Niccolò Salvioni, presidente della ‘Locarno-Milano-Venezia’: ‘Importante passo avanti, ma serve un coordinamento fra le regolamentazioni’
L’Idrovia Locarno-Milano-Venezia può sorridere. Nell’ambito di una significativa evoluzione nel settore del trasporto marittimo, il “trasporto fluviomarittimo” è infatti stato inserito dalle autorità italiane nel Piano del Mare, innovativo strumento di programmazione strategica approvato dal Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom). Entra come parte integrante delle strategie di sviluppo delle attività commerciali legate al mare.
Questo importante riconoscimento discende da una specifica iniziativa promossa dall’Associazione italiana di diritto della navigazione interna (Aidni), che annovera tra i propri soci anche l’Associazione Locarno-Milano-Venezia. Il Piano del Mare approderà ora in parlamento. L’avvocato Massimiliano Grimaldi, tra i marittimisti italiani più affermati e anche presidente dell’Associazione italiana di diritto della navigazione interna, nell’audizione con la presidenza del Consiglio dei ministri aveva auspicato che venisse inserito nel suddetto Piano anche il turismo nautico e crocieristico, che si sviluppa dalle idrovie sino al mare. In quest’ambito, Grimaldi ha richiamato il ruolo e la strategicità dell’Idrovia Locarno-Milano-Venezia, nonché dell’Idrovia Garda-Mantova-Venezia.
Questa rete di collegamenti, se adeguatamente valorizzata, potrebbe diventare un punto focale per le attività di crociera turistica internazionale, avvicinando il Locarnese con la navigazione dolce, oltre a Stresa e a Milano, alle affascinanti località lungo il Po, a partire da Pavia, fino all’Adriatico.
Per Niccolò Salvioni, presidente dell’Associazione Locarno-Milano-Venezia, «l’idrovia rappresenta una possibile importante arteria di navigazione interna turistica, non di massa, che collegherebbe il Lago Maggiore al Mare Adriatico attraverso linee che passerebbero lungo il Ticino, canali e navigli lombardi. Tuttavia, a differenza di vie d’acqua internazionali molto più portanti come il Reno o il Danubio, la rotta di navigazione, oltre a essere ostacolata ancora da tre centrali idroelettriche prive di conche di navigazione costruite verso metà del secolo scorso, è ancora vincolata da una moltitudine di regolamentazioni internazionali, locali e regionali scoordinate, che ostacolano una visione unificata e sistemica, anche ad esempio relativamente alla tipologia di imbarcazioni che possono transitare lungo le zone più sensibili dell’incantevole Parco Mab del Ticino o degli antichi navigli».
L’inclusione del trasporto fluviomarittimo nel Piano del Mare «rappresenta quindi un primo passo verso un possibile coordinamento e semplificazione nazionale delle normative, nonché verso la promozione di una navigabilità maggiormente fluida, ora ancora segmentata, fisicamente e giuridicamente; ma anche il preludio per un possibile coordinamento internazionale con la Svizzera», commenta Salvioni.
L’Associazione italiana di diritto della navigazione interna ha giocato un ruolo fondamentale nel sollevare questi temi, lavorando a stretto contatto anche con l’Associazione dell’Idrovia Locarno-Milano-Venezia, che ne è divenuta socia l’anno scorso. «L’obiettivo comune – considera ancora Niccolò Salvioni – è superare gli ostacoli giuridici obsoleti che limitano l’effettiva fruizione del Lago Maggiore e delle vie di navigazione fluviomarittime connesse, da migliaia di anni, al mare. La collaborazione tra le due associazioni è stata alimentata dalla consapevolezza che, purtroppo, le sfide giuridiche sono spesso più significative dei pochi ostacoli di ingegneria idraulica ancora esistenti sul corridoio acquatico». O meglio, specifica l’ex municipale di Locarno, «destare la consapevolezza politica di quanto una ri-vascolarizzazione di fruizione turistica della navigazione di linea turistica e ciclo-fluviale delle province direttamente interessate – Novara, Varese, Milano Metropolitana, Milano e Pavia – possa anche rappresentare dal profilo microeconomico locale».
L’inserimento del trasporto fluviomarittimo nel Piano del Mare italiano promette insomma di portare una maggiore attenzione e coordinazione a livello nazionale per superare gli ostacoli attuali. Ciò potrebbe tradursi in finanziamenti mirati per l’infrastruttura mancante (anche coordinati con l’Ue), in piani di sviluppo a lungo termine e, in definitiva, in una navigabilità interna più efficiente e integrata.
Tuttavia, resta ancora da definire una collaborazione con la Svizzera, poiché l’attuale convenzione si concentra solo sulla navigazione lacustre. «La sfida sarà quindi creare un quadro giuridico che consideri l’acqua come un sistema transnazionale», riflette Salvioni, che conclude: «L’inclusione del trasporto fluviomarittimo nel Piano del Mare rappresenta un significativo passo avanti anche per l’Idrovia Locarno-Milano-Venezia, e per il settore della navigazione interna in generale, da parte della Repubblica italiana. È un segnale di impegno per affrontare sfide giuridiche e logistiche, promuovendo una maggiore integrazione e cooperazione tra le parti interessate nazionali e internazionali, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle regioni coinvolte, Cantone Ticino e Svizzera naturalmente compresi».