Il primo fatidico colpo di ruspa il 19 gennaio, meteo permettendo. L’opera (con annesso rifugio della PCi) richiederà un investimento sui 10 milioni
Allievi delle scuole e sportivi di tutte le età e discipline. Sono le tipologie di utenti della nuova palestra intercomunale (con annesso rifugio della Protezione civile capace di 600 posti protetti) delle Terre di Pedemonte, i cui lavori di preparazione del cantiere sono iniziati in questi giorni (il primo fatidico, colpo di ruspa è invece previsto il 19 gennaio, condizioni meteo permettendo) nella campagna di Verscio, a ridosso del campo da calcio San Fedele e dei terreni da tennis del locale sodalizio.
Si tratta di una delle opere più attese dalla comunità – della quale si parla ormai dall’avvenuta fusione dei tre ex Comuni di Tegna, Verscio e Cavigliano, nel 2013 – la cui costruzione sarà completata, se non vi saranno intoppi, nel corso dell’estate del 2024. L’impianto sportivo agonistico fungerà anche da struttura polifunzionale: palestra scolastica, palestra sportiva a disposizione delle società e anche sede per ospitare manifestazioni ed eventi. Il progetto nato dalle matite degli architetti Enrico Dematte ed Elena Fontana, con studio a Zurigo, prevede la costruzione di un edificio "a energia quasi zero": le caratteristiche costruttive, tipologiche e impiantistiche – dall’isolamento termico agli infissi, dalle pompe di calore all’impianto fotovoltaico, all’illuminazione – sono finalizzate al massimo risparmio energetico e alla riduzione di emissioni di CO2. Sarà dunque una palestra polivalente con alte prestazioni energetiche a impatto zero, in linea con tutti gli interventi già svolti dall’Amministrazione comunale in questi anni per l’abbattimento delle emissioni e per l’efficientismo energetico (adattamento agli standard Minergie), nonché con la filosofia di rispetto per l’ambiente.
L’investimento necessario alla sua edificazione è stato preventivato in 9,2 milioni di franchi circa, come indicato nel credito di costruzione votato a suo tempo dal legislativo (seduta del dicembre 2021). Durante la fase di progettazione definitiva del manufatto, sono stati corretti e ritoccati alcuni aspetti dell’opera, senza tuttavia apportare modifiche alle sue caratteristiche tipologiche e architettoniche. Quello che invece non si poteva prevedere (e col quale occorrerà fare i conti nei mesi a venire) è stato il vertiginoso aumento delle materie prime necessarie al cantiere (come il costo dell’acciaio necessario alla struttura metallica) a seguito del conflitto in Ucraina. Nelle stime dei costi contenute nel messaggio municipale dell’autunno 2021, la spesa netta a carico del Comune si aggirava sui 6,83 milioni di franchi, visto che l’opera beneficia di un importante contributo cantonale per il rifugio di Protezione civile del Consorzio locarnese. Un investimento dunque rilevante ma sopportabile per un Comune, quello pedemontano, dalle casse comunque solide, come dimostra il fatto che è stata possibile una riduzione del moltiplicatore un paio di anni or sono. Il Municipio auspica che la fase esecutiva possa svolgersi senza intoppi: il lungo tempo richiesto dalla progettazione dovrebbe avere ridotto al minimo gli imprevisti realizzativi.