Maltempo

‘Locarno ha dato il massimo. Ma la gente sia più proattiva’

Pierluigi Zanchi risponde alle dure critiche di chi considera inadeguata (soprattutto verso la popolazione di Solduno) la risposta del Comune

In sintesi:
  • Pier Mellini, capogruppo Ps in Consiglio comunale: ‘La gente, fra cui anche molti anziani, si è ritrovata abbandonata a se stessa’
  • Il capodicastero Ambiente e Territorio: ‘Sottodimensionati come uomini e mezzi. Abbiamo fatto una scaletta delle priorità, e lavorato moltissimo e velocemente’
Nel nucleo di Solduno dopo il disastro
1 settembre 2023
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Dopo la furiosa grandinata di venerdì scorso la Città non sarebbe stata abbastanza reattiva soprattutto nei confronti delle sue fasce più deboli, esposte, come ad esempio i molti anziani residenti nel nucleo di Solduno, falcidiato dal maltempo. Anziani che si sarebbero aspettati una reazione più decisa, ma anche empatica da parte dell’ente pubblico (ma non solo, anche dei pompieri e della Protezione civile), a partire dal riordino dei sedimi pubblici a ridosso di quelli privati, anche per quanto riguarda la raccolta del materiale verde depositato al suolo dal maltempo.

Il malcontento si esprime sia via social, sia in canali di comunicazione cui aderiscono rappresentanti politici locali. Portavoce indiretto della popolazione duramente colpita dai disagi, anche alle proprietà, il capogruppo socialista in Consiglio comunale Pier Mellini non le manda a dire: «Da quanto osservato posso affermare che la gente di Solduno si è ritrovata abbandonata a se stessa. A una settimana dalla grandinata il problema continua ad essere, per molte persone, il tetto, che nel nucleo sono quasi tutti vecchi. Chi non ha il sottotetto che l’ha in qualche modo protetto sta vivendo tuttora situazioni delicatissime, per non dire di peggio. Molti appartamenti sono ancora inagibili. Purtroppo, sia il Municipio, sia la Protezione civile non è che abbiano fatto chissà cosa per dare una mano, soprattutto sabato e domenica, quando era il momento di far rimarcare la propria presenza e attivarsi per aiutare a risolvere certe situazioni che facevano accapponare la pelle. Ho visto gente sui tetti in ciabatte, cercando di tamponare le infiltrazioni alla bell’e meglio. Solo per miracolo non c’è scappato l’incidente. Credo insomma che un maggior coinvolgimento degli enti preposti – Comune compreso – avrebbe potuto fare la differenza in questa situazione del tutto straordinaria».

La PCi può tanto, ma non tutto

Sui limiti operativi della Protezione civile si erano già espressi, su queste pagine, il vicecomandante di Locarno e Vallemaggia Patrik Arnold, nonché Ryan Pedevilla, capo della Sezione cantonale del militare e della protezione della popolazione al Dipartimento delle istituzioni. Quest’ultimo aveva fatto notare l’impiego di uomini e mezzi «a Locarno, Losone e Arcegno per dar manforte ai servizi comunali tramite mansioni di sostegno generale». Tuttavia, aveva poi sottolineato, la PCi «non è formata per effettuare interventi sollecitati da privati che richiedano specializzazioni, come nel caso specifico nell’ambito della carpenteria, né dispone di scale mobili in grado di raggiungere più agevolmente i tetti, né materiale per eseguire riparazioni». Nel Locarnese si era dunque «provveduto a dar manforte nel momento in cui si è reso necessario evacuare due edifici e un campeggio. Ma, come detto, gli ambiti più specialistici esulano dalle nostre competenze».

‘Sottodimensionati come uomini e mezzi’

Il ruolo assunto invece dal Comune di Locarno viene ricordato da Pierluigi Zanchi, capodicastero Ambiente e Territorio, che prima di parlare fa un lungo sospiro come chi debba contenere una reazione “di pancia”: «Per prima cosa mi chiedo se la gente si renda conto di quanto successo a Locarno venerdì sera, e se capisca che la Città, proprio a seguito di quell’evento straordinario, dispone attualmente solo della metà circa del suo parco veicoli. Senza contare che, essendo ad agosto, gran parte del personale era in vacanza (e ciononostante molti sono rientrati spontaneamente per dare una mano ai colleghi). In due parole: eravamo, e siamo ancora, sottodimensionati».

Detto questo, aggiunge Zanchi, «fra sabato e domenica è stata allestita una scaletta delle priorità d’intervento, coordinata con gli uffici competenti. In primis c’erano le scuole, che dovevano essere tutelate e riaperte per non mettere in croce le famiglie; poi bisognava mettere al riparo le infrastrutture comunali, perché se non funzionano quelle, col cavolo che riusciamo a rispondere alle esigenze dei cittadini; inoltre, siamo riusciti a ripristinare senza interruzione il servizio rifiuti e abbiamo raddoppiato quello del verde, visto quanto abbiamo ritrovato sulle strade. Settimana prossima (6 e 7 settembre) replicheremo in questo senso, aprendo anche a chi non possiede i bidoni o le apposite fascette (poi dalla settimana successiva riprenderà il normale servizio a calendario). Sempre settimana prossima, giovedì 7 e venerdì 8, dalle 9, verrà organizzata a Solduno la raccolta degli ingombranti nelle benne, nell’ambito di una collaborazione con ditte private. E nel frattempo sono stati messi in sicurezza, e resi fruibili (da sabato mattina) i parchi giochi e gli altri parchi (Bosco Isolino, Bolla Grande e Parco della Pace), fatto salvo il Parco Robinson, dove si è verificato un problema di contaminazione. Rimane purtroppo fuori servizio il centro scolastico in San Francesco, ragione per cui le tre sezioni sono state dislocate».

Il sindaco: ‘Grazie per pazienza e flessibilità’

Tornando ai giorni del disastro e periodi seguenti, da una nota inviata venerdì pomeriggio da Palazzo Marcacci emerge una dichiarazione del sindaco Alain Scherrer, secondo il quale «come amministrazione comunale, il nostro obiettivo era di garantire i servizi essenziali alla popolazione, e ci siamo riusciti nonostante le difficoltà causate dai gravi danni subiti al parco veicoli e alle infrastrutture cittadine. Per questo motivo, tengo a ringraziare, a nome di tutto il Municipio, le cittadine e i cittadini per la comprensione, la pazienza e la flessibilità dimostrate».

A monte, Zanchi ribadisce un problema: «Abbiamo limitazioni enormi di mezzi e personale. Non posso far lavorare di fila 14 ore la gente, gli operai hanno bisogno di riposo. Insieme a tutto questo abbiamo dovuto iniziare anche noi come Comune a far la conta dei danni, ingenti, alle infrastrutture pubbliche: un primo, sommario bilancio ci dice che abbiamo avuto fra gli 8 e i 10 milioni di franchi di danni. Abbiamo perso il Fevi, San Francesco è da rimettere a posto, poi ci sono il Palacinema e gli edifici culturali. Aggiungo due cose: la prima è che in situazioni d’emergenza i problemi non possono essere risolti dalla Città in quattro e quattr'otto. La seconda è un auspicio: che gli abitanti siano più proattivi nei confronti dell’Amministrazione comunale».

C'è il sostegno di ‘Fondssuisse’

Sempre da Palazzo Marcacci giunge intanto un’informazione aggiuntiva importante sul sostengo finanziario che i cittadini colpiti dal maltempo possono ottenere tramite “Fondssuisse”, Fondazione che stanzia contributi volti a rifondere i danni attualmente non assicurabili, provocati da eventi naturali e non prevedibili. In Ticino “Fondssuisse” subentra proprio per danni causati da frane e alluvioni, “a condizione che tali danni non siano appunto assicurabili altrimenti”.

Gli oggetti che vengono presi in considerazione sono terre coltivabili; strade, sentieri, ponti, tombini e travacconi; argini e opere di consolidamento dei letti dei torrenti; muri di sostegno, muri nei vigneti; spazi circostanti la casa (compresi gli arbusti bacciferi e ornamentali e il raccolto dell'orto); recinzioni; condotte esterne agli edifici, come tubature di drenaggio, canalizzazione e adduzione d'acqua; alberi fruttiferi, ceppi di vite ed altri portatori di frutta pluriennali; peschiere con relativo contenuto; e boschi.

Hanno diritto a questi indennizzi le persone fisiche di qualsiasi nazionalità con proprietà fondiarie e domicilio in Svizzera, nonché gli affittuari “in corrispondenza della parte del danno che sono tenuti ad accollarsi secondo il contratto di locazione”. Possono pure beneficiare del sostegno di “Fondssuisse” corporazioni (come consorzi alpestri, consorzi raggruppamento terreni e per la costruzione di strade agricole, più altri enti) istituite per uno sfruttamento razionale del suolo o per la manutenzione di strade e impianti di trasporto agricoli e forestali (sempre che i loro membri siano persone fisiche), istituzioni private di pubblica utilità non sovvenzionate dallo Stato, che versano in condizioni finanziarie precarie; nonché persone giuridiche o società di persone che corrispondono praticamente a una ditta individuale.

Le persone colpite possono registrarsi direttamente sul portale elettronico della Fondazione (www.fondssuisse.ch).

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