Locarnese

Tra i rischi del riale Brima, i flussi detritici ad Arcegno

Incontro informativo a Losone sul Piano delle zone di pericolo attorno al torrente, in pubblicazione fino al prossimo 11 luglio

Un tratto del riale a cielo aperto a Losone
26 giugno 2023
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È in fase di pubblicazione il Piano delle zone di pericolo (Pzp) per il riale Brima, che da Arcegno scende verso Losone, per sfociare quindi nel Maggiore sul lungolago di Ascona. Un riale che, in passato, ha creato qualche problema, soprattutto nella frazione collinare.

Nel corso di un pomeriggio informativo, oggi i responsabili dell'Ufficio corsi d'acqua del Dipartimento del territorio hanno illustrato i contenuti delle carte: una dedicata alle alluvioni (con sola acqua) per Arcegno e Losone; l'altra per le colate detritiche. Fenomeno, quest'ultimo, che si può verificare solo nel paesino collinare, e in particolar modo nel nucleo storico e a monte dello stesso. In quei tratti l'alveo è di dimensioni ridotte. Temporali brevi e intensi possono mandare in crisi il torrente, che nella sua corsa (ricordiamo che il percorso è ripido) può anche causare danni. In passato è avvenuto in diverse occasioni: nella memoria resta la devastazione al cimitero di Arcegno dell'alluvione del 1977. Più recentemente, nel 2017, c'era stata una colata di terra e sassi. In seguito il Comune era intervenuto con una misura d'urgenza, creando un dosso per evitare che i detriti finissero sulla strada cantonale. Stratagemma che sarà utile anche in futuro.

I relatori hanno comunque rassicurato la sala: solo parti di alcuni terreni privati sono in zona rossa, ma nessuna costruzione abitativa è compresa nella fascia di pericolo. La stessa zona rossa riguarda unicamente l'alveo e le fasce immediatamente vicine alla Brima.

Per Losone, invece, il rischio (che è solo legato ai flussi d'acqua che aumentano in caso di forti temporali) è praticamente nullo: l'alveo ha una misura tale da poter smaltire facilmente le piene. Ricordiamo che solo alcuni tratti sono a cielo aperto: il riale, infatti, scorre ampiamente sottoterra, attraversando anche il territorio di Ascona, dalla zona della pista di ghiaccio della Siberia, fino al lungolago, dove si immette nel Verbano. La foce è stata recentemente naturalizzata, con i lavori di sistemazione e abbellimento del piazzale Torre.

Le prossime tappe

La pubblicazione delle carte dei pericoli (una per le alluvioni, l'altra per i flussi detritici) durerà fino all'11 luglio. In seguito il Consiglio di Stato esaminerà le osservazioni e adotterà il Pzp. Spetterà in seguito al Comune valutare, in collaborazione con il Cantone, quali siano le misure da adottare e gli interventi necessari per evitare i pericoli.