L'Associazione Quartiere Rivapiana scrive al Municipio dopo il vandalismo su una quercia: ‘Indagine nel vicinato e posa di telecamere’
“A pochi mesi dall’aver espresso al Municipio la nostra preoccupazione per gli alberi protetti della Ca’ di Ferro, oggetto di una richiesta di manutenzione (nostra lettera del 30 maggio 2023), chiediamo di nuovo all’esecutivo di voler prendere una posizione chiara e intransigente a favore della conservazione e valorizzazione della parte boschiva della riva”.
Non si è fatta attendere la presa di posizione dell’Associazione Quartiere Rivapiana (Aqr) di Minusio all’atto vandalico sulla quercia in zona Portigon. Come riferito dalla ‘Regione’, a una quercia di 12 metri è stata tolta lungo tutta la circonferenza la corteccia al piede, con una duplice conseguenza: la morte certa dell’albero, con la relativa necessità di abbatterlo; ma anche, nell’eventualità in cui l’azione fosse passata inosservata, il pericolo che morendo la quercia prima o poi si sradicasse per piombare al suolo, in una zona fortemente frequentata dai turisti.
Ebbene, dopo la pubblicazione della notizia, l’Associazione Quartiere Rivapiana ha immediatamente scritto al Municipio chiedendo che “venga aperta un’indagine nel vicinato onde raccogliere informazioni che conducano a capire la dinamica dei fatti”. In più, l’associazione chiede a Comune e Patriziato (proprietario dei terreni rivieraschi) di “prendere congiuntamente provvedimenti, come la posa di telecamere per prevenire eventuali ulteriori attacchi al patrimonio naturalistico della riva”.
Ma il fattaccio della quercia, come si è visto, ha dato spunto all’Aqr per ampliare la sua riflessione alla tematica degli alberi protetti; tematica già emersa a più riprese negli scorsi anni sulla riva lago e tornata in auge in primavera in relazione alla Ca’ di Ferro. Nella sua lettera di fine maggio l’associazione scriveva al Municipio di aver saputo di una richiesta al Comune, da parte della proprietaria della Ca’ di Ferro, riguardo alla manutenzione del suo grande parco; manutenzione “che interessa – scriveva l’Aqr – diverse piante d’alto fusto poste sulla lista comunale degli alberi meritevoli di protezione”. In quel senso la stessa Associazione di Quartiere notava di aver “saputo che è già stato redatto il rapporto di valutazione e proposta da parte del perito municipale, ingegner Giovanni Monotti, che indica quali alberi secondo lui occorrerebbe tagliare”, presentando, parallelamente, un piano di ripristino sostitutivo.
L’auspicio dell’Aqr era che “l’attento e scrupoloso lavoro condotto dal Comune, con ottimi risultati, per valorizzare in un’ottica conservativa tutta la parte boschiva della riva, possa essere confermato in questo frangente”. Infatti, “nel ricordo di incresciose situazioni verificatesi a Minusio ancora in anni recenti a proposito di alberi meritevoli di protezione (Hotel Giardino, Condominio Panorama, Canto Sereno), confessiamo di non essere tranquilli, per cui vi chiediamo gentilmente di poter avere i documenti richiesti a margine”. L’esigenza espressa dall’Aqr era quella di “essere sicuri che per la coerenza delle vostre scelte, per la sensibilità e responsabilità nelle imprescindibili ‘tematiche verdi’, vi affrancherete dal pericolo di creare dei precedenti che possano minare l’importante lavoro comunale condotto finora su tutto il bosco della riva”.
Non è dato sapere se nel frattempo il Municipio abbia fornito all’Aqr tutte le indicazioni, nonché la documentazione richiesta, ma per chiarire le dinamiche che stanno dietro non solo al rapporto di valutazione per Ca’ di Ferro, ma a tutti i rapporti di questo genere, abbiamo raggiunto l’ingegner Giovanni Monotti: «Premesso che la tutela della piena sicurezza di persone, beni e cose è sempre il cardine attorno al quale vanno analizzate le singole situazioni, vi sono due temi da affrontare: il primo è legato all’assunzione di responsabilità diretta e indiretta derivante dall’allestimento di una valutazione; il secondo è invece quello della continuità temporale di un piano che pone vincoli su oggetti che non hanno e non possono esprimere per natura propria una duratura costanza».
Un piano simile, considera Monotti, «è infatti indirettamente confrontato con le conseguenze delle azioni biotiche e abiotiche alle quali, nel mondo reale, i suoi contenuti arborei sono soggetti. Occorre pertanto guardare oltre e permettere di dare giusto seguito a questo indirizzo, prevedendo, se del caso, laddove opportuno e auspicato, di innescare il giusto ricambio; ciò al fine di evitare pesanti ammanchi sull’intero comprensorio comunale, in primis a seguito dell’invecchiamento generalizzato dei suoi contenuti».
Considerazioni tecniche, da esperto, che Monotti traduce anche in termini più accessibili: «Fondamentalmente dobbiamo capire che un piano di questo genere è sempre dinamico. Una pianta cresce, si sviluppa e prima o poi muore. Bisogna pertanto prevedere degli interventi e delle sostituzioni. Ma prima di tutto, lo ribadisco, viene la sicurezza delle persone e delle cose circostanti. Se una pianta cade, le conseguenze possono essere gravissime. Pertanto, è necessario vigilare e anche prevedere. Ciò non ha nulla a che fare con una presunta “faciloneria” nell’abbattimento. Purtroppo, spesso, da esterni, si fa confusione nelle valutazioni e si genera la stessa confusione nell’opinione pubblica. In ogni caso, per tutte le piante tutelate vige il principio della piantumazione sostitutiva, previsto dall’art. 24 delle Norme di applicazione del Piano regolatore: quanto tagliato viene sostituito».