Petizione consegnata al Municipio. I promotori: ‘Ci vorrebbe uno spazio recintato per i cani senza guinzaglio e più tolleranza da parte del Comune’
È stata consegnata nei giorni scorsi ad Ascona la petizione, con 2’023 firme, per chiedere la creazione di un “dog park” sul territorio comunale. I promotori, che avevano lanciato la raccolta di sottoscrizioni lo scorso mese di febbraio, hanno incontrato i giornalisti per spiegare le loro ragioni.
«Negli ultimi mesi i proprietari di cani che lasciavano scorrazzare senza guinzaglio i loro amici a quattro zampe nella zona dell'aerodromo non coperta da vincoli ambientali, sono stati multati – afferma Carlo Candioli, portavoce del gruppo per il “dog park” –. Prima di allora l'autorità del borgo aveva tollerato la nostra presenza. Poi c‘è stato un improvviso cambio di rotta e gli agenti hanno anche sanzionato i trasgressori con multe». Con la petizione, quindi, «chiediamo anche più tolleranza nei confronti di quei cittadini che, seppure lasciando liberi dal guinzaglio i loro cani, rispettano le regole della convivenza con gli altri utenti dell'area».
Come si legge nel testo che accompagna la petizione: “Questa raccolta di firme vuole dar seguito alle numerose richieste di residenti e villeggianti, proprietari di cani di taglia media o piccola, di poter continuare a usufruire dell’area dell'ex aerodromo, così come, peraltro, è stato concesso per molti anni. Lo scopo: dare la possibilità ai nostri beniamini a quattro zampe di poter correre liberi e socializzare. Lo stesso vale per l’area del Parco dei Poeti, dove, soprattutto nei giorni più caldi, i cani possono accedere liberamente al piccolo ruscello per rinfrescarsi”. Richieste che giungono soprattutto da chi non possiede un giardino o uno spazio adeguato.
«Ci viene detto di recarci lungo l’argine del fiume Maggia, nelle zone per i cani liberi istituite dai Comuni di Losone e Locarno – illustra Candioli –. Ma ciò risulta impraticabile per diverse ragioni. Molti proprietari di cani piccoli o medi sono piuttosto in là con gli anni; pertanto impossibilitati a recarsi a piedi fino a quelle aree lontane dall'abitato. C’è chi vorrebbe recarvisi in automobile, ma non ci sono posteggi. Per accedere all’argine sommergibile, inoltre, bisogna avventurarsi su scale ripide, sconnesse e pericolose: basta un attimo di distrazione per incappare in un infortunio. Infine nella zona libera sull'argine ci sono molti cani di grossa taglia e non c'è nessun tipo di controllo. A quanto ci risulta sono avvenuti molti incidenti: cani non addestrati di grossa taglia e fuori controllo che aggrediscono altri cani, più piccoli, o addirittura persone. Cose che all’ex aerodromo e al Parco dei Poeti non sono mai avvenute».
I controlli degli agenti della Polizia comunale, richiesti dal Municipio, hanno comunque una loro ragione: «Ci sembra di aver capito che il problema è dovuto alle proteste di genitori che frequentano il parco giochi dell'ex aerodromo con i loro bambini – sostiene Candioli –. Se questa convivenza crea problemi, la soluzione potrebbe essere la posa di recinzioni: per il dog park o per il parco giochi, come in quello di via Muraccio. Siamo consapevoli che i cani devono stare al guinzaglio in luoghi pubblici, piazze e marciapiedi: la legge va rispettata. Tuttavia, l’ordinanza federale sulla protezione degli animali stabilisce che “per quanto possibile i cani devono potersi muovere senza guinzaglio” (art. 71 cpv.1 OPAn). I cani sono animali sociali, per questo motivo devono poter entrare frequentemente in contatto con le persone e con i loro simili; hanno bisogno di esplorare l’ambiente con tutti i sensi, soprattutto l’olfatto. Ma ovviamente il cane al guinzaglio non socializza e non gioca. Per tutte queste ragioni chiediamo ora al Municipio di Ascona di rivedere la situazione, aprendo una discussione aperta e serena sul tema, trovando una soluzione efficace ed evitando le contravvenzioni. Ciò per la felicità di tutti i cittadini (a due e a quattro zampe) del nostro splendido comune».
Il sindaco Luca Pissoglio, interpellato il mese scorso da LaRegione sulla questione, aveva riferito che il Comune non possiede terreni idonei a questo scopo. Quindi? «A nostro avviso ci sono diverse opzioni praticabili – conclude Candioli –. La prima, e più immediata, ripristinare quella tolleranza dimostrata fino a poco tempo fa dalle autorità nei confronti di chi lascia il cane libero senza arrecare disturbo ad altre persone. Dall'altra avviare trattative con il Patriziato, che è proprietario di molti sedimi adatti. Lo stesso Patriziato con noi si è dichiarato aperto al dialogo e attende la risposta del Municipio alla nostra petizione».