L’ennesima bocciatura delle proposte per la messa in sicurezza dell’incrocio sulla cantonale ritenuto pericoloso non va giù al Municipio di Cugnasco-Gerra
«Se dovesse succedere qualcosa, la colpa sarà delle autorità cantonali».
Non usa giri di parole il Municipio di Cugnasco-Gerra, di cui il membro dell’esecutivo Marco Calzascia si fa in questo caso portavoce, nell’accusare in maniera diretta il Cantone e in particolare il Dipartimento del territorio (Dt) di immobilismo in merito alla questione, ritenuta prioritaria dall’esecutivo del comune locarnese, della messa in sicurezza dell’intersezione tra via Cantonale/via Locarno (in sostanza l’asse Locarno-Bellinzona che taglia in due il paese e lungo il quale i veicoli hanno la precedenza) e le strade perpendicolari di via Medoscio e via Mondelle.
«In sostanza – spiega il responsabile del Dicastero edilizia privata e pianificazione del territorio, nonché presidente distrettuale del Ppd locarnese – riguardo all’incrocio in questione sulla strada cantonale (e per questo di competenza di Bellinzona, ndr), il Dt ha rifiutato entrambe le proposte di intervento presentategli per il tramite dello studio di ingegneri del traffico e da noi commissionate. Come già capitato in passato, di fronte a una problematica seria sulla sicurezza stradale il Dipartimento del territorio ci ha invitati a far preparare delle proposte di soluzione così che una volta esaminate, si sarebbe espresso al riguardo. Purtroppo anche questa volta, malgrado lo sforzo profuso da parte nostra, ci siamo trovati di fronte un "muro"».
Il Municipio di Cugnasco-Gerra, spinto anche dalle numerose segnalazioni e domande dei suoi cittadini, si era in particolare rivolto alle autorità cantonali nel corso del 2021, accompagnando l’ennesima richiesta di intervento nella zona ritenuta pericolosa con una relazione tecnica effettuata dallo studio d’ingegneria Bonalumi Ferrari Partner Sa. Un’analisi dettagliata dalla quale emergeva ad esempio il "non irrilevante" numero di undici incidenti avvenuti all’intersezione interessata tra il 2016 e il 2021, nonché diverse criticità quali ad esempio attraversamenti pedonali "scomodi", l’elevata velocità (tra gli 89 e i 109 km/h) toccata da alcuni veicoli, una capacità dell’intersezione (che prende ad esempio in considerazione il tempo di svolta dei mezzi in uscita dall’incrocio) insufficiente nelle ore di punta, la formazione di colonne e "una strettoia di circa 100 m dove il marciapiede è presente in entrambi i lati ma ha dimensioni ridotte (60 cm nel punto più stretto)". Il tutto in una zona nella quale si trovano diversi punti di interesse (compresi attività commerciali, ricettive e ristoranti), dislocati sia a monte (ad esempio banca, municipio, farmacia, scuola elementare e dell’infanzia) sia a valle (parrocchia, posta) della strada cantonale.
Scartate in particolare le ipotesi di regolamentazione dell’intersezione tramite rotatoria o impianto semaforico classico, gli specialisti avevano individuato due possibili soluzioni: la realizzazione di una zona 30 estesa anche ai bracci stradali in ingresso all’incrocio o un impianto semaforico su via Cantonale/Locarno con tratto regolamentato in funzione della velocità dei veicoli e della lunghezza delle code sulle vie Medoscio/Mondelle. Due opzioni bocciate lo scorso autunno dal Dipartimento del territorio (più precisamente la Divisione delle costruzioni), che aveva però aperto uno spiraglio sull’eventuale introduzione della limitazione di velocità a 30 km/h sulla strada cantonale all’interno del nucleo nel caso in cui il Municipio avesse elaborato un breve rapporto giustificativo.
Esercizio prontamente (ri)fatto dall’esecutivo di Cugnasco-Gerra tramite il medesimo studio d’ingegneria, ma anche in questo caso la strada percorsa si è rivelata un vicolo cieco visto che le autorità cantonali hanno un po’ a sorpresa nuovamente risposto picche – è storia di giugno –, spiegando tra le altre cose come "dal rapporto non traspare una comprovata mancanza di sicurezza stradale tra utenza lenta e motorizzata atta a giustificare l’adozione di una riduzione permanente del limite di velocità da 50 a 30 km/h (operazione permessa dalle linee guida cantonali solo in rare eccezioni, ndr)". Questo anche perché "dalle misurazioni effettuate" risulta come nel tratto esaminato "l’utenza veicolare rispetta il limite di velocità" e "la permeabilità pedonale tra il paese a monte e a valle della strada cantonale è usuale" e presenta "punti di attraversamento sicuri". Inoltre "la questione del precario spazio presso i punti della fermata bus ‘Cugnasco, Posta’ deve venire risolta con interventi strutturali" e "il conflitto tra pedoni in attesa presso la fermata bus da Locarno e il traffico veicolare è imputabile all’accesso alla strada cantonale presso l’ex macelleria da Pippo", risolvibile per i funzionari cantonali "chiudendo" quest’ultimo accesso.
Motivazioni che non convincono il Municipio del comune locarnese… «Alla luce di questo ennesimo "niet" – conclude Calzascia – vogliamo rispondere al Dt (come del resto già abbiamo fatto verbalmente in occasione dell’ultimo incontro) che visto che noi le soluzioni possibili le abbiamo veramente tentate tutte, d’ora in poi se dovesse capitare il peggio, scaricheremo le colpe proprio addosso a loro. Fa specie, come si è più volte capito nelle varie fasi di questo iter, che per non dover eventualmente dar seguito ad altre analoghe e legittime rivendicazioni provenienti da altri Comuni, il Dt preferisce adottare il principio dell’intervento solo se dovesse capitare il peggio, anziché agire preventivamente. Atteggiamento questo, poco consono ad un’autorità responsabile».