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L’Ente regionale di sviluppo smuove le acque

Attesa entro settembre la risposta italiana alla proposta ticinese di una gestione separata della navigazione sul bacino svizzero del Lago Maggiore

6 giugno 2023
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Nell’annosa questione della navigazione sul Lago Maggiore, le acque parrebbero finalmente smuoversi. È infatti attesa (stavolta sembrerebbe per davvero) a stretto giro di posta una risposta da parte delle autorità italiane alla richiesta elvetica di poter gestire autonomamente la navigazione di linea nel bacino svizzero del Verbano.

Effettivamente speriamo di avere delle novità entro settembre, magari anche prima», ci confida Giacomo Garzoli, presidente dell’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia (Ers-Lvm), che ha avuto un ruolo centrale nello sblocco di una situazione che ristagnava ormai da troppo tempo. Dal 2018 sullo specchio d’acqua ticinese del Lago Maggiore, è attivo un consorzio formato da due compagnie di navigazione: l’italiana Gestione Governativa Nazionale Laghi (Ggnl), che in base a una convenzione del 1992 tra la Svizzera e la vicina Penisola è responsabile del traffico transfrontaliero, e la ticinese Società Navigazione del Lago di Lugano (Snl), che oltre che sul bacino sottocenerino gestisce la navigazione interna anche sul Lago Maggiore. Questo dopo che la stessa Ggnl aveva rinunciato a offrire collegamenti nel bacino svizzero.

La situazione venutasi a creare si è però rivelata, in particolare per la controparte elvetica, tutt’altro che ideale, tanto che sono stati in diversi a muoversi chiedendo un cambio radicale di rotta. In particolare lo stesso Ers-Lvm, che nel novembre 2021 attraverso una dura presa di posizione denunciava il malfunzionamento del sistema, accusando in particolare la concessionaria italiana (Ggnl) di utilizzare “le sue credenziali di monopolista esclusivo sul Lago Maggiore anche per interferire sulle scelte del traffico interno svizzero”, non lasciando quindi gestire la navigazione all’azienda rossocrociata in “autonomia e nel rispetto delle esigenze del territorio e del mercato turistico di riferimento”, come tra l’altro indicato nel memorandum d’intesa firmato nel 2016 dall’allora ministra elvetica dei trasporti Doris Leuthard e dall’omologo italiano Graziano Delrio. Deleterie, secondo l’Ente regionale di sviluppo, le conseguenze: una qualità sempre più scadente del servizio, anche alla luce del mancato rinnovo della flotta, che nelle previsioni avrebbe dovuto portare all’arrivo di almeno due nuovi natanti svizzeri e completamente elettrici (novità peraltro già introdotta sul Lago di Lugano). Invece, si faceva notare, “nel bacino svizzero del Lago Maggiore si vedono circolare tutt’oggi solo vetusti battelli alimentati a diesel e portanti bandiera italiana”, oltretutto affittati dalla stessa azienda italiana a prezzi maggiorati.

Argomentazioni riprese in seguito anche dal consigliere nazionale Bruno Storni in una mozione con la quale chiedeva al Consiglio federale di disdire l’accordo internazionale del 1992 e avviare “negoziati per una nuova Convenzione che permetta una gestione separata e relativa concessione del bacino svizzero del Lago Maggiore”. Un atto parlamentare respinto però al mittente da Berna – particolarmente prudente anche alla luce dei già difficili rapporti con l’Italia, in particolare per la questione frontalieri –, che aveva rilanciato la palla al Canton Ticino, invitato a elaborare, “in collaborazione con le imprese interessate e altri fornitori di servizi turistici, proposte consolidate per la navigazione sul Lago Maggiore”. A differenza di quanto fatto a Palazzo Federale, al Sud delle Alpi non si è perso tempo e così nella primavera 2022 un gruppo di lavoro apposito ha inviato alla controparte italiana, con copia all’Ufficio federale dei trasporti, la proposta di un nuovo accordo – quello attualmente in vigore è tra l'altro appena stato prolungato di un anno, sino al 31 marzo 2024 – che conceda piena autonomia al Consorzio capitanato dalla Snl nella gestione della navigazione su acque svizzere, permettendo così anche un riorientamento operativo in un’ottica più turistica ed ecologica. Proposta a cui come detto le autorità italiane starebbero infine, dopo mesi di tentennamenti, per dare risposta.

Un passo avanti grazie al lavoro ‘sottotraccia’

«Non sappiamo cosa ci diranno, ma vista la situazione è già un passo avanti», spiega ancora Garzoli, che sottolinea come «per sbloccare la situazione, ci si è mossi su due binari: da una parte quello della politica, che ha sicuramente fatto la sua parte ma che può arrivare solo fino a un certo punto; dall’altra si è lavorato un po’ più sottotraccia, lungo strade un po’ meno istituzionali e in questo senso determinante è stata stessa Società Navigazione del Lago di Lugano, che avendo già contatti per questioni contrattuali e di gestione della navigazione, è riuscita a fare un po’ di pressione sugli italiani».

Decisivo quindi il lavoro svolto all’infuori dei canali istituzionali… «Esatto, come detto Berna (in particolare su spinta della deputazione ticinese) qualcosa deve aver fatto, anche perché sembra infine aver capito che qualcosa deve cambiare, ma il grosso è uscito dal nostro gruppo di lavoro», di cui fanno parte anche rappresentanti del Cantone e di Berna, ma che è stato trascinato dall’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia.

Un plebiscito per la funivia Fusio-Ambrì

A proposito dell’Ers-Lmv, durante l’assemblea tenutasi settimana scorsa a Muralto, si è parlato anche di altri progetti che vedono protagonista il Locarnese. In particolare, ha trovato piena adesione da parte dei delegati e dei molti sindaci dei distretti di Locarno e Vallemaggia presenti in sala la possibile funivia di collegamento Fusio-Ambrì, illustrata dal capo area opere strategiche del Dipartimento del territorio, Thomas Bühler… «Ammetto che non mi aspettavo un tale plebiscito, ma mi fa molto piacere, è un’opera che va rivendicata a gran voce dal Locarnese – afferma sempre il presidente –. Non è facile portare avanti un progetto così grande in una zona periferica come l’Alta Vallemaggia, per la quale la realizzazione assume un’importanza fondamentale: comporterebbe infatti anche il potenziamento del trasporto pubblico e permetterebbe di rilanciare le zone periferiche coinvolte, Alta Leventina compresa. Ora attendiamo che il Cantone affini il progetto e che poi presenti la domanda di costruzione all’Ufficio federale degli impianti di risalita, ma siamo fiduciosi».

Citati anche il rilancio del Grand Hotel e il possibile inserimento a margine del complesso di una nuova scuola turistica di livello internazionale («stiamo facendo degli approfondimenti con l’Università della Svizzera italiana per vedere cosa è concretamente possibile realizzare»), nonché il centro di competenza Locarnese.tech («siamo già a livello di workshop con le singole aziende) e i vari progetti legati alla mobilità e seguiti tramite la Commissione intercomunale dei trasporti. L’Assemblea si è conclusa approvando i conti e ricordando le cifre di riferimento, in particolare i 27 progetti sostenuti nel 2022 con i Fondi di promovimento regionale, per un importo totale stanziato di 547’160 franchi, generando investimenti complessivi sul territorio per oltre 2,8 milioni di franchi.

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