Concluso con successo il risanamento del manufatto instabile sotto la casa parrocchiale. Una ventina i militi formati su questa tecnica antica
Una particolarità del nostro territorio montano è la diffusa presenza di terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, che sono un’imponente serie di manufatti costruiti nel corso dei secoli per ricavare terreno coltivabile lungo i versanti in forte pendenza, solitamente instabili e franosi. Queste opere, che servivano anche da struttura portante, con l’inesorabile abbandono della montagna e le infiltrazioni d’acqua durante eventi calamitosi, sono diventate soggette a deterioramenti e crolli, con le relative problematiche di dissesti che questo comporta. Non a caso anche i militi della Protezione civile vengono istruiti sulla costruzione e il risanamento di questi manufatti eseguiti senza cemento e malta ma con sole tecniche tradizionali. Un esempio in questo senso arriva da Borgnone, nelle alte Centovalli, dove di recente è stato portato a termine, con successo, il recupero di un pericolante muro a secco di circa una trentina di metri di lunghezza e due di altezza, eretto a sostegno della casa della Parrocchia. Ente committente, quello presieduto da Marisa Jelmoni, che non avendo finanziariamente i mezzi per affrontare una simile spesa si è dunque rivolto al Consorzio della Pci per chiedere un aiuto. I lavori, avviati lo scorso anno, hanno visto impegnati, a rotazione, in tre corsi di ripetizione (settembre 2022, ottobre 2022 e maggio 2023, per una ventina di giorni complessivi), una ventina di militi e i loro istruttori, sotto l’occhio attento dell’ex comandante della Pci, Raffaele Dadò, il quale ha portato la sua preziosa esperienza con questa tecnica ai giovani. Per l’intervento (smontaggio e ricostruzione) di questo cantiere-scuola si è fatto capo unicamente al materiale presente sul posto. Un lavoro assai delicato, eseguito a regola d’arte, per il quale la Parrocchia è grata alla Protezione civile di Locarno e Vallemaggia.