Elaborato un Masterplan che contiene idee e proposte per sviluppare ulteriormente la mobilità ciclabile nei comuni della Regione Energia Verbano
In diverse situazioni, la bicicletta può sostituire in modo eccellente un mezzo di trasporto “classico” più ingombrante, più energivoro e funzionante a energie fossili; spostarsi in bicicletta, anche solo saltuariamente, implica dei vantaggi a livello della salute fisica e psichica; per alcuni spostamenti, la bicicletta (classica o a pedalata assistita) risulta addirittura più rapida rispetto alle automobili e quindi non va vista come una semplice alternativa, ma come una soluzione efficiente (secondo una statistica del 2021, mediamente i tragitti in auto sono solamente 2,3 volte più veloci rispetto a quelli in bici); in Svizzera, secondo il microcensimento mobilità e trasporti del 2015, in media il 60% di tutti gli spostamenti delle persone non superano i 5 km (una distanza quindi “a portata di bicicletta”). Sono solo alcune delle considerazioni che hanno spinto i Comuni della Regione Energia Verbano (quindi Ascona, Locarno, Minusio e Muralto) a commissionare uno studio sulla mobilità ciclabile, perché sì, i vantaggi di quest’ultima sono innegabili, ma allo stesso tempo è necessaria un’infrastruttura adeguata a livello di praticità e sicurezza dei percorsi.
Le cifre parlano chiaro: in Ticino, tra il 2011 e il 2021, ci sono stati 915 incidenti che hanno coinvolto utenti di biciclette (346 con feriti gravi e 10 con ciclisti deceduti) e si registra una tendenza all'aumento del numero di casi annuali a partire dal 2016 (68 casi contro i 113 del 2021). In questo senso la ricerca di soluzioni sovracomunali e che favoriscono la coabitazione tra i vari mezzi e soluzioni di trasporto, è uno dei punti chiave per l’ulteriore sviluppo di un tipo di mobilità che, grazie anche alle bici elettriche, fa segnare un crescente successo: proprio nella Rev, si legge nel rapporto, la propensione agli spostamenti su due ruote (intese quali bicicletta) è meno marcata rispetto alla media svizzera, ma risulta maggiore se confrontata con le tendenze nel resto del Ticino.
«Il Masterplan nasce su iniziativa dei Comuni della Rev e dalla loro ferma volontà, da sottolineare in quanto non scontata, di implementare ulteriormente la mobilità ciclabile nella regione – spiega Davide Marconi di Mobitrends, coordinatore del gruppo di lavoro che ha sviluppato lo studio, durato un paio d’anni e presentato alla popolazione in una serata speciale andata in scena mercoledì sera nella Sala dei Congressi di Muralto –. L’obiettivo in sostanza era fornire idee e proposte di provvedimenti di vario genere inerenti all’infrastruttura per gli spostamenti in bici, con particolare attenzione alla mobilità di tutti i giorni. Questo individuandone le potenzialità, valutando la qualità della rete ciclabile attuale, stabilendo dei percorsi prioritari concretizzabili in soluzioni consone alla situazione territoriale e infrastrutturale, nonché suggerendo delle misure attuative (modelli d’intervento) che i Comuni potranno, se lo desiderano, fare proprie negli anni successivi».
Un lavoro certosino portato avanti effettuando sopralluoghi, sondaggi, analizzando tendenze e comportamenti, che ha portato a definire delle linee guida che introducono anche nuovi concetti... «Ad esempio è stato individuato un percorso ciclabile prioritario, ossia relativo alla mobilità quotidiana che, a differenza di quella legata al tempo libero, mira a portare il più rapidamente possibile in un determinato luogo, per esempio al lavoro. In sostanza si tratta del percorso più diretto possibile da Mappo ad Ascona e viceversa. Chiaramente non ci sono solo le esigenze delle due ruote e in particolare sulle rive qualche problematica è emersa. Ad esempio la tanto discussa zona di Rivapiana a Minusio (il Municipio ha vietato il transito sulle due ruote nei festivi e weekend estivi, ndr) è stata indicata come percorso per il tempo libero, mentre chi vuole andare più veloce viene dirottato su Via Simen. Certo, non è ancora una situazione ottimale e si dovranno prendere degli accorgimenti per gestire meglio i flussi».
Altra novità, «come in uso già in diverse città elvetiche, sono stati individuati degli standard minimi, ad esempio per quel che riguarda la larghezza della pista ciclabile (idealmente 2,5 metri per direzione, ndr), in modo da dare alle biciclette lo spazio necessario e permettere, tra le altre cose, non solo di viaggiare in sicurezza nei due sensi, ma anche il sorpasso tra mezzi che vanno nella stessa direzione. Siamo consci che non è possibile farlo ovunque, ma l’indirizzo da seguire è questo».
Il Masterplan introduce anche il concetto di strada ciclabile e un cambio di paradigma nuovo per il Ticino... «In pratica si inserisce un percorso ciclabile in zona 30, dove però le biciclette, grazie anche a un’adeguata segnaletica, hanno la precedenza totale sugli altri utenti della strada (“bypassando” ad esempio la precedenza da destra, altrimenti in vigore nelle zone 30, ndr). Un po’ come per i pedoni nelle aree pedonali».
C’è poi tutta una serie di indicazioni più “classiche”, come la separazione delle piste ciclabili dai percorsi delle altre utenze (automobili, ma anche pedoni), lavorare sui sensi unici (singolo per le auto, doppio per le bici), migliorare la gestione degli incroci e delle fermate dei bus, aumentare (e attrezzare) gli stazionamenti per le biciclette lungo i vari percorsi – coinvolgendo eventualmente anche i privati – e via dicendo, compreso un capitolo dedicato all’importanza della comunicazione e della sensibilizzazione.
Tra le varie proposte contenute nel Masterplan, anche una nuova passerella ciclopedonale sul fiume Maggia tra Ascona e Locarno, circa 800 m a valle rispetto a quella inaugurata nel giugno 2020... «Considerato l’alto numero di passaggi ciclabili e i problemi di condivisione degli spazi tra ciclisti e pedoni che si presentano in particolare nelle giornate di maggiore affluenza, un nuovo collegamento permetterebbe di gestire meglio i flussi e rendere più capillare la rete ciclabile della Rev – spiega ancora Marconi, riprendendo quanto si afferma nel rapporto –. Manca però ancora un’intesa sull’esatta ubicazione, in quanto il Municipio di Ascona ritiene il punto previsto dal Piano Direttore troppo vicino alla passerella esistente e chiede che vengano verificate altre soluzioni per giustificare l’investimento».