Al via una petizione che chiede al Municipio di indire una votazione consultiva sui due progetti epocali
“In tempi brevi la valle Lavizzara e la sua popolazione si sono viste piovere dal cielo due progetti epocali di notevole portata e dal costo di svariati milioni senza essere informate preventivamente, né coinvolte. E quindi senza potere dire nulla. Quello che si è saputo è arrivato tramite i media. Metodi di altri tempi e di altri contesti non propriamente di stampo democratico”. È il preambolo al testo di una petizione lanciata il 4 settembre e promossa da Marzio Demartini (rappresentante), Mauro Jelmini e Lauro Rotanzi. La raccolta di firme – che verrà consegnata a suo tempo al Municipio – chiede, in sostanza, che i lavizzaresi vengano consultati sia sul progetto di innalzamento della diga del Sambuco, sia su quello della prospettata teleferica di collegamento fra l’alta Leventina (stazione di Ambrì) e l’alta Vallemaggia (stazione di Fusio).
«Il nostro obiettivo – spiega Lauro Rotanzi, consigliere comunale – è di raggiungere la quota di 80-90 sottoscrizioni di cittadini attivi, con diritto di voto. Sappiamo che la nostra iniziativa non è vincolante per i due progetti, ma riteniamo che sia importante lanciare una riflessione. Ci piacerebbe che la popolazione venisse maggiormente coinvolta dalle autorità locali, soprattutto per progetti che avranno una grande importanza per tutti noi».
Ecco il testo completo della petizione: “La recente lettera aperta indirizzata da cinque firmatari (Fiorenzo Dadò, Gabriele Dazio, Giacomo Garzoli, Aron Piezzi e Andrea Rigamonti) al governo ticinese nella quale si dichiarano ‘stufi dell’approccio da colonizzatori’ è stata per noi oggetto di approfondita riflessione. Una ponderazione che ci porta ad affermare che due progetti di simile portata economico-finanziaria e di notevole importanza in relazione all’impatto sociale e ambientale su una piccola comunità e su un territorio tutto sommato ancora allo stato naturale, non possono, e non devono, essere prerogativa di una ristretta cerchia di persone. A maggior ragione se la loro realizzazione viene associata e messa in parallelo. Così agendo sembra che l’una (la teleferica) sia merce di scambio (da intendere: compensazione) rispetto all’altra (innalzamento della diga del Sambuco)”.
E ancora: “Come fu negli anni Cinquanta con la realizzazione della diga del Sambuco e della centrale di Peccia e negli anni Settanta con la diga del Naret, anche questa volta i cittadini (tutti, nessuno escluso) della Lavizzara non riceveranno nulla in contropartita ai previsti lavori alla diga del Sambuco, al di fuori della realizzazione della prospettata teleferica, quest’ultima opera, di natura prettamente turistica, che presa a sé stante, non andrà a incidere significativamente e positivamente sulla quotidianità dei cittadini di Lavizzara, sul loro benessere, sulla loro qualità di vita, non costituendo un supporto all’attrattività della nostra regione nel senso di uno sviluppo demografico, sociale ed economico da noi ritenuto essenziale.
Questa volta noi non ci stiamo. La storia non deve assolutamente ripetersi. Questi due progetti concepiti e promossi all’esterno, a differenza di iniziative cresciute dal basso e in loco, arrischiano di rivelarsi pieni di insidie e poco inclini a risolvere i veri problemi a cui la nostra comunità si confronta da decenni. A titolo aggiuntivo si segnala che i cittadini di Lavizzara in un sondaggio promosso nel 2017 si erano sì espressi a favore di un collegamento a nord nella misura del 71 per cento (pari a 170 persone), ma le opzioni preferite erano state, nell’ordine, la galleria stradale e il collegamento ferroviario con treno-navetta; altre soluzioni avevano raccolto un manciata di voti. In quell’occasione erano emerse molte idee sui possibili e auspicabili investimenti per migliorare la situazione dei residenti in valle”.
Infine le richieste della petizione al Municipio: “Indire in tempi brevi una votazione consultiva per conoscere le opinioni dei cittadini del Comune di Lavizzara rispetto ai due progetti in questione, preceduta da una serata informativa destinata alla popolazione; farsi portavoce di quanto emergerà dalla consultazione popolare, benché la votazione rivesta carattere consultivo; evitare in ogni caso che l’eventuale realizzazione della teleferica costituisca “merce” di compensazione per l’innalzamento della diga del Sambuco. Le misure di compensazione semmai andranno concepite e valutate in stretta collaborazione e condivisione con la popolazione”.