), i dati sono sicuramente di un certo interesse”.

Fatte queste considerazioni i due consiglieri della Lega interrogano il Municipio sul pagamento del riscatto, sul coinvolgimento della polizia, sull'eventuale denuncia penale sporta dall'autorità e sulla mancata informazione alla cittadinanza sull'accaduto.