Nel 2017 il Municipio aveva contratto un prestito da 20 milioni senza interessi, guadagnandone anzi 90mila netti grazie a un tasso negativo fuori mercato
Anche la Città di Locarno ha attinto dai forzieri della Fifa. Lo ha fatto nel 2017, una tantum, per 20 milioni di franchi, poi restituiti l’anno seguente sottoscrivendo un credito equivalente con un altro mutuario.
Ha dunque almeno un addentellato ticinese, il “mercato” dei prestiti a Cantoni e Comuni svizzeri che tanto ha fatto discutere dopo le inchieste giornalistiche di Rts e Gruppo Tamedia. Il meccanismo “denunciato” dai media è semplice: in costante eccesso di capitali dopo gli straordinari successi economici delle sue competizioni, la Fifa presta alle istituzioni e lo fa a tassi negativi, ma inferiori rispetto a quelli praticati dalle banche. Ergo, ci guadagna.
Nel 2017, con Locarno, il tasso negativo praticato dalla Fifa era stato dello 0,45%, quindi poco più della metà dello 0,8% di mercato. Il risultato era stato che la Città aveva avuto disponibilità dei 20 milioni che le servivano non solo senza l’onere di interessi, ma addirittura guadagnandoci su 90mila franchi.
La redditizia operazione finanziaria si era svolta su Loanboox, piattaforma con sede a Zurigo che a Registro di commercio si prefigge lo scopo di sviluppare e gestire tecnologie digitali nel settore finanziario, in Svizzera e all’estero, nonché, fra l’altro, di “effettuare finanziamenti e stipulare garanzie e fideiussioni per le società controllate e per i terzi”. Stando alla stessa Loanboox, trattasi del “principale fornitore europeo di finanziamento del debito”, con oltre 3’000 transazioni completate in 12 Paesi.
Davide Giovannacci, allora come oggi capodicastero Finanze della Città, ricorda la convenienza dell’operazione per le casse pubbliche: «È vero, ma il discorso che va fatto prima di entrare nel merito di quella specifica operazione, è più generale. Un Comune a un certo punto ha bisogno di una certa cifra a breve o medio termine, per 1, 3 o 5 anni. Allora può rivolgersi, inoltrando la sua richiesta, a Loanboox, che prende contatto con diversi istituti bancari, ma anche, appunto, con altri soggetti finanziariamente forti che fanno la loro proposta, in una sorta di “asta” che verrà poi aggiudicata al miglior offerente».
Sei anni fa, ricorda il municipale, «prima del “lockdown” e prima della “questione Qatar” che ha poi spinto a riflettere sulle implicazioni etiche dei mastodontici guadagni della Fifa, i tassi praticati sul mercato bancario erano negativi per lo 0,8%. La proposta della Federazione calcistica internazionale per i 20 milioni di franchi di cui la Città aveva bisogno era molto interessante proprio per il tasso d’interesse negativo dello 0,45% e per il guadagno netto che ne conseguiva per il contraente. D’altra parte, un guadagno lo faceva anche la Fifa, perché tenere in banca 20 milioni allo 0,8% significava pagare un interesse di 160mila franchi all’anno, quindi quasi il doppio rispetto ai 90mila franchi pagati alla Città affinché accettasse il prestito».
Operazioni del genere entrano in linea di conto o quando c’è bisogno di liquidità oppure quando dei prestiti giungono a scadenza e bisogna restituirli, accendendo altri crediti. Secondo questa logica si era mossa Locarno, e come lei facevano (e hanno continuato a fare) altri Comuni e Cantoni svizzeri. Secondo quanto ricostruito dalla Rts, la Città di Losanna nel 2022 si era fatta prestare 40 milioni di franchi (tramite 28 operazioni a breve termine), Neuchâtel 100 milioni, Ginevra 150, Friborgo altri 10 e una cifra imprecisata era andata a La Chaux-de-Fonds. Poi il Gruppo Tamedia era andato oltre, rivelando che il Comune di Berna avrebbe ricevuto negli ultimi 6 anni dalla Fifa diversi prestiti a breve termine per un totale ben 1,8 miliardi di franchi.
Il tutto, appunto, tramite Loanboox, che si autodefinisce “la piattaforma dei mercati monetari e dei capitali”, la quale “ha come scopo mettere in diretto contatto Comuni, Città e Cantoni con gli enti finanziatori istituzionali. In questo modo il processo di finanziamento viene reso più semplice, trasparente, vantaggioso e sicuro rispetto a quanto offerto fino ad ora”. Il modello prevede “la creazione del dossier di credito (una volta sola all’inizio)”, poi “il Comune deve solamente definire l’importo desiderato, la data di inizio e i periodi di finanziamento desiderati, in modo da poter raggiungere differenti finanziatori. Le offerte di quest’ultimi possono poi essere confrontate l’una con l’altra direttamente sulla nostra piattaforma e in pochi click accettare l’offerta desiderata”.
Nel 2016, prima di scendere sul mercato, la piattaforma aveva effettuato un sondaggio in Comuni, Cantoni e investitori. Da lì aveva creato una base di oltre 280 interlocutori, “come ad esempio il Canton Berna, Argovia, Grigioni e Zurigo, i Comuni Regensdorf e Stallikon e le Città di Berna, Dietikon e Baden”. Dalla parte dei creditori si profilavano invece colossi come “la Suva, il Gruppo Baloise, la Cassa pensione della Posta e del Canton Zurigo”.
Poi nel secondo gruppo è apparsa anche la Fifa, ed è stato inevitabile che si aprissero le discussioni considerando dove, ma soprattutto a che prezzo, la Federazione calcistica consegue i suoi stratosferici guadagni. Si prenda il caso esemplare del Mondiale in Qatar, che al netto dei costi sociali generati, e del reiterato non rispetto dei diritti umani, ha portato nelle casse della Fifa qualcosa come 7,6 miliardi di franchi; altri 4,6 miliardi erano piovuti dal cielo nel ’18 con il Mondiale in Russia, da aggiungere ai 2,1 miliardi di guadagno del Mondiale in Brasile nel ’14.
Insomma, un profluvio di denaro che paradossalmente può generare qualche malumore per i suoi costi, e che di conseguenza è stato impiegato anche a favore dell’ente pubblico. Ma ciò non è bastato per evitare lo scandalo dei Comuni che fanno dell’etica la loro bandiera, ma che dietro le quinte fanno affari con chi all’etica spesso e volentieri ha anteposto altri meno onorevoli valori.
Accanto alle difese alzate dagli stessi Comuni, è arrivato negli ultimi giorni il contrattacco della Fifa, che tramite il suo direttore finanziario, Thomas Peyer, ha fatto sapere di aver “sospeso i nuovi investimenti in questo settore”, anche se, ha aggiunto, “è possibile che li riprenderemo”.